In memoria di Ernesto Che Guevara

Dopo il rovesciamento della dittatura di Fulgencio Batista, a Cuba, e la vittoria della rivoluzione, Ernesto Guevara detto "Che" lascia l'isola per continuare a combattere l'imperialismo in altre terre. Ritiene importante, non solo per la difesa della rivoluzione cubana, accendere fochi guerriglieri in ogni dove possibile del mondo. L'affermazione di una prospettiva di liberazione sociale radicale passa attraverso il dispiegarsi di lotte di liberazione nazionale.

Dopo mesi di clandestinità in Africa, il 3 novembre 1966 il "Che" parte per La Paz, capitale della Bolivia, per dar vita ad un focolaio guerrigliero. Il 23 marzo 1967 iniziano le operazioni. Lo stesso Che annoterà nel suo Diario in Bolivia le vicende di quel periodo. Fatto prigioniero l'8 ottobre 1967, viene portato nella scuola di La Higuera. Vi rimane fino al 9 mattina. Informato dell'arresto, il presidente della Bolivia, alle nove di sera, si reca dall'ambasciatore degli Stati Uniti a La Paz e, alla sua presenza, telefona a Washington per prendere ordini sul da farsi. La risposta da Washington è perentoria: il Che deve essere eliminato al più presto, perché costituisce un grave pericolo per gli interessi degli Stati Uniti e della Bolivia. Félix Ramos, agente della CIA (uno dei servizi segreti degli Stati Uniti), è tra coloro che partecipano all'uccisione. Secondo alcuni è proprio lui l'esecutore. Testimoni hanno raccontato che quando cercarono d'interrogare il Che usando violenza, è lui, Ramos, a strappargli parte della barba. Alla reazione del Comandante, gli legano le mani prima davanti e poi dietro. Quando Ramos gli si para di nuovo di fronte, il Che gli sputa in faccia. In una delle foto scattate prima di ucciderlo, si vede chiaramente che una parte della sua barba gli era stata strappata.

Gli sparano all'una e dieci del giorno 9. Nel pomeriggio il cadavere viene trasportato a Valle Grande nell'ospedale Señor de Malta, dove gli vengono amputate le mani per permettere ai periti argentini di fare le prove dattiloscopiche. Gli agenti della CIA volevano tagliargli anche la testa ed inviarla negli Stati Uniti, ma i medici di Valle Grande si opposero.

"Soprattutto, nel più profondo di voi stessi, siate capaci di sentire ogni ingiustizia, commessa contro chiunque, in qualunque parte del mondo. E' la più bella qualità di un rivoluzionario". Ernesto "Che" Guevara
https://www.youtube.com/watch?v=CwTBCvb_4zo&mode=related&search= (per tutte le sorelle che lottano)
https://www.youtube.com/watch?v=SynVFM_6ezk&mode=related&search= (con foto ed immagini storiche)

Una poesia del poeta e scrittore ecuadoriano, Jorge Enrique Adoum, scritta nel 1997 per la commemorazione a Casa de las America, a Cuba, a 30 anni dall'assassinio di Ernesto "Che" Guevara.

Basta solo sostituire mentalmente il numero 30 con il 40.

Si può anche ascoltare la lettura di Jorge Enrique fatta ad Amalfi nel 2000 nel corso di "Parole di Mare. Incontri internazionali di poesia".

Buona lettura e buon ascolto

http://www.casadellapoesia.org/poesie/1407/jorge-enrique-adoum/che-fugacita-della-sua-morte

Resistere... in allegria

https://www.youtube.com/watch?v=6JEdf7XsV5g