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 "Cosa rossa"

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kamo

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MessaggioTitolo: "Cosa rossa"   "Cosa rossa" Icon_minitimeMar Giu 26 2007, 02:55

Leggo su La Stampa (25 giugno) dichiarazioni di Bertinotti che innanzitutto delineano, in maniera sempre più evidente, il superamento-scioglimento di Rifondazione Comunista in una “Cosa rossa” che andrebbe dai fuoriusciti DS di Mussi al PdCI. Quindi si individua in Veltroni il "leader" del Partito Democratico ma anche il "candidato premier del centrosinistra". Nell'articolo Mussi plaude fondamentalmente in nome dell’"antiberlusconismo". Comunque, in quest’articolo, già emergono forti dissensi tra dirigenti di Rifondazione per quest’uscita. Che ne pensate?
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alekos18

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MessaggioTitolo: Re: "Cosa rossa"   "Cosa rossa" Icon_minitimeMer Giu 27 2007, 23:48

Ci sarebbero tante cose da dire. Focalizzerò brevemente l'attenzione solo sul punto che riguarda quei partiti che nel nome si richiamano al comunismo, con l'occhio rivolto, più che altro, a quel mondo di uomini e donne che al comunismo continuano a guardare come una bandiera e una prospettiva di emancipazione. Sui due partiti maggiori (PRC e PdCI) ritengo che il loro destino sia in linea con quel che è oggi: dal centrosinistra si passerà ad essere componente esterna del futuro Partito Democratico dalla cui moderazione sistemica non potrà né politicamente, né culturalmente prescindere. La legge elettorale che sarà varata, poi, indurrà a sempre più miti consigli.

Le reazioni scissioniste, che già adesso ne riproducono di ulteriori al loro stesso interno, non le vedo come un fattore di vitalità e di arricchimento dialettico, ma come un penoso processo di deriva e di sbandamento, con all'origine un pur comprensibile e 'nobile' atteggiamento a non rassegnarsi ad essere ruota di scorta sinistra dei dominanti. Purtuttavia non mi pare emergano spinte risolutive in direzione della soluzione del problema di fondo. Che secondo me sta in ciò, nel fatto cioè che la parola "comunismo", con buona pace di chi voleva rifondarla, è debole più nel suo significato di senso, nella prospettiva di società che realisticamente vuole determinare che non nella rivendicazione di istanze congiunturali e in una critica all'ingrosso dell'esistente. Non si sa mettere in discussione l'ordine economico dominante e nemmeno rappresentare una forza contestatrice politico/sociale dirompente sulla scia che nel mondo mostrano di avere i movimenti di liberazione nazionale. La mancata assunzione della questione nazionale come snodo di un rivoluzionamento dei rapporti di dominio e sociali non hai idea di quanto si paghi in questo paese. Il comunismo ha rappresentato una grande sfida -la prima- al sistema capitalistico. Ritengo che ci si debba interrogare a fondo sulla natura sistemica dominante, sulle dinamiche geopolitiche mondiali, sui nodi teorici e pratici di un diverso modo di produzione e di formazione sociale.

La parola "comunismo" mi sembra essere diventata un contenitore rassicurante, comodo (per certi versi) perché elude dietro una reiterazione identitaria e testimoniale l'affrontare a fondo non solo legittime istanze protestatarie e rivendicative, ma anche un versante propositivo di come e dove si vuole andare a parare. Qui, in ballo, non è il tacciare di tradimento Bertinotti, Cossutta, Diliberto, Ferrando e via via altri omessi e a seguire; il dramma è che al massimo, man mano che ci si scinde, si riescono a vedere e formulare diagnosi grosso modo impietose e condivisibili. Poi, però, le risposte latitano e si surrogano con la ripetizione stantia di vecchie parole d'ordine che ci si sforza di credere ancora attuali e risolutive. Il vero dramma della Cosa Rossa e dei suoi satelliti e satellitini critici e iper-critici mi pare tutta qui, in uno smarrimento di senso e di prospettiva. Il che, proprio perché coinvolge uomini e donne che hanno ritenuto di chiamare "comunismo" una critica radicale ai capitalismi e al trascrescere di alcuni di questi in imperialismo, non può lasciarci indifferente e per le stesse ragioni di fondo ci chiama in causa.
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alekos18

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MessaggioTitolo: Sul dimissionamento di Nando Simeone   "Cosa rossa" Icon_minitimeDom Set 16 2007, 13:30

Mi sembra si tratti di una vicenda molto significativa, quella di Nando Simeone, sfiduciato il 13 settembre dalla carica di Vicepresidente del Consiglio provinciale “per partecipazione a iniziative e manifestazioni contrarie al decoro dell’Istituzione” (la goccia che ha fatto traboccare il vaso è la sua opposizione alla cementificazione di Caltagirone).

