Irlanda del Nord. "Sunday Bloody Sunday"

1972. "Domenica di sangue". Una delle tante nella storia d'Irlanda. I parà britannici sparano su un corteo pacifico che chiede diritti civili. Muoiono tredici persone, tra cui 6 ragazzi. Una 14^ morirà in seguito, per le ferite riportate. Dopo quel massacro, c'era la fila di giovani, uomini e donne che chiedeva di entrare nella lotta armata di resistenza dell'IRA (Irish Republican Army; Óglaigh na hÉireann, Volontari d'Irlanda, il nome gaelico dell'IRA). In tutto il paese scoppiano rivolte. Da Derry i britannici vengono cacciati e l'IRA controlla la città con il sostegno della popolazione. All'inizio del video la scritta dice proprio questo: "stai entrando in Derry libera".

"Sunday Bloody Sunday" (U2): https://www.youtube.com/watch?v=XwK6nemVSQQ

Ieri ricorreva il Bloody Sunday (la Domenica di sangue) di Derry. Dopo 36 anni la strage irlandese resta ancora senza giustizia. Le vittime di quel massacro furono 14, di cui otto in età compresa tra i 17 e i 20 anni. Per ricordare, posto un articolo di Bianca Penna (dell'Asg).

Segnalo inoltre, per chi avesse intenzione di partire alla volta dell'Irlanda e volesse recarsi a Derry, il Museum of Free Derry. Vale la pena visitarlo. Qualcosa lo si può vedere, intanto, anche qui http://www.museumoffreederry.org/ .



Si respira aria diversa a Derry oggi. Forse perché di anni ne sono passati 36 da quella domenica di gennaio, tristemente famosa in tutto il mondo come 'Bloody Sunday', la domenica di sangue.
Si respira aria diversa nel quartiere del Bogside situato nel centro della città, perché quel giorno del 1972 a Derry, Londonderry per gli unionisti, la gente era scesa in strada per chiedere un pugno di diritti che la corona inglese non aveva nessuna intenzione di dare.

In quegli anni la spirale di violenza era fortemente aumentata.
Il Bogside, quartiere nazionalista, veniva ripetutamente attaccato dagli unionisti protestanti. Nel 1969, nelle prime settimane di agosto, il bilancio in tutta l'Irlanda del nord era di 500 case cattoliche incendiate e 1500 persone costrette ad abbandonare le loro abitazioni. Nell'agosto del 1971 fu introdotto l'internamento senza processo per i detenuti cattolici. Il Northern Ireland Civil Rights Association (Nicra) organizzó per quella mattina del 1972 una marcia a Derry per chiedere il diritto al voto per ogni persona, l'abolizione della legge d'emergenza e del gerrymandering, uno stratagemma elettorale che permetteva agli unionisti di avere seggi anche nelle circoscrizioni nelle quali non c'era la maggioranza, e la fine delle discriminazioni sul lavoro per gli irlandesi. "La marcia per i diritti civili", non autorizzata, si snodava tra le stradine della piccola cittadina irlandese: a partecipare donne e bambini, ma soprattutto tanti giovani per i quali il sogno dell'Irlanda libera, e degli irlandesi liberi, continuava a non morire.
Se da una parte c'erano i civili, dall'altra parte del muro c'era un reggimento speciale, i parà di Sua Maestà, capitanati dal colonnello Wilford, con l'ordine perentorio di disperdere la manifestazione. Giornalisti e fotoreporter ripresero le immagini di quella crudele mattina quando l'esercito incominció a sparare sulla folla, lasciando con l'amaro in bocca un mondo intero.

Rivalità tra cattolici e protestanti? A camminare per quelle strade ci si rende conto che la storia non racconta questo: il contrasto nasce perché un popolo è stato spodestato dalla sua terra, messo in ginocchio, relegato nei quartieri.
Una commissione d'inchiesta governativa aperta subito e affidata a lord Widegery per indagare sui fatti della Bloody Sunday accolse la tesi della difesa dei militari.
Il colonnello che aveva coordinato l'operazione ricevette un encomio, mentre i manifestanti furono ritenuti colpevoli, nonostante non ci fosse alcuna prova per dimostrare che fossero armati. Le vittime di quel massacro furono 14, di cui otto in età compresa tra i 17 e i 20 anni. Tutte le loro famiglie, a distanza di 36 anni, non hanno ancora avuto giustizia.

Si respira aria diversa a Derry oggi.
Perchè c'è un museo che ricorda quei caduti, perchè c'è un monumento dedicato a loro, perchè la marcia per i diritti civili, ora, nel 2008, non si è ancora fermata, perchè tra le strade della città ogni palazzo è un murales, ogni angolo è un ricordo.
Perchè il 'Free Derry Wall', il muro con la scritta 'You are now entering free Derry', continua a campeggiare al centro della città, simbolo dell'indipendenza irlandese, per non dimenticare mai.