Il parlamento turco autorizza azioni militari in Iraq e Siria. Poche ore fa l’approvazione della mozione del governo. Pretesto? «Fronteggiare l'ISIS e ogni altra formazione terrorista». Le stesse, però, che la Turchia, membro della NATO, ha armato, finanziato e sostenuto come arma per rovesciare le autorità di Damasco.
Del resto l'attuale presidente islamico-conservatore Recep Tayyip Erdogan poche ora prima, in Parlamento, aveva chiesto il via libera all’intervento militare motivandolo con una serie di affermazioni di cui l’ultima è la più significativa: «creare aree protette per i profughi», «sconfiggere i terroristi di ISIS», «rovesciare il regime di Bashar al Assad». L’ultima argomentazione riecheggia Washington che nella “Dichiarazione finale” dell’ultimo vertice NATO a Newport (nel Galles) il 4-5 settembre scorso e sottoscritta anche dall’Italia ha voluto l’inserimento di un punto importante (il 37) in cui, capovolgendo la realtà dei fatti, si afferma che «responsabile» della «minaccia transnazionale» dell’IS(IS) è «il regime di Assad che ha contribuito all’emergere dell’ISIS in Siria e alla sua espansione al di là di questo paese».
Pochi giorni prima il ministro degli Esteri saudita, Saud el Faissal, aveva dichiarato che il vero obiettivo dei raid aerei della coalizione guidata dagli USA contro lo Stato Islamico in Siria è rovesciare il regime di Assad. Detto da uno dei più importanti alleati della Casa Bianca...
Insomma, sotto pretesto della guerra all’IS(IS), si sta cercando di fare quel che questa e bande affini jihadiste, sostenute da emirati e atlantisti, non sono riuscite a fare con il terrorismo: rovesciare Bashar al-Assad e le legittime autorità siriane. La “guerra infinita” di bushita (George W. Bush) memoria non vuole mollare la presa. E Damasco resta un obiettivo, un obiettivo ‘di tappa’. Che la spuntino è ancora tutto da vedere...