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| agricoltura e mafia: la rivoluzione possibile | |
| | Autore | Messaggio |
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padegre
Numero di messaggi : 40 Data d'iscrizione : 17.08.08
| Titolo: agricoltura e mafia: la rivoluzione possibile Gio Nov 19 2009, 09:57 | |
| - agricoltura e mafia, la rivoluzione possibile - di Paolo De Gregorio, 16 novembre 2009
Ieri in Tv ho assistito per caso ad uno spezzone di trasmissione, non ricordo nemmeno su quale canale, in cui si vedeva una lunghissima fila di trattori guidati da imprenditori agricoli in marcia verso Roma per fare arrivare alle orecchie e agli occhi del governo i problemi attuali del mondo agricolo. Mi hanno colpito le dichiarazioni di uno di questi: ho 50 ettari coltivati e la mia famiglia è alla fame. Seguivano poi una serie di richieste di sostegno economico al governo per superare la crisi.
Viviamo in una epoca di grande confusione (voluta), le identità di classe sono ormai perdute, politicanti ed intellettuali, giornalisti compresi, complicano ad arte le cose semplici, pur di mantenere le cose come sono, anche il tessuto sociale e il territorio stanno marcendo. Naturalmente nessuno, né contadini, tanto meno giornalisti e politicanti, va al cuore del problema, nessuno parla di un “libero mercato” in mano alla mafia (valga come esempio il mercato generale di Fondi), dove i prezzi non rispecchiano il rapporto tra domanda e offerta, ma vengono imposti agli agricoltori che arrivano al mercato con il loro prodotto, e, per non farlo marcire, accettano il prezzo irrisorio che viene loro offerto. Naturalmente questa semplice operazione si svolge in uno scenario in cui qualunque protesta o denuncia sarebbe seguita da credibili rappresaglie, visto che sono feroci organizzazioni criminali a gestire il tutto indisturbate. Questa è una situazione che dura dal dopoguerra e nessun politicante e nessun partito ci ha mai messo le mani.
L’unica via di uscita può venire dal basso, è una via individuale o in piccole cooperative, che decidono una volta per tutte di vendere direttamente le proprie produzioni, o direttamente sul campo, o recandosi un giorno della settimana in città. Per prevenire, almeno spero, coloro che falsamente parleranno di astrattezza e impossibilità di cambiare il sistema,fornisco un dato della Coldiretti/Agri 2000, dove si registra che nel 2008, rispetto al 2007, sono in crescita gli acquisti direttamente dal produttore (+ 8%) con una stima delle vendite pari a 2,7miliardi di euro. Vi è anche la grande positività operante dei GAS (gruppi di acquisto solidale), che in genere sono gruppi di cittadini organizzati che vanno a fare acquisti direttamente dai produttori, i cui recapiti possono essere chiesti anche ad “Altroconsumo” (www.altroconsumo.it/guida superrisparmio). Se solo lo si volesse, si potrebbe riconvertire così l’agricoltura, dal basso con produzioni legate ai bisogni del territorio, a km zero, prodotti freschi e biologici, venduti direttamente dai produttori in varie forme, anche da inventare.
Vi voglio comunicare una mia personale esperienza al riguardo. Io vivo in Sardegna da 20 anni e conosco un piccolissimo allevatore di pecore e capre (nemmeno 100 capi), allevate su pascolo brado, naturale, con un prodotto, il latte, di alta qualità, che vendeva per pochi spiccioli ad un consorzio industriale che lo trasformava in pecorino. Ad un certo punto, stanco di questa vita misera, oltre a mungere due volte al giorno, si è messo a fare il formaggio da solo, con metodi tradizionali, e ha trovato un turista milanese che due o tre volte l’anno arriva con un camioncino e gli compra, pagandola profumatamente, tutta la produzione. A ciò ha aggiunto una piccola attività di agriturismo che gestisce con la moglie e i figli offrendo tutti prodotti del luogo, cucinati in modi tradizionali. Per farla breve oggi ha un ottimo reddito, e si è costruito 3 stanze con bagno per ospitare d’estate i turisti. Con la mia esortazione, sta pensando alla autonomia energetica con pannelli fotovoltaici.
