In Libano, il deputato del blocco parlamentare "Fedeltà alla Resistenza", Ali Fayad, ha dichiarato che Hezbollah non ha mai fondato le proprie posizioni su ristretti calcoli confessionali, affermando che "Israele è l'unico nemico". "La Resistenza, il suo popolo, i suoi alleati, rifiuteranno sempre di essere manipolati dalle reazioni, i calcoli ed i discorsi confessionali", ha affermato in occasione di una cerimonia per la festa della Resistenza e della Liberazione. Il deputato di Hezbollah ha esortato a capire l'ampiezza dei pericoli che incombono sul Libano, a rifiutare il linguaggio confessionale e la logica delle provocazioni che minacciano il paese, la sua pace civile e la sua stabilità. "Una stabilità che consideriamo una priorità in questo periodo".
"Non ci faremo mai coinvolgere in conflitti confessionali. Tratteremo sempre gli affari nazionali a partire dal nostro pensiero per la nazione. Per noi, Tripoli (nel Libano ndr) è tanto importante quanto Tyr, Akkar ed Hermel. I suoi cittadini devono godere sicurezza e stabilità, lontano da ogni divisione confessionale". "Gli auguriamo lo sviluppo, la crescita e la fine delle privazioni", ha precisato Ali Fayad. "Il dialogo è richiesto, paricolarmente in questo periodo, in cui abbiamo coscienza dell'ampiezza dei pericoli che incombono sulla patria. Potrebbe contribuire a ridurre le distanze, creare delle aperture, smorzare le tensioni presenti nel paese, risolvere le questioni in sospeso" ha spiegato.
Il deputato ha rifiutato ogni paragone tra le armi della resistenza e le armi delle milizie, affermando che le armi della resistenza assicurano la stabilità, poiché cercano di edificare uno Stato forte ed una società sicura, mentre le armi delle milizie minano le fondamenta dello Stato e delle istituzioni, colpiscono la sicurezza e rendono fragili le relazioni tra i libanesi. "Insistere sull'uguaglianza tra i due armamenti ed iscrivere questa questione all'ordine del giorno del dialogo, rivela le cattive intenzioni riguardo al futuro di questo dialogo", ha concluso.
Queste dichiarazioni del deputato di "Fedeltà alla resistenza", confermano, se mai ci fossero ancora dubbi, che Hezbollah è un partito nazionalista di ispirazione islamica, laddove l'aspetto religioso, pur non irrilevante, è certamente secondario rispetto all'identità libanese sulla quale Hezbollah base la propria azione politica e militare.
E' una questione importante e decisiva: la strategia di frantumazione delle collettività nazionali, il tentativo di frammentare e dividere i popoli -ed anche abbattere governi non compiacenti- facendo leva sulle differenze di carattere religioso o tribale, a seconda delle situazioni, è sempre stata, e lo è tutt'ora, un'arma efficace utilizzata dagli imperialisti e dai colonialisti. In Irlanda, la guerra di liberazione contro l'occupazione inglese è stata propagandata come uno scontro interconfessionale; la strategia è consistita nell'offrire, alla parte protestante, privilegi, più simbolici che concreti, che li separassero da quella cattolica. In Libia, tra gli innumerevoli tentativi di rovesciare Gheddafi che, da uno 'spezzatino' tribale, aveva fatto della Libia una nazione laica e moderna, c'è stato il sostegno, con mercenari, istruttori ed armatori USA-NATO, alle tribù della Cirenaica. In Bahrein, stato-cliente degli Stati Uniti, tra i regimi più reazionari al mondo, dove la famiglia reale governa il paese come se fosse un'azienda privata e che ha represso nel sangue l'imponente protesta della popolazione (diverse centinaia di migliaia, su un milione di abitanti!), -ovviamente nessuna 'no fly-zone' o intervento militare se non quello saudita...a sostegno dei massacratori- il sultanato cerca di cementare le affinità e gli antagonismi settari ponendosi come difensore della comunità sunnita, attaccando e discriminando la popolazione sciita (il 70% del paese) per poi affermare, cinicamente, tramite il ministro degli esteri che il Bahrein è "sull'orlo dell'abisso settario" (sic), menzogna che occulta le ragioni della rivolta che è nata ed è cresciuta su questioni di ordine politico, principalmente, ed economico.
Hezbollah lo sa bene, lo smembramento della Nazione aprirebbe la strada a 'bantustan' formalmente indipendenti, controllati dallo stato sionista, come l'attuale Cisgiordania. Preoccupazione che deve valere per qualsiasi movimento di liberazione nazionale esistente o in fieri: nessun cambiamento radicale di società, in senso anticapitalista, è possibile senza la piena sovranità.