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| Marchionne, l'arroganza Fiat e l'Italia | |
| | Autore | Messaggio |
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alekos18
Numero di messaggi : 1117 Data d'iscrizione : 04.04.07
| Titolo: Marchionne, l'arroganza Fiat e l'Italia Lun Ott 25 2010, 16:25 | |
| "Fiat potrebbe fare di più, se potesse tagliare l'Italia". Così Sergio Marchionne.
E' la versione 'di fase' dell'arroganza padronale targata amministratore delegato della Fiat. Domanda: com'è che è un Fini (F-i-n-i) a ricordare che se Fiat è ancora una multinazionale [oggi ancor più americana di ieri, ndr] è perché, a garantirlo, c'è stato il contribuente italiano [cioè, a dir meglio, connivenze e intrecci affaristico/politici in Italy-land tra (sub/)dominanti e grande impresa privata, ndr]?
Marchione parlerà pure come uno straniero in patria, ma di straniero in patria non c'è solo la storia politico/sociale della Fiat, ma anche le connivenze dei ceti politici subalterni di destra, centro e sinistra che l'hanno foraggiata. | |
| | | tadiottof
Numero di messaggi : 621 Data d'iscrizione : 04.08.08
| Titolo: competitivita' Lun Ott 25 2010, 21:19 | |
| Tagliare l'Italia per Marchionne avra' il significato di tagliare l'erba, di liberarsi dai lacci e lacciuoli della burocrazia. I funzionari sono i primi a mettere i bastoni tra le ruote e i politici fanno leggi, regole, che sono boomerang. Mi ricordo che Montezemolo nel suo discorso di insediamento come presidente della Confindustria sottolineo', ripetendo per tre volte, la parola competitivita'. La competitivita' non e' la concorrenza, ma la certezza di poter lavorare senza che si intromettano funzionari ottusi. Discorso a parte sono le connivenze politiche del passato tra la famiglia Agnelli e i maggiorenti dei partiti: DC, PLI, PSDI, PRI, PSI. Ma Marchionne non c'era. 2000snlp | |
| | | massimiliano veneziani
Numero di messaggi : 3 Data d'iscrizione : 26.10.10
| Titolo: Re: Marchionne, l'arroganza Fiat e l'Italia Gio Ott 28 2010, 12:34 | |
| Marchionne sta facendo ciò che sta nell'agenda di chi ha creato quest'Europa e questa globalizzazione! Finché erano aziende medie o piccole ad andare all'estero e sfruttare i popoli del terzo mondo, non diceva niente nessuno. Comunque lui è l'apripista per una stagione di sofferenze della classe operaia con la complicità di tutti i partiti da destra a Niki Vendola. Direi che, oltre le lotte operaie, dobbiamo arrivare alla radice del problema che è colpire il consumo inutile di merci che tra l'altro sono prodotte in Bangladesh. Basta con il consumismo, consumiamo quanto ci serve; solo così ci sarà la possibilità di fregare 'sti rumentoni. L'unica cosa che invece dobbiamo fare è dichiarare guerra sui servizi essenziali perché sennò siamo morti (vedi acqua, sanità ecc). RIPRENDIAMOCI L'ITALIA E CACCIAMO A CALCI IN CULO CAPITALI ESTERI, BANCHIERI, SPECULATORI ED IL SIGNOR MARCHIONNE! | |
| | | alekos18
Numero di messaggi : 1117 Data d'iscrizione : 04.04.07
| Titolo: Re: Marchionne, l'arroganza Fiat e l'Italia Sab Ott 30 2010, 01:29 | |
| - massimiliano veneziani ha scritto:
- Marchionne sta facendo ciò che sta nell'agenda di chi ha creato quest'Europa e questa globalizzazione! Finché erano aziende medie o piccole ad andare all'estero e sfruttare i popoli del terzo mondo, non diceva niente nessuno. Comunque lui è l'apripista per una stagione di sofferenze della classe operaia con la complicità di tutti i partiti da destra a Niki Vendola. Direi che, oltre le lotte operaie, dobbiamo arrivare alla radice del problema che è colpire il consumo inutile di merci che tra l'altro sono prodotte in Bangladesh. Basta con il consumismo, consumiamo quanto ci serve (...)
