La produzione industriale significa benessere e progresso.
E' responsabile della crisi la proprieta' dei mezzi di produzione.
I mezzi di produzione sono sia materiali (macchine, capannoni, operai ecc.), sia cartacei (banconote, titoli ecc.).
Lo scopo del marxismo e' la proprieta' collettiva dei mezzi di produzione.
In Italia (e nel mondo), dal 1990, dalla caduta dell'URSS, e' in atto la "cartolarizzazione"; le fabbriche e le banche: ENEL, Telecom, Italsider, Italcantieri, Italimpianti, Montedison, Banca Commerciale, Credito Italiano, Banca d'Italia, immobili ecc., proprieta' dell'IRI o a Partecipazione Statale, sono state "cartolarizzate" cioe' vendute ai privati per un'inezia e i privati ci hanno speculato.
Oggi i profitti speculativi sono esauriti e i privati bloccano la produzione industriale, la produzione di beni.
Senza produzione di beni finisce il benessere e il progresso, come nel Medioevo.
Bisogna riappropriarsi dei mezzi di produzione ma il Partito dei padroni, con mezzi cartacei, cioe' con le leggi, non lo permettera'.
Bisognera' riappropriarsene perche' nell'era attuale postindustriale o, come preferisco, "era della quarta rivoluzione industriale", dopo
- la prima (vapore e motori a combustione interna)
- seconda (siderurgia)
- terza (motori elettrici)
- quarta (computer)
i proprietari privati non hanno bisogno di operai in carne ed ossa, ma solo con telaio e software, cioe' una catena di montaggio totalmente automatizzata.
Se non ci saranno piu' stipendi a chi venderanno i beni prodotti?
Allora chiuderanno le fabbriche e limiteranno la produzione per il proprio benessere, come nel Medioevo.
Come hanno fatto a non capirlo coloro che erano alla guida dei Partiti dei servi?
2000snlp
PS
Marx non era un messia, ma un uomo.
Interessante e divertente e' la lettura del capitolo "Highgate" nel libro di Giuseppe Marcenaro "Cimiteri. Storie di rimpianti e di follie" pubblicato (una scelta strategica sbagliata di Berlusconi ?) da Bruno Mondadori nel 2008