Sulla strage di senegalesi a Firenze

Sarà stato pure il "gesto di un folle", ma oltre la collocazione politica dell'estremista di destra che ha ucciso in un mercato di Firenze due cittadini senegalesi (Samb Modou e Diop Mor) e ferito altri tre, in una mattanza improvvisa e deliberata, c'è un brodo di (in)cultura, di intolleranza, di sopraffazione, fino anche all'annichilimento dell'altro-da-sé che rimanda a aree politiche e culturali, cui quell'assassino si rifaceva anche con un suo livello di elaborazione teorica.
Ridurre però il tutto solo all'antirazzismo e all'antifascismo sarebbe semplicistico o complice rimozione di ben altro.
Quella strage è filiazione naturale del ben più vasto degrado dei valori e della solidarietà, dei rapporti sociali, civili e umani verso cui si sta avviando (anche) il nostro paese, con le logiche mercatiste, liberiste, capitaliste imposte, all'occorrenza anche militari come la partecipazione quantunque subalterna all'ultima mattanza perpetrata a danno del popolo libico.
La strada della liberazione è strada anche di fratellanza in Patria e inter-nazionalismo.