La Luigi Lavazza S.p.A. è un'azienda italiana produttrice di caffè tostato fondata nel 1895 a Torino da Luigi Lavazza.
A seguito di una inarrestabile crescita, la ditta si sposta prima in corso Ponte Mosca (attuale corso Giulio Cesare) e successivamente nella sede attuale di corso Novara 59.
Proprio in questi giorni è stato presentato in pompa magna anche il calendario 2010:"The Italian Espresso Experience 2010" con scatti del fotografo inglese Miles Aldridgee,tra modelle internazionali e musica italiana.
A seguito di un grande progetto illustrato in sede istituzionale, nel
Comune di Torino, innanzi ad una platea di molteplici funzionari di altrettanti enti,e
con la presenza e consensi anche delle segreterie regionali di CGIL, CISL e UIL,(che lo ricordiamo prevede la costruzione
del nuovo centro dirigenziale, a cui segue una riqualificazione dell’area
pertinente, con un costo che si aggira intorno ai 160 milioni di euro), la
Lavazza spa afferma sfacciatamente che bisogna abbattere i costi di produzione per essere più
competitivi,ovvero far pagare ai lavoratori i suoi calendari,le sue manifestazioni in pompa magna,i suoi "pizzi e merletti" delle modelle e tutto il resto.
Tutto ,come il solito rituale del sistema,sulla "PELLE DEI LAVORATORI!"
Nel progetto che viene sindacalmente esposto, sono previsti la
terziarizzazione del magazzino prodotto finito,il
prepensionamento di 63 lavoratori tramite l’apertura di procedure di
mobilità volontaria, nonché è prevista la riorganizzazione dei reparti
produttivi con un ribasso del personale pari a 29 unità.
Un bell'attacco ai lavoratori,altro che taglio di sprechi!!!
I lavoratori del magazzino, sempre a detta della Lavazza, avranno la
possibilità di rimanere nel Gruppo venendo trasferiti chi negli uffici e
chi nelle unità produttive, oppure accettare di lavorare presso il
“terzista”
cambiando di fatto il proprio datore di lavoro(che magnanimi questi della Lavazza spa,
ma perche' non passano di mano invece i suoi dirigenti,magari ad una cooperativa,una di quelle che conosciamo purtroppo noi,che ti sfrutta con orari estenuanti,a ciclo continuo , e ti spreme come un limone e poi via con un bel calcio nel di dietro,senza ammortizzatori,senza tutele).
E veniamo invece all'altro punto:il prepensionamento.
Anzitutto veniamo alla motivazione addotta dall’azienda che risulta essere di
“svecchiamento” del personale.Cioè quando si passa una certa eta' non si è piu...da Lavazza????Che lo dicano anche a chi compra i prodotti Lavazza,
che ci risultano esse4re di tutte le eta',oppure vogliono solo clienti giovani,magari,belli,ricchi e "tronisti" da salotto incipriato del sistema??
Allora se così effettivamente deve essere,
ben vanga la mobilità volontaria (viste anche le oscenità che hanno
prodotto i governi recenti e passati in materia pensionistica) purché sia
legata ad una reale integrazione al 100% dell’attuale reddito, ovviamente
a carico aziendale, a cui si deve doverosamente legare un’assunzione di
personale pari ai lavoratori che, giustamente dopo una vita di lavoro,
accetteranno tale prepensionamento, magari assumendo un familiare, meglio
se disoccupato o con lavoro precario. È forse chiedere troppo?
Se siamo contrari ai prepensionamenti da scarto siamp altyrettanto coerentemente contrari anche ai "rientri volontari" grazie alla legge Berlusconi,che permette il rientro per anni a lavoratori che invece dovrebbero dare posto ai giovani(e in questi momenti di crisi soprattutto!!).E si fanno chiamare anche compagni?Ma quali compagni sono quelli che tolgono pane ad altri lavoratori,beccano doppio stipendio e ,di fatto,si pongono fuori dalle regole sindacaliche,....semplicemente non sono compagni!Forse amici o altro.
Il comportamento sopracitato adottato dall’azienda, è nientemeno che l’ennesimo attacco
alla tutela e dignità dei suoi lavoratori,anche perché un’azienda che non è in crisi, anzi, per
dichiarazioni fatte a tutti i mass media, che gode di ottima salute
economica, che si sta espandendo a livello internazionale, che si permette
di investire 160 milioni di euro per il nuovo polo dirigenziale, che
necessità ha od avrebbe di fare tutto ciò? Che sia per mantenere la
propria bella immagine facendola pagare ai suoi lavoratori?
Non dimentichiamo, ricordiamolo, che fattore ulteriormente importante è
che questo progetto, legato in tutte le sue fasi ,prevede un esubero di 29
persone, che rientrano nel contesto delle 63 unità individuate per la
mobilità volontaria, roba da pazzi produrre di più .....con meno personale e per giunta in
un’azienda così florida!!!!
Insomma la Lavazza spa mentre qui in Italia cerca solo di colpire i lavoratori e di far pagare a loro ipotetiche "crisi" , in Israele
ha ottenuto la certificazione "Kosher" ed anche la certificazione “Badax” richiesta dalla Comunità Ebrea Ortodossa, entrambe necessarie per operare nel mercato di uno Stato a caratterizzazione religiosa e confessionale quale è Israele. L’espansione dei prodotti Lavazza è stata rapida e costante, i prodotti e le macchine Lavazza e Faema sul mercato israeliano, diventano i fornitori dei migliori locali di Tel Aviv, Gerusalemme ed Haifa. Stando a quanto dichiarato nello stesso sito ufficiale, la Gils Coffee(che dal 1985 tramite l'Architetto GIL SAGY è l'esclusivista della Lavazza nell'entita' sionista sia dei prodotti Lavazza,che delle macchine espresso industriali, delle caffettiere per le famiglie e delle macchine espresso per le case), è particolarmente sensibile all’immagine.....evidentemente a quella degli Ebrei ortodossi,di Israele,ma non evidentemente dei lavoratori,soprattutto se non appartenenti al"popolo eletto"
.Sperando di sbagliarci e di veder annullato questo piano di tagli e ingiustizie,in ricordo dell'antica pubblicita' della Lavazza,<piu' lo mandi giu',piu' ti tira su> si, ma di stomaco,anzi di rabbia....
Dal Bollettino "ardito-sindacalista" di Sandro Pescopagano.
ps:inviata a parecchie riviste,quotidiani e siti che si definiscono alternativi,anticapitalisti,rivoluzionari,antagonisti ecc