Oggi è possibile uscire dal mercato per molti agricoltori, vendendo una parte della terra e destinando il ricavo alla installazione di un consistente metraggio di pannelli fotovoltaici, che attraverso il “Conto Energia” (legge che consente di vendere l’elettricità pulita a circa tre volte il costo normale) creano un reddito fisso che può aiutare a cambiare indirizzo produttivo e distributivo. Il futuro deve essere quello della autosufficienza energetica ed alimentare della nostra Italia, fuori dalla globalizzazione, con prodotti freschi e biologici a km zero, niente profitti per le mafie e i commercianti, con la vendita diretta, o come il signor Repetti (www.campodeifrutti.it) che a Piacenza fa cogliere direttamente ai consumatori i frutti del suo campo. Paolo De Gregorio | |
| | | tadiottof
Numero di messaggi : 621 Data d'iscrizione : 04.08.08
| Titolo: era post-industriale Lun Gen 11 2010, 09:00 | |
| In questa epoca non c'e' spazio ne' per l'occupazione in agricoltura (circa il 6%) ne' nell'industria (circa il 35%, ma si ridurra' al livello dell'agricoltura). 2000snlp | |
| | | tadiottof
Numero di messaggi : 621 Data d'iscrizione : 04.08.08
| Titolo: effetto Cina Lun Gen 11 2010, 15:53 | |
| Vi giro uno scambio di e-mail con un giornalista del Secolo XIX di Genova
----- Original Message ----- From: "Alberto Quarati" <quarati@ilsecoloxix.it> Sent: Monday, January 04, 2010 12:27 PM Subject: R: Effetto Cina
Come in India, dove se non sbaglio che c'è un disegno per tenere "arretrata" l'agricoltura, che ha funzione di grosso ammortizzatore sociale..
-----Messaggio originale----- Inviato: lunedì 4 gennaio 2010 7.55 A: quarati@ilsecoloxix.it Oggetto: suo articolo Effetto Cina
La forza della Cina sta nell'agricoltura. Mi spiego. L'industria cinese non ha bisogno di manodopera. In Italia, negli anni 50, per reclutare operai, si presero per fame i contadini del sud, del centro e del nord, costringendoli a migrare nel "triangolo industriale". La Cina puo' lasciare i contadini (43% di occupati) dove sono senza dover spendere energia per il lavoro dei campi. Nel 1999 ero in Cina per la maratona di Pechino. Di ritorno a Pechino dalla visita alla Grande Muraglia il giorno dopo la maratona, ho visto mietere a mano per km e km. Dovremo fare come loro: mettere in mano ai nostri operai pala e piccone, invece di macchine operatrici per piccoli lavori stradali (meno consumo di carburante, meno anidride carbonica, meno effetto serra a vantaggio per del clima). tadiottof Genova 4/1/010 | |
| | | kamo
Numero di messaggi : 271 Data d'iscrizione : 10.05.07
| Titolo: Re: agricoltura e mafia: la rivoluzione possibile Mar Mar 23 2010, 14:45 | |
| - padegre ha scritto:
- Ieri in Tv ho assistito per caso ad uno spezzone di trasmissione, non ricordo nemmeno su quale canale, in cui si vedeva una lunghissima fila di trattori guidati da imprenditori agricoli in marcia verso Roma per fare arrivare alle orecchie e agli occhi del governo i problemi attuali del mondo agricolo. (…) nessuno, né contadini, tanto meno giornalisti e politicanti, va al cuore del problema (…).
