Comitato Politico Nazionale del 5 e 6 ottobre - Ordine del giorno conclusivo
Segreteria nazionale Prc
Il documento finale approvato dal Cpn
1. La manifestazione del 20 ottobre rappresenta un passaggio cruciale che caratterizzerà la fase politica. Ad essa il PRC aderisce e partecipa condividendo appieno lo spirito e la lettera dell’appello dei promotori. Una manifestazione aperta alla società e ai movimenti, ricca di tutte le istanze di rinnovamento che vengono da tante esperienze reali che si esprimono nel mondo del lavoro, nei territori e che chiedono un vero cambiamento. Un processo riformatore nelle politiche economiche, sociali, in quelle dell’estensione dei diritti, del riconoscimento delle differenti forme di convivenza, nelle vertenze per i beni comuni, nel rapporto tra il governo centrale e le comunità locali che ancora oggi, malgrado la sconfitta delle destre nelle ultime elezioni politiche, fatica a farsi strada e a rompere il blocco conservatore dei poteri forti che cerca di permeare il quadro politico impedendo il rinnovamento necessario. Una manifestazione, quindi, che intercetti e rappresenti il disagio crescente nella società e nei movimenti, a partire dalla richiesta del vero rispetto del programma dell’Unione, a partire dalle sue parti più progressive che ancora faticano ad affermarsi. Una manifestazione, quindi, che dia rappresentazione di quell'Italia impegnata e attiva che parla al Paese intero di un’altra possibilità di rinascita della politica come partecipazione: l’idea della uscita dalla precarietà come un’altra idea di società, come una proposta concreta qui e ora per uscire dalla transizione irrisolta, dalla crisi economica e sociale e che investe il sistema delle relazioni, la cultura e il costume. Pensiamo fondamentale il carattere plurale, partecipato, unitario della manifestazione. Alla sua riuscita lavoreremo con grande intensità. Pensiamo che i comitati di base che si sono già formati e si costituiranno nei territori siano strutture di coordinamento e di movimento che non debbano andare disperse e possano continuare la propria attività anche dopo il 20 ottobre.
Pensiamo alla manifestazione come alla costruzione di un profilo politico e programmatico, un popolo con il quale mantenere un vero rapporto democratico e di partecipazione.
Una piattaforma per uscire dalla gabbia della precarietà, quindi, non economicista ma che connette condizione economica, sociale, sfera dei diritti, vertenze territoriali ed esprima le ragioni del popolo della pace, la ripulsa della guerra e del terrorismo, il rifiuto di nuove avventure militari, il ritiro dai teatri di guerra. E’, tra l’altro per queste ultime ragioni, che il PRC aderisce e partecipa alla marcia Perugia - Assisi.
2. Una piattaforma che non eluda la questione degli accordi dello scorso luglio su pensioni e welfare ma riesca ad andare oltre, riuscendo a proporre una piattaforma in avanti, una idea generale di società, proposte concrete che permettano di aggredire la precarietà che, come dimostrano le vicende della crisi finanziaria dei mercati, da fattore che provoca disuguaglianze crescenti e disagio sociale si fa causa medesima che avvelena l’insieme del sistema economico.
3. Vogliamo cambiare gli accordi di luglio su pensioni e welfare secondo le posizioni già espresse dagli organismi dirigenti del Partito e lungo la linea del programma dell’Unione. Condividiamo nel merito le critiche che sono state avanzate dentro il mondo del lavoro, nelle sue componenti più avanzate e in importanti categorie, che trasmettono una difficoltà e un malessere operaio che la politica deve ascoltare. Quelle istanze ci impegniamo a rappresentare nel Paese, nel Parlamento, nel governo.
Rispettiamo pienamente l’autonomia del sindacato, riteniamo importante la decisione della consultazione e del referendum tra i lavoratori. Pensiamo importante che si determini il più largo coinvolgimento e valuteremo come questo si articolerà nei posti di lavoro e nelle fabbriche. Ci impegneremo con coerenza nel governo, nel Parlamento e nel Paese nel determinare uno sforzo unitario e convergente per modificare i protocolli in discussione e allargare tutele e diritti.
Saranno proprio i risultati ottenuti nella lotta alla precarietà un punto di verifica determinante circa l’efficacia della nostra presenza nella maggioranza e nel governo.
Per questo, secondo quanto già deciso negli organismi dirigenti del partito, convocheremo una consultazione, come proposta aperta anche ad altre forze politiche della sinistra che ne accettino il vincolo, chiamando ad esprimersi iscritti, simpatizzanti elettori.
Dopo la manifestazione del 20 ottobre, la direzione avrà il compito di definire in concreto tale proposta.
