alekos18
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| Titolo: Italia, ritorno al medioevo o resistenza nazionale Mar Dic 06 2011, 03:26 | |
| Italia, ritorno al medioevo o resistenza nazionale per la liberazione? L'esecutivo Monti (ultradestra euroamericana) rilancia ed accentua spaventosamente le politiche di destra dei governi di centrodestra e centrosinistra di questi ultimi decenni: ancora tagli alla spesa sociale e ancora aumenti delle tasse. Lo fa con una durezza ed un cinismo mai raggiunti prima, nemmeno dall'esecutivo Berlusconi. E siamo solo agli inizi di questa 'nuova' fase. Non si fermeranno qui. Tempo pochi mesi, poche settimane, e pretenderanno ancora e di più, imporranno ulteriori predazioni, violenze, saccheggi. Speculazioni finanziarie e ricatto-bufala del debito e dell'emergenza sono serviti per annichilire nel terrore un popolo già prostrato, sottometterlo ideologicamente e psicologicamente al volere totalitario degli ineffabili "mercati", e per consegnare il paese alla gestione politica diretta di sedicenti 'tecnici', in realtà funzionari politici espressione diretta dei centri di potere euroamericano che contano. Lo scenario già recessivo verso cui ci sta facendo precipitare l'esecutivo Monti-Napolitano-Draghi-Obama sarà di lunga stagnazione, d'impoverimento di larghi strati sociali, di disoccupazione crescente. Altro che "crescita", altro che salvare l'Italia: l'obiettivo principalmente nordamericano d'impadronirsi di quel che resta degli "asset strategici" di questo paese e ribassare al minimo vitale l'economia italiana e le condizioni sociali dei ceti medio-bassi del nostro popolo, a beneficio congiunturale dell'economia tedesca, s'inscrive nel rapporto feudale che intercorre tra la vassalla Germania, desiderosa di scalare posizioni nella competizione capitalistica intanto infra-'europea', e il beneplacito interessato del signore feudale Stati Uniti che muove le sue pedine in Europa con lo sguardo rivolto all'intero scacchiere geopolitico mondiale. Sulla pelle (anche) del popolo italiano si stanno riconfigurando rapporti di forza a livello internazionale in vista di scontri epocali con potenze emergenti (Cina, innanzitutto) che le continue guerre nordamericane stanno preparando. L'uscita dall'Unione Europea e dall'euro è indispensabile per uscire dalla spirale depressiva nella quale ci hanno cacciato. O a sinistra si prende atto di questo, oppure le destre scioviniste anti-americane avranno facile gioco a raccogliere consensi, tra la disperazione sociale, per le loro velleità di potenza regionale contro le destre imperiali euroatlantiche. E' necessario essere attrezzati, preparati, per contrastare sul piano dell'analisi le manipolazioni dei fatti che la grancassa massmediatica ed i funzionari di dominanti e sub/dominanti propagandano a tambur battente e a pieno regime. E' necessario tradurre analisi e vie d'uscita in una prospettiva politica che individui i punti essenziali attorno a cui far confluire la pluralità di lotte, di rivendicazioni, di proteste, impotenti se isolate, inefficaci se non focalizzanti le cause della sudditanza e del degrado sociale della nostra Patria. E' necessario aprire 10, 100, 1000 luoghi di confronto per interrogarsi su come rovesciare questo stato di cose e prepararsi fattivamente agli scenari possibili che ci aspettano a breve. E' necessario far circolare tra le classi dominate della nostra società l'essenzialità delle cause del degrado e della dipendenza della nostra Patria e la posta in gioco che questo comporta. Contrastare le politiche coloniali dell'esecutivo Monti-Napolitano-Draghi-Obama ed il suo tentativo di consolidamento nel nostro paese è intanto il minimo del minimo da fare. | |
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