Questa è una situazione che dura dal dopoguerra e nessun politicante e nessun partito ci ha mai messo le mani. (…). Il futuro deve essere quello della autosufficienza energetica ed alimentare della nostra Italia, fuori dalla globalizzazione, con prodotti freschi e biologici a km zero, niente profitti per le mafie e i commercianti, con la vendita diretta, o come il signor Repetti (www.campodeifrutti.it) che a Piacenza fa cogliere direttamente ai consumatori i frutti del suo campo. Per i compagni di “Indipendenza”. So che i temi dell’autosufficienza energetica ed alimentare posti da Paolo, di cui ho riportato i passi secondo me più importanti, trovano in voi interesse per il progetto di liberazione nazionalitaria che perseguite e che condivido essere il passaggio preliminare per mutamenti sociali significativi. Ho letto gli interessantissimi articoli che di recente avete pubblicato sull’energia, così come gli scritti, altrettanto approfonditi e propositivi, sugli OGM. Sono aspetti che sicuramente interessano anche l’agricoltura e non solo l’Italia. Pensate di scrivere altro al riguardo e mantenere desta l’attenzione? Il primo livello importante su cui intervenire è senz’altro quello dell’informazione. Siccome ho letto in bacheca che state preparando una serie di iniziative, non avete pensato di organizzare incontri anche su queste tematiche? Secondo me consentirebbero una migliore sensibilizzazione su queste questioni e potrebbero essere aggreganti anche per ulteriori interventi politici nella società italiana. Favorirebbero il formarsi di quella massa critica che “Indipendenza” auspica per uno scenario di cambiamento sociale che sia reso possibile da una condizione di non-dipendenza e sovranità. | |
| | | alekos18
Numero di messaggi : 1117 Data d'iscrizione : 04.04.07
| Titolo: Re: agricoltura e mafia: la rivoluzione possibile Mer Mar 24 2010, 10:07 | |
| - kamo ha scritto:
- padegre ha scritto:
- Ieri in Tv ho assistito per caso ad uno spezzone di trasmissione, non ricordo nemmeno su quale canale, in cui si vedeva una lunghissima fila di trattori guidati da imprenditori agricoli in marcia verso Roma per fare arrivare alle orecchie e agli occhi del governo i problemi attuali del mondo agricolo. (…) nessuno, né contadini, tanto meno giornalisti e politicanti, va al cuore del problema (…).
Questa è una situazione che dura dal dopoguerra e nessun politicante e nessun partito ci ha mai messo le mani. (…). Il futuro deve essere quello della autosufficienza energetica ed alimentare della nostra Italia, fuori dalla globalizzazione, con prodotti freschi e biologici a km zero, niente profitti per le mafie e i commercianti, con la vendita diretta, o come il signor Repetti (www.campodeifrutti.it) che a Piacenza fa cogliere direttamente ai consumatori i frutti del suo campo. Per i compagni di “Indipendenza”. So che i temi dell’autosufficienza energetica ed alimentare posti da Paolo, di cui ho riportato i passi secondo me più importanti, trovano in voi interesse per il progetto di liberazione nazionalitaria che perseguite e che condivido essere il passaggio preliminare per mutamenti sociali significativi.
Ho letto gli interessantissimi articoli che di recente avete pubblicato sull’energia, così come gli scritti, altrettanto approfonditi e propositivi, sugli OGM. Sono aspetti che sicuramente interessano anche l’agricoltura e non solo l’Italia. Pensate di scrivere altro al riguardo e mantenere desta l’attenzione?
Il primo livello importante su cui intervenire è senz’altro quello dell’informazione. Siccome ho letto in bacheca che state preparando una serie di iniziative, non avete pensato di organizzare incontri anche su queste tematiche? Secondo me consentirebbero una migliore sensibilizzazione su queste questioni e potrebbero essere aggreganti anche per ulteriori interventi politici nella società italiana. Favorirebbero il formarsi di quella massa critica che “Indipendenza” auspica per uno scenario di cambiamento sociale che sia reso possibile da una condizione di non-dipendenza e sovranità. Proprio sul prossimo numero torniamo sul tema agricoltura. Quanto alle iniziative, hai ragione. Tieni presente che avremmo veramente tante questioni che potremmo affrontare e su buone basi di dati ed argomentative. Per cercare di dar maggior seguito stiamo puntando a coinvolgere figure titolate a parlare di volta in volta sui singoli temi, oltre che far sentire la nostra voce. Considera che questo richiede un lavoro organizzativo a diversi livelli. Passo dopo passo, confidiamo di aggregare anche strada facendo, aumentando così le forze per avere la possibilità di predisporre più gruppi di compagni che possano concentrarsi sulle singole iniziative. Si potrebbe così meglio interagire con il grosso lavoro di informazione e di analisi che svolge "Indipendenza" e che già assorbe molte energie. La cosa prendila come un invito, per te e per tutti, ad autoconvocarsi... | |
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| Titolo: Re: agricoltura e mafia: la rivoluzione possibile | |
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