Questa vicenda, che ben si inserisce nella discussione che Kamo ha aperto, è certamente locale, ma nient'affatto isolata sul territorio nazionale. Se si guarda alla politica generale avallata al governo da forze come Rifondazione Comunista (ma si potrebbero interrogare PdCI e Verdi) il quadro diventa molto più chiaro. Insomma, l'americano Partito Democratico incombe sempre più all'orizzonte.

Ascoltate l'intervista, ci sono molti spunti interessanti...
http://www.namir.it/irradio/simeone.htm
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kamo

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MessaggioTitolo: Re: "Cosa rossa"   "Cosa rossa" Icon_minitimeVen Set 21 2007, 14:59

Ho appena ascoltato le interessanti affermazioni di Simeone. Significativo lo "spostamento a destra" dell'eventuale futura "cosa rossa" che scaturirebbe dalla nascita del partito democratico. Secondo me sarebbe però anche da rilevare la deriva sempre più parassitaria dei "poteri forti" di questo paese: vedasi appunto il piano territoriale della provincia di Roma di cui parla il defenestrato Simeone.
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MessaggioTitolo: Re: "Cosa rossa"   "Cosa rossa" Icon_minitimeVen Set 21 2007, 21:44

Innanzitutto ben ritrovato.

Se non l'hai già fatto, considera che sulla rivista cartacea (ad esempio in vari editoriali disponibili sul sito www.rivistaindipendenza.org) non mancano affatto analisi e considerazioni a riguardo.

A presto
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lu agnello




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MessaggioTitolo: "Cosa Rossa" e Ici per la Chiesa   "Cosa rossa" Icon_minitimeMer Nov 14 2007, 22:08

Che succede nelle aule parlamentari mentre il paese subisce l'attacco delle "armi di distrazione di massa"?

Dopo l'astensione (che al Senato significa voto contrario) sull'emendamento per cancellare la berlusconiana esenzione dell'Ici per la Chiesa e dopo e dopo il respingimento di tutti gli emendamenti sociali (recupero fiscal drag, tassazione rendite, tobin tax, taglio delle spese per armamenti e missioni militari), la 'Cosa rossa', in nome della fedeltà all'alleanza di governo, produce ora uno strappo con la sua storia anche su un provvedimento politico e simbolico, che tra l'altro farebbe risparmiare alle casse dello Stato 30 milioni di euro.
E non si dica che su questo sarebbe caduto il governo (215 tra contrari e astenuti, 86 favorevoli all'emendamento)!
Siamo all'appiattimento totale sulle politiche liberiste e di guerra del governo, come anche il sostegno al decreto sicurezza dimostra inequivocabilmente
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MessaggioTitolo: Re: "Cosa rossa"   "Cosa rossa" Icon_minitimeVen Nov 16 2007, 12:08

Ciao, Lu Agnello. Leggo dall'agenzia di notizie AGI (15 novembre). "A sinistra abbiamo sostituito palazzo Chigi al palazzo d'Inverno, ma non è stata un'idea brillante" aver privilegiato "la presa di potere alla costruzione della società". Così il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, in un passaggio del suo intervento al seminario 'La nuova legge elettorale tra populismo e antipolitica', organizzato dall'Associazione Amici dell'Istituto Luigi Sturzo, in merito alle distorsioni causate dal sistema elettorale che ha indotto le forze politiche a dar vita ad "alleanze fatte solo per guadagnare il governo". Dà da pensare a diverse cose, non trovi?
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MessaggioTitolo: Che vergogna - di Alex Zanotelli   "Cosa rossa" Icon_minitimeVen Nov 23 2007, 13:01

CHE VERGOGNA!


Rimango esterrefatto che la Sinistra Radicale (la cosiddetta Cosa Rossa) abbia votato, il 12 novembre con il Pd [Partito Democratico di Veltroni, ndr] e tutta la destra, per finanziare i CPT [i cosiddetti Centri di Permanenza Temporanea, veri e propri lager, per immigrati, ndr], le missioni militari e il riarmo del nostro paese. Questo nel silenzio generale di tutta la stampa e i media. Ma anche nel quasi totale silenzio del “mondo della pace “.

