Mi permetto di aprire un altro topic che tocca da vicino le elezioni politiche 2008. Ovviamente se Admin lo riterrà opportuno potrà spostare la discussione nel topic da lui aperto.
Oggi a pagina 2 del sole 24 ore è stata pubblicata un'intervista con Giuseppe De Rita, sociologo di fama, presidente del Censis e membro dell'associazione Italia Usa, sorta di lobby che ha come scopo non dichiarato l'americanizzazione della società italiana. Bene, riporto alcuni passaggi interessanti di De Rita in attesa di commenti:
"Il centro era occupato dalle comunità locali di interessi, per un verso, e dalla consuetudine che abbiamo importato dagli Stati Uniti per cui si vota per il leader".
Qui De Rita fa riferimento al fallimento del PD...più avanti chiarirà ulteriormente il punto della questione.
"Non valgono più gli interessi ma le comunità locali di interessi. Questo significa che la dimensione categoriale del 'blocco sociale' non conta più. Gli interessi non si distinguono ma si sommano. E il caso Malpensa è esemplare. Qualcuno deve contemperare le esigenze dei piloti d'aereo con quelle degli inservienti dell'aeroporto. La Lega ci riesce, il PD no.E' stato questo il suo errore".
Questo è un passaggio fondamentale: De Rita, ultra americanista, ammette, in sintonia con quello che è il pensiero al di la dell'oceano, che il blocco sociale non conta più, che gli interessi delle comunità sono un fattore trasversale a tutto ciò. Tradotto in soldoni significa che è ormai inutile attaccarsi alle categorie di destra, sinistra e centro ed a quello che queste hanno rappresentato nel corso degli anni. L'elettorato, anche se non se ne accorge, da più importanza ai valori del territorio (qualunque essi siano) e meno al colore del partito. Si spiega anche così la sconfitta del PD in una Campania sommersa dei rifiuti e gestita da un centrosinistra inetto ed incompetente.
"La sua fortuna (di Berlusconi) è stata che il governo successivo (il Prodi Bis) era anche peggio del suo e i risultati dimostrano che gli elettori hanno punito l'Unione, l'asse Prodi-Bertinotti. E' la sconfitta non solo dei partiti ma anche dei gruppi sociali della sinistra".
Ovvio, gli elettori centristi non hanno paura di spostarsi da uno schieramento all'altro a seconda delle esigenze del momento, mentre quelli di sinistra escono con le ossa rotta da un'esperienza di governo che la sinistra ha SEMPRE sostenuto, nonostante scelte economiche, sociali e politiche assolutamente liberiste, guerrafondaie e provinciali.
"La politica deve capire che per coagulare interessi non ci si può fondare su 'fincature' verticali ma bisogna puntare su una sorta di 'neocomunitarismo'. Non olivettiano ma leghista, per coalizzare gli interessi in modo preciso. E il PD farebbe bene a partire dal territorio in vista delle amministrative del 2010".
Qui non capisco cosa intenda De Rita: qualcuno può venirmi incontro?
"Il parlamento è blindato e penso che Giulio Tremonti non avrà grossi problemi a far passare i provvedimenti di bilancio. I problemi li avrà invece chi dovrà governare le opere pubbliche che scatenano le reazioni delle comunità locali. Perchè il consenso non si costruisce sul deficit e sulle reazioni di Almunia a Bruxelles, ma sui posti di lavoro o sul valore del lotto di terra che deve essere espropriato per fare una strada".
De Rita qui da esplicitamente un suggerimento per cercare di sgambettare il governo ed i poteri che ci stanno dietro. Sostegno alle lotte locali, i vari No Tav, No Ponte, No Mose, No Coke e via dicendo. E' pur sempre un punto di partenza per costruire un'alternativa nazionalitaria allo strapotere del capitale finanziario.