Le donne tornano nelle piazze d'Italia. Al nuovo appuntamento "Se non ora quando?" hanno manifestato in molte città all'insegna di slogan come "senza di noi non si esce dalla crisi" e "le donne devono governare". Assolutamente rilevante il ruolo delle donne, come in tutti i movimenti patriottici degni di questo nome. Ma non c'è categoria o classe che sia bastevole di per sé. Sia perché vi sono funzioni sociali, interessi materiali e riferimenti ideologici che frammentano ogni categoria e classe, sia perché ciò che qualifica sono le proposte che siano riflesso di capacità di lettura delle situazioni reali, concrete, e delle prospettive che si prefigurano.
Il 13 febbraio scorso ci si scagliò decisamente contro Berlusconi. Perché non ci si è scagliati a chiara voce contro il modello euroatlantico che da tempo, progressivamente, ci sta portando sempre più a fondo? Perché non ci si è scagliati a chiara voce contro l'esecutivo euroatlantico di Monti? Perché, sempre a chiara voce, non contro la ministro Elsa Fornero e le sue lacrime ipocrite, un'esperienza acquisita come membro di commissioni della UE e della Banca Mondiale nel riscrivere al ribasso, come ha fatto adesso per l'Italia, le riforme previdenziali di paesi le cui economie, "assistite" da prestiti vincolanti, sono state obbligate a transizioni iperliberiste da lacrime e sangue?
Come ieri la Gelmini, oggi anche la Fornero. Come ieri Berlusconi, oggi anche Monti. E' necessario lottare contro un sistema di dominio anti-sociale ed anti-nazionale di dominanti sovranazionali e sub/dominanti interni.