La prima parte del tuo intervento necessiterebbe di una riflessione (con puntualizzazioni di merito) che ci porterebbe un po' lontano. Niente si lascia, tutto si riprende, in un modo o in un altro, prima o poi... Adesso qualche considerazione su un tuo passaggio: " radice del problema...colpire il consumo inutile". Lo richiami qui, parlando di Fiat, ma il concetto sarebbe riproponibile su altre questioni, ad esempio quella relativa ai rifiuti, attualmente e periodicamente ritornante con l'aprirsi di sempre nuove discariche e di legittime nuove resistenze, necessarie ma testimoniali nel quadro esistente. Se infatti il " consumo inutile" esiste, senza nulla togliere alla necessità di discuterlo (tra l'inutile e l'utile, con agli antipodi l'estremamente futile e lo strettamente necessario 'monastico', la 'linea di confine' è quantomeno elastica e quindi discutibile), manca il percorso, il come "colpirlo". Ammesso e non (ancora) concesso che si sappia cosa sia " inutile", oggi permane per la maggiore una critica morale che al più si accompagna con (anche apprezzabili) concreti fatti individuali o organizzati su micro-scale di fattivo volontariato. Non ho nulla contro l'indignazione morale se –come dire– ben orientata, ma è bene essere consapevoli che a fronte del modo (e delle logiche) di produzione dominante e dei relativi rapporti sociali serve molto di più. Ri-orientare il consumo (oltre il cono d'ombra di cui sopra) rimanda al ri-orientamento preliminare della produzione (per non parlare di distribuzione / commercializzazione e di smaltimento / riciclaggio dei rifiuti). Ma tutto questo –che non è ancora tutto– presuppone un ben diverso scenario e ancor prima l'affermarsi di una ben diversa matrice politica. - massimiliano veneziani ha scritto:
- L'unica cosa che invece dobbiamo fare è dichiarare guerra sui servizi essenziali perché sennò siamo morti (vedi acqua, sanità ecc).
Siamo in un orizzonte d'idee affine a quanto si diceva prima. Non sarei però restrittivo, nel senso che non parlerei di " unica cosa". C'è una pluralità di conflitti (acqua, sanità e non solo, quindi) in cui gli interessi privatistici (interni-esterni al paese) fattivamente confliggono con quelli collettivi, generali. Diciamo allora che è necessario imprimere valore aggiunto a questi conflitti, marcandone la valenza nazionale, patriottica, per la posta in gioco e le effettive ricadute sociali, di classe, che incorporano. | |
| | | alekos18
Numero di messaggi : 1117 Data d'iscrizione : 04.04.07
| Titolo: Re: Marchionne, l'arroganza Fiat e l'Italia Sab Gen 15 2011, 17:46 | |
| Il 54% di "sì", a Mirafiori, è una vittoria numerica, ma una sconfitta politica e sociale. Ottenuta, per giunta, solo grazie al voto determinante degli impiegati della carrozzeria, prevalentemente gerarchia aziendale, cioè capi e uomini delle strutture del personale. Ben diverso il voto operaio delle linee di montaggio.
Si è votato sotto ricatto, sotto pressione "economica" della tenuta o meno del posto di lavoro in relazione all'esito. L'autoritarismo e il fascismo aziendale, che segnano un ulteriore passo in avanti con l'americana Chrysler-Fiat, si contrasta sui posti di lavoro, e si deve contrastare nella società.
Con il fascismo la Patria muore. E non lo si ferma e si rovescia solo con lotte isolate di classe, ma innestando tutte le lotte di emancipazione, per i diritti, in una grande lotta patriottica di liberazione, per un effettivo risorgimento nazionale. C'è da discutere, confrontarsi e lavorare in tal senso... | |
| | | tadiottof
Numero di messaggi : 621 Data d'iscrizione : 04.08.08
| Titolo: perche' Sab Gen 15 2011, 20:35 | |
| - perche' Marchione avra' voluto un refendum, visto che anche coloro che hanno votato si', hanno poi detto di averlo fatto a malincuore. - perche' nessuno ha prospettato l'ipotesi di "serrata"? Nemmeno Landini? I beni prodotti dalla catena di montaggio sono frutto della ricerca, della scienza: telefonino, auto, PC, lavatrici, pannelli solari e fotovoltaici ecc. ecc. Non sono proprieta' del capitale, del padrone della fabbrica. 2000snlp | |
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| Titolo: Re: Marchionne, l'arroganza Fiat e l'Italia | |
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| | | | Marchionne, l'arroganza Fiat e l'Italia | |
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