Ero venuto a conoscenza di tutto questo poche ore prima del voto. Ho lanciato subito un appello in internet: era già troppo tardi. La “frittata“ era già fatta. Ne sono rimasto talmente male, da non avere neanche voglia di riprendere la penna. Oggi sento che devo esternare la mia delusione, la mia rabbia. Delusione profonda verso la Sinistra Radicale che in piazza chiede la chiusura dei “lager per gli immigrati “, parla contro le guerre e l’ imperialismo e poi vota con la destra per rifinanziarli. E sono fior di quattrini! Non ne troviamo per la scuola, per i servizi sociali, ma per le armi SI’! E tanti!! Infatti la Difesa, per il 2008, avrà a disposizione 23,5 miliardi di euro: un aumento di risorse dell’11% rispetto alla finanziaria del 2007, che già aveva aumentato il bilancio militare del 13%. Il governo Prodi in due anni ha già aumentato le spese militari del 24 %!! Ancora più grave per me è il fatto dei soldi investiti in armi pesanti. Due esempi sono gli F35 e le fregate FREMM. Gli F35 (i cosiddetti Joint Strike Fighter) sono i nuovi aerei da combattimento (costano circa 110 milioni di euro cadauno). Il sottosegretario alla Difesa Forcieri ne aveva sottoscritto, a Washington, lo scorso febbraio, il protocollo di intesa. In Senato, alcuni (solo 33) hanno votato a favore dell’emendamento Turigliatto contro il finanziamento degli Eurofighters, ma subito dopo hanno tutti votato a favore dell’ articolo 31 che prevede anche il finanziamento ai satelliti spia militari e le fregate da combattimento FREMM.
Per gli Eurofighters sono stati stanziati 318 milioni di euro per il 2008, 468 per il 2009, 918 milioni per il 2010, 1.100 milioni per ciascuno degli anni 2011 e 2012!
Altrettanto è avvenuto per le fregate FREMM e per i satelliti spia.

E’ grave che la Sinistra, anche la Radicale, abbia votato massicciamente per tutto questo, con la sola eccezione di Turigliatto e Rossi, e altri due astenuti o favorevoli. Purtroppo il voto non è stato registrato nominativamente! Noi vogliamo sapere come ogni senatore vota! Tutto questo è di una gravità estrema! Il nostro paese entra così nella grande corsa al riarmo che ci porterà dritti all’attacco all’Iran e alla guerra atomica. Trovo gravissimo il silenzio della stampa su tutto questo: una stampa sempre più appiattita! Ma ancora più grave è il nostro silenzio: il mondo della pace che dorme sonni tranquilli. E’ questo silenzio assordante che mi fa male. Dobbiamo reagire, protestare, urlare! Il nostro silenzio, il silenzio del movimento per la pace significa la morte di milioni di persone e dello stesso pianeta. La nostra è follia collettiva, pazzia eretta a Sistema. E’ il trionfo di «O. Sistema». Dobbiamo riunire i nostri fili per legare il Gigante, l’Impero del denaro. Come cittadini attivi non violenti dobbiamo formare la nuova rete per dire No a questo Sistema di Morte e un Sì perché vinca la Vita.

Alex Zanotelli
16 novembre 2007

Le firme di adesione vanno inviate a:
alex.zanotelli@libero.it
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kamo

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MessaggioTitolo: Lettera aperta a Rifondazione   "Cosa rossa" Icon_minitimeLun Dic 17 2007, 00:58

Al Comitato Politico Nazionale del Partito della Rifondazione

Al Collegio Nazionale di Garanzia,

Alle compagne e ai compagni di Rifondazione

Carissime/i,

E'con rammarico che vi scriviamo questa lettera e compiamo questo passo. Il rammarico di

chi ha costruito fin dagli inizi questo partito investendo le proprie
energie e la propria passione militante in un progetto allora
affascinante e ambizioso: la rifondazione comunista. Questo progetto
non esiste più, il patto originario che ci aveva tenuto insieme è stato
spezzato e il Prc non solo ha alle spalle un'esperienza di governo
fallimentare, che ne ha snaturato il senso e il ruolo, ma si appresta a
una capriola politica in direzione di una nuova soggettività,
l'Arcobaleno, che chiude un ciclo politico e manda a casa migliaia di
militanti. Come se non bastasse, tutto questo viene realizzato con il
sequestro del congresso agli iscritti e alle iscritte in modo tale che
quando verrà restituita loro la parola le scelte principali saranno
state già fatte.Noi non ci stiamo e pensiamo che sia venuto il momento
di fare altro e di disporsi a una nuova progettualità .

Gli avvenimenti dell'ultimo anno del resto hanno confermato i peggiori
timori che molti di noi avevano colto nelle decisioni del Congresso di
Venezia. Si doveva "cambiare l'Italia" e questo obiettivo non è più
nemmeno lontanamente ipotizzato; si doveva costruire un'alleanza con la
"borghesia buona" dei Marchionne, Draghi e Padoa-Schioppa e da questi è
venuta una linea di liberismo tenace a cui il Prc si è semplicemente
subordinato; la "permeabilità " del governo alle istanze sociali per
mezzo