12 dicembre 1969. Strage di Piazza Fontana, "la madre di tutte le stragi". Un capitolo (forse nemmeno il primo) dell'Operazione Chaos (nome in codice del piano CIA elaborato nel 1963 ed avallato dall'amministrazione del presidente democratico USA, Johnson, vice e subentrante di Kennedy assassinato): direzione strategica atlantica, cioè americana, e ruolo operativo della manovalanza neofascista.
L'Operazione Chaos prevedeva una vasta opera di destabilizzazione, centralmente comprensiva anche di stragi indiscriminate, in alcuni paesi alleati/subalterni considerati deboli, per creare caos, diffondere insicurezza, favorire una sterzata a destra, quindi alzare il livello di repressione contro le lotte sociali e politiche, scompaginare l'estrema sinistra, diminuire il consenso popolare verso i partiti antiamericani (guerra Vietnam in corso).
Insomma, destabilizzare in apparenza per stabilizzare in sostanza.
Nella fattispecie di questa strage, a fungere da cinghia di trasmissione tra committenza e manovalanza, ci sono, oltre ad agenti della CIA, figure significative ed apparati di Stato di questo paese, dal presidente della Repubblica di allora a esponenti di governo, dai servizi segreti a magistrati, eccetera.
Indipendenza