Destra, Sinistra e cultura anti-capitalistica

AgrimensoreK ha scritto:

altrestorie ha scritto:

Se la sinistra in questi anni fosse riuscita a convincere un decimo del suo elettorato a non comprare mondadori a non guardare mediaset, a non assicurarsi mediolanum , Berlusconi si sarebbe dimesso da solo perchè avrebbe perso una montagna di quattrini ed il suo impero sarebbe andato a puttane.

Qui cogli il punto che a sinistra ci ostiniamo a sottovalutare: è certamente vero che i leader della sinistra c’hanno abbondantemente messo del loro per rendere la situazione drammatica, ma il vero punto è che la sinistra – non quella anagrafica, ma quella che vive con coscienza la propria essenza – è fortemente minoritaria in questa società. Essere di sinistra in una società pervasivamente capitalista, consumista, individualista e competitiva oggi è molto faticoso e richiede un impegno che va oltre la dialettica. La maggior parte delle persone non si pone il problema di cosa significa, per esempio, avere la propria pensione garantita da un fondo azionario incontrollato, il conto bancario presso una ‘banca armata’, ‘comprare’ l’acqua da ACEA, le scarpe della Nike, pessimi paninazzi da Mcdonald, affidarsi a canali di informazione (che divengono facilmente e tristemente di formazione) totalmente controllati ed asserviti ecc ecc. È pressoché impossibile affrancarsi da tutto questo perché queste cose fanno incoscientemente parte del quotidiano, ed è un quotidiano che esclude strutturalmente la sinistra (sia quella marxista storica che vorrebbe che chi vi aderisce non fiancheggi imprese che sfruttano il lavoro sia quella moderna, pacifista ed ecologista), e insinua giorno per giorno un livello sempre più alto di accettazione dei fondamentali della destra liberale (sul piano economico) e retriva (sul piano delle libertà individuali). Esattamente ciò che serve al mercantilismo delle imprese globali, al cinismo delle potenze piccole e grandi ed ai nostri mediocri governati, che se dovessero prendere il largo rispetto alla corrente che porta il mondo non saprebbero trovare alcuna rotta, centrodestri o centrosinistri che siano. Il risultato è che oggi il popolo della sinistra è assai più arrendevole e praticante costumi destrorsi e destrogeni di quanto non lo fosse la borghesia ottocentesca, che almeno per quanto riguardava le proprie prerogative e la propria coscienza di classe era molto attenta.

E' un punto molto importante, quello che poni. Vogliamo parlarne qui?

AgrimensoreK ha scritto:

altrestorie ha scritto:

Se la sinistra in questi anni fosse riuscita a convincere un decimo del suo elettorato a non comprare mondadori a non guardare mediaset, a non assicurarsi mediolanum , Berlusconi si sarebbe dimesso da solo perchè avrebbe perso una montagna di quattrini ed il suo impero sarebbe andato a puttane.

(...) Essere di sinistra in una società pervasivamente capitalista, consumista, individualista e competitiva oggi è molto faticoso e richiede un impegno che va oltre la dialettica. La maggior parte delle persone non si pone il problema di cosa significa, per esempio, avere la propria pensione garantita da un fondo azionario incontrollato, il conto bancario presso una ‘banca armata’, ‘comprare’ l’acqua da ACEA, le scarpe della Nike, pessimi paninazzi da Mcdonald, affidarsi a canali di informazione (che divengono facilmente e tristemente di formazione) totalmente controllati ed asserviti ecc ecc. È pressoché impossibile affrancarsi da tutto questo perché queste cose fanno incoscientemente parte del quotidiano, ed è un quotidiano che esclude strutturalmente la sinistra (sia quella marxista storica che vorrebbe che chi vi aderisce non fiancheggi imprese che sfruttano il lavoro sia quella moderna, pacifista ed ecologista), e insinua giorno per giorno un livello sempre più alto di accettazione dei fondamentali della destra liberale (sul piano economico) e retriva (sul piano delle libertà individuali). (...). Il risultato è che oggi il popolo della sinistra è assai più arrendevole e praticante costumi destrorsi e destrogeni di quanto non lo fosse la borghesia ottocentesca, che almeno per quanto riguardava le proprie prerogative e la propria coscienza di classe era molto attenta.

