Quale il prossimo obiettivo della NATO? Pakistan, Siria, Iran o chi? Lo stop, il 31 ottobre, alla missione NATO votato oggi al Consiglio di Sicurezza dell'ONU, cosiddetta 'no fly zone' inclusa, non chiude certo la guerra in Libia e l'occupazione straniera, ma riproietta l'Alleanza Atlantica a guida USA in altri scenari.
Sia il vicecomandante NATO in Afghanistan, generale USA Curtis Scaparrotti, sia la Clinton, come responsabile esteri dell'amministrazione Obama, hanno accusato l'esercito pakistano di collaborare con i "ribelli", ignorando i loro lanci di razzi oltre confine sulle truppe americane. La Clinton ha avvertito i dirigenti pakistani che un appoggio insufficiente alla guerra che gli Stati Uniti stanno conducendo in Afghanistan potrebbe comportare per il loro paese un “prezzo molto alto”.
Nei confronti della Siria i media statunitensi, in concomitanza con l'apparente cessazione delle ostilità in Libia, stanno orchestrando una campagna perché la NATO ripeta contro Damasco l'intervento in Libia. Washington ha nei giorni scorsi già ritirato il suo ambasciatore.
L'amministrazione Obama ha avvertito l'Iran che tutte le opzioni permangono “sul tavolo” in relazione a un presunto complotto iraniano per assassinare l'ambasciatore saudita a Washington.
La "guerra infinita" USA, teorizzata nel 2001 da Bush e proseguita dall'attuale tenutario della Casa Bianca, il premio Nobel per la pace Barack Obama, continua.