4. Ma occorre andare oltre, serve un nuovo passo, è necessaria una vera offensiva politica e culturale. Mettere in contrapposizione i diritti dei lavoratori con le aspirazioni dei giovani è ipocrita e sbagliato. L’offensiva contro la precarietà si declina proprio come una idea di società, di nuova economia, speranza di futuro per milioni di giovani. Vogliamo tradurre questa impostazione in proposte concrete, sulla base del complesso delle elaborazioni e delle proposte che già sono state elaborate e presentate. E’ necessario, quindi, individuare nuove priorità in questa direzione anche dentro il programma dell’Unione.
5. Ci batteremo, a partire anche dalla legge finanziaria, per una battaglia comune con le altre forze di sinistra, sulla base dell’impostazione unitaria che è stata elaborata, sulla linea della redistribuzione del reddito, del risarcimento sociale, di nuove politiche ambientali, della riduzione delle spese militari.
La forte iniziativa che le sinistre hanno svolto già nella fase di discussione e di approvazione del testo nel Consiglio dei Ministri è già riuscita ad ottenere risultati significativi. Le modifiche che sono state apportate alle prime bozze che erano state elaborate, sotto la spinta incalzante dell’iniziativa unitaria a sinistra, sono nella direzione della redistribuzione e nel segno dell’equità sociale. Si tratta di interventi parziali e ancora insufficienti ma in una direzione di marcia che condividiamo. Pensiamo che si possa e debba fare di più e che, già in questa manovra, sia possibile, per fare un solo esempio, trovare le risorse, non solo come è ovviamente necessario, per il rinnovo dei contratti pubblici, ma interventi ulteriori a favore del lavoro dipendente, a partire da interventi fiscali per la restituzione del fiscal drag e per detassare gli aumenti per i contratti nazionali.
Il nostro sostegno alle categorie in lotta per il rinnovo dei contratti e per il rispetto degli impegni presi in tal senso dal governo è piena e convinta. La esprimeremo coerentemente nel Parlamento e nel Paese a partire dalla partecipazione agli scioperi e alle manifestazioni già proclamate per le prossime settimane dai sindacati dei lavoratori.
6. L’unità a sinistra è necessaria e urgente come strumento efficace per far pesare le ragioni che vengono dal mondo del lavoro, dai movimenti e dalla società e per la costruzione di una sinistra che sappia condurre una sfida politica e culturale anche dentro il campo dell’Unione e contrasti la deriva nelle idee, nelle culture di riferimento, nelle politiche attive, rappresentata dal Partito Democratico.
Una sfida vera anche nel proporre un diversa idea della partecipazione e un differente coinvolgimento popolare.
Rispettiamo, naturalmente, le primarie per l’elezione del leader del Partito democratico che si svolgeranno il 14 ottobre. Sono un test importante. Ma noi pensiamo ad un modello partecipativo reale e rifiutiamo la scorciatoia che la democrazia si esaurisca nell’elezione di un leader cui affidarsi.
Un soggetto a sinistra unitario, plurale, federale, aperto alla società, ai movimenti, radicato nel mondo del lavoro e nei territori, che si fondi sulle grandi discriminanti del movimento dei movimenti: il no alla guerra, al razzismo, al neoliberismo.
E’ stata lanciata la proposta di tenere gli Stati Generali di questa nuova sinistra, subito all’indomani della manifestazione del 20 ottobre. La riteniamo una proposta da perseguire con grande determinazione e su cui investire decisamente, realizzando entro l’anno un grande evento partecipativo nazionale che dia formale avvio al processo unitario.
Questo appuntamento si deve accompagnare con atti concreti. A livello nazionale, a partire dalla legge finanziaria e dai principali snodi della vita parlamentare, procedendo con il coordinamento sempre più stringente dei gruppi, nei territori con iniziative unitarie, forme di coordinamento e altro ancora che si possa promuovere in tale direzione. Occorre invertire il metodo tradizionale. Non si tratta di irradiare dal centro direttive da applicare nelle periferie ma di connettere esperienze che possono essere in coordinamento e rilanciarsi tra di loro.
Chi è più avanti faccia di più e, anche attraverso esperienze concrete, aiuti così il processo unitario complessivo.
A questo processo unitario il PRC partecipa, secondo l’ispirazione federale proposta, con la sua autonomia politica, culturale e organizzativa, con il patrimonio delle sue idee e delle sue proposte, con l’insieme delle sue relazioni e riferimenti europei e nazionali. Partecipa, in particolare, assieme a tutte le forze che si sono disposte, a livello nazionale e nei territori, lungo il percorso della Sinistra europea, forze con le quali approfondire lo sforzo di connessione e di reciproca contaminazione, anche prevedendo forme di reciproco invito negli organismi dirigenti di ciascuna realtà.
La sinistra a cui pensiamo è un movimento aperto, partecipato, una idea della ricostruzione della politica come partecipazione. Una idea, quindi, anche di riforma della politica, tema sul quale si impegnano gli organismi esecutivi di convocare una specifica iniziativa entro breve termine.
7. Il Comitato Politico Nazionale, convoca per il 6, 7, 8 e 9 marzo 2008 il VII Congresso Nazionale del Partito.