Due cose chiederei: 1) la pratica del boicottaggio è quindi inefficace? 2) I fatti ti danno ragione, ma allora si è sconfitti in partenza, considerando che gran parte della sinistra è parte del problema che poni? Che fare?

Non confondiamo la gente di sinistra o di destra con i Partiti di: sinistra o destra.
Per Partiti di sinistra intendo i partiti che organizzano le legittime richieste della gente che lavora, mentre i partiti della destra disorganizzano, materialmente, con la distruzione delle sedi sindacali, dei giornali, delle sezioni di Partito (fascismo), culturalmente, con la disinformazione, con la cancellazione dai programmi di storia delle conquiste operaie sulla giustizia e sul salario ecc. ecc.
Se manca il Partito, come succede oggi, e' molto difficile che la gente riesca a organizzarsi.
Al massimo ("Massimo" ma pure "Walter" !) ognuno puo' dire: "I care" e puo' stare bene attento.
2000snlp

tadiottof ha scritto:

Non confondiamo la gente di sinistra o di destra con i Partiti di: sinistra o destra (...)

Certo, solo che nell'intervento di Agrimensorek coglievo un altro punto, relativo alla pervasività nel quotidiano della natura consumista, individualista e competitiva del capitalismo, tale (come diceva Agrimensorek) da insinuare "giorno per giorno un livello sempre più alto di accettazione dei fondamentali della destra liberale (sul piano economico) e retriva (sul piano delle libertà individuali)". Questa pervasività nel quotidiano, scriveva A., investe non solo leader e partiti ma anche persone di sinistra. Da qui il mio interrogativo.

tadiottof ha scritto:

Se manca il Partito, come succede oggi, e' molto difficile che la gente riesca a organizzarsi.

A te quindi chiedo: come potrebbe un Partito contrastare questa pervasività. Su quali basi teoriche si dovrebbe fondare? Quale indirizzo politico e linee programmatiche dovrebbe avere? Mi sembra che i partiti (anche comunisti) grandi e piccoli non manchino qui da noi, in Italia. Purtuttavia le cose mi sembra peggiorino. Sostenere che si tratti di "falsi" partiti comunisti, come sovente sento nelle accuse reciproche e nelle polemiche tra appartenenti a (o fautori di nuovi) partiti comunisti, non pensi che stia forse ad indicare che alla base c'è qualcosa di più problematico del pur importante problema organizzativo? E che su questo bisognerebbe anche interrogarsi?

kamo ha scritto:

tadiottof ha scritto:

Non confondiamo la gente di sinistra o di destra con i Partiti di: sinistra o destra (...)

Certo, solo che nell'intervento di Agrimensorek coglievo un altro punto, relativo alla pervasività nel quotidiano della natura consumista, individualista e competitiva del capitalismo,

Il consumismo non e' "capitalista"

tadiottof ha scritto:

Se manca il Partito, come succede oggi, e' molto difficile che la gente riesca a organizzarsi. A te quindi chiedo: come potrebbe un Partito contrastare questa pervasività.

Il consumismo non e' nemmeno "comunista".
Non solo l'uomo, ma tutti gli organismi vivi sono consumatori

Voglio dire che il Partito (per antonomasia) serve a organizzare gli interessi di una parte, cosi' come la DC organizzava gli interessi della Chiesa e la Confindustria organizza gli interessi degli industriali e, con la sua lobby, influenza le scelte della politica.
Gli interessi dei lavoratori, da non confondere con consumatori, possono essere diversi, ma non necessariamente, da quelli dei "padroni", se i padroni fossero leali, onesti e saggi.
2000snlp

Si leggeva di un operaio di Vladivostok, morto dopo essersi dato fuoco.
Il motivo del suicidio era dovuto al rifiuto dell'apposita commissione, per la terza volta, a concedergli il permesso di comprarsi una lavatrice.
Il permesso gli era negato perche' era single e le lavatrici erano per le famiglie.
Evidentemente le lavatrici erano poche.
Ma in una economia pianificata, come poteva essere possibile che la produzione di lavatrici fosse inferiore alle richieste?
Forse non c'era abbastanza manodopera! In questo caso si doveva mandare in fabbrica i membri "passacarte" della apposita commissione.
L'URSS e' fallita anche per l'ottusita' della burocrazia.
In Occidente la produzione non ha limiti, fino a colpevolizzare i consumatori perche' consumisti.
2000snlp