“Il documento non fornisce la benché minima prova che il governo siriano sia stata la fonte dell’attacco chimico in Khan Shaykhun. L’unico fatto indiscutibile riportato nel dossier della Casa Bianca è l’affermazione che un attacco chimico di gas nervino si è verificato”. Theodore Postol, scienziato del MIT di Boston, è categorico: il rapporto della Casa Bianca “non contiene assolutamente alcuna prova che possa indicare chi è stato l’autore di questa atrocità”.
Postol analizza l’immagine che gli americani hanno individuato come prova del bombardamento chimico da parte di un aereo siriano: il famoso “cratere nella strada a nord di Khan Shaykun” con all’interno il presunto resto di bomba che avrebbe rilasciato il Sarin. Questa immagine, riprodotta più volte sulla rete e ripresa sul mainstream, sarebbe per l’intelligence Usa la pistola fumante che inchioda Assad e il suo regime al crimine.
Per il prof. Postol è esattamente il contrario: questa immagine dimostrerebbe che “il rapporto della Casa Bianca contiene conclusioni false e fuorvianti”. Innanzitutto il munizionamento è un tubo apparentemente di 122 mm simile a quelli usati in artiglieria. Nel 2013 furono questi razzi modificati ad essere utilizzati per l’attacco chimico di Goutha.
Di certo questo oggetto non ha nulla a che vedere con un bomba d’aereo.
“Il tubo originariamente sigillato nelle due estremità si presenta schiacciato e con un taglio longitudinale (…) Ma la deformazione del manufatto indica che non è stato lanciato dal cielo”. Se il cratere e la carcassa contenente il Sarin “non sono una messa in scena” ma vere “come ipotizzato nella relazione della Casa Bianca”, allora secondo Postol “la munizione è stata quasi certamente messa a terra con un esplosivo detonante esterno su di essa che ha schiacciato il contenitore in modo da disperdere il carico di Sarin”.
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