E' come dici: la colonizzazione francese sull'isola è pesantissima sin dai tempi dell'occupazione. Da decenni, come dicono i còrsi, Parigi mira, in modo definitivo e irreversibile, a trasformare l'isola in un "bronzodromo" (immagine molto significativa per indicare i turisti che corrono ad abbronzarsi...). La Francia ha infatti votato la Corsica al tutto-turismo, innescando un meccanismo di dipendenza anche attraverso la penalizzazione di settori specifici, come la viticultura. Un tutto-turismo fatto di costruzioni e cementificazione delle coste che è stata per anni contrastata con una qualcerta efficacia dalla lotta armata del Fronte di Liberazione Nazionale di Corsica (FLNC). Se oggi la Corsica non versa in disastrose condizioni come la Sardegna (solo per fare un esempio), questo lo si deve all'azione del FLNC. Il Fronte ha colpito, il che è tuttora parte del suo intervento politico/militare, a più riprese, non poche volte simultaneamente in diversi punti dell'isola (le famose "notti blu" del FLNC...), le infrastrutture immobiliari (ville/villette, complessi turistici, ecc.). Si presentavano anche a decine. Se c'erano, facevano uscire tutti i presenti dai luoghi (la loro azione ha sempre mirato alle strutture e non alle persone) e poi facevano saltare tutto. Questa modalità di intervento (una lotta armata di bassa intensità, ma continua ed efficace) ha di fatto scoraggiato la speculazione, limitando notevolmente la sua opera di devastazione del territorio. Il FLNC e le organizzazioni politiche e sociali di riferimento hanno sempre rivendicato una diversa 'filosofia' del turismo, fatto di sostenibilità in termini di afflussi, di scioglimento sull'intero anno (turismo anche culturale) e non concentrato nei soli mesi estivi, e del ricorso sulle coste a strutture 'leggere', cioè prevalentemente mobili, che non deturpino il paesaggio. Un'attenzione notevole all'impatto ambientale, insomma, a dimostrazione dell'interconnessione tra istanze rivendicative nazionalitarie ed attenzione ineludibile al territorio. Quest'azione contrastiva sovente è risultata lo sbocco di un insieme protestatario di lotte politico/sociali di massa, non poche volte represse dall'intervento delle forze dell'ordine francesi con il concorso di sentenze giudiziarie che deliberavano in modo connivente con gli speculatori.
Ma è tutta la storia dell'isola ad essere una storia di sfruttamento e di dipendenza coloniale, che per Parigi ha sempre significato cercare di ridimensionare quel risveglio nazionale che è, in ogni luogo, l'impasto per una presa di coscienza autodeterminazionista, politica, a tutto campo. Non a caso il risveglio politico còrso, in epoca moderna, si riattiva sull'onda di uno scandalo finanziario che s'inscriveva in una ben più diffusa speculazione che penalizzava i piccoli viticoltori còrsi e che portò alla luce dinamiche coloniali di gestione delle finanze che da Parigi s'intrecciavano nei suoi referenti clanici locali, ben esemplificate nella specifica vicenda che fece da detonatore politico. Il 21 agosto 1975, infatti, alla cava vinicola di Aleria, una decina di uomini occupa la casa colonica Depeille di un viticoltore di Aleria, di origine "pied-noir" (quei francesi -di cittadinanza, non sempre di origine- rimpatriati dall'Algeria a partire dal 1962 -in conseguenza della vittoriosa lotta del FLN algerino- e mandati come coloni in Corsica con una serie di privilegi d'accompagno). Il fatto rappresenterà la scintilla di un risveglio politico e di una determinazione alla lotta di liberazione che è storia anche dei nostri giorni.
Ci sarebbe molto da dire al riguardo. Al riguardo, non è da scartare l'idea e la possibilità di organizzare degli incontri pubblici informativi sulla storia politica e sul presente della lotta di liberazione nazionale e sociale in Corsica. Se hai modo di attivarti in tal senso, da parte nostra c'è ovviamente la disponibilità ad intervenire. Segnalo, inoltre, a te e a tutti, un'iniziativa che ogni anno si tiene a Corti, agli inizi di agosto: le Ghjurnate Internaziunale. Un evento cui partecipano rappresentanti di molti movimenti nazionalitari di liberazione, tra cui i baschi che richiamavi, le cui lotte sono state un riferimento importante nella crescita politica del movimento di liberazione còrso (parlando con militanti e dirigenti questo ci è stato detto a più riprese), ad esempio nella strutturazione dell'insieme delle organizzazioni politiche, sociali e culturali, e relative interconnessioni, importanza manifesta a tutt'oggi nell'intreccio di rapporti anche di solidarietà tra i due movimenti nazionalitari di liberazione.