L’amore di Hernry Laborit in “Elogio della fuga”
“Con questa parola si spiega tutto, si perdona tutto, si accetta tutto, perché non si cerca mai di conoscerne il contenuto. E’ la parola d’ordine che apre i cuori, i sessi, le sacrestie e le comunità umane. Copre di un velo falsamente disinteressato, persino trascendente, la ricerca della dominanza e del cosiddetto istinto di proprietà. E’ una parola che mente continuamente e questa menzogna viene accettata con le lacrime agli opcchi, senza discutere, da tutti gli uomini. Procura una veste onorata all’assassino, alla madre di famiglia, al prete ai militari, ai carnefici, agli inquisitori, agli uomini politici, Chi osasse spogliarla, denudarla fino in fondo dei pregiudizi chje la ricoprono, non sarebbe ritenuto lucido, ma cinico. Da’ tranquillità di coscienza , senza grossi sforzi, né grossi rischi, a tutto l’inconscio biologico. Decolpevolizza: infatti, perché i gruppi sociali sopravvivano, cioè mantengano le strutture gerarchiche, le regole della dominanza, occorre che le motivazioni profonde di tutti gli atti umani vengano ignorate. Conoscerle, metterle a nudo, porterebbe alla rivolta dei dominati, alla contestazione delle strutture gerarchiche. Ecc. ecc.”
Prima di lui, Engels ha scritto “Origine della famiglia della proprietà privata e dello Stato” che evidentemente Laborit ha capito benissimo
2000snlp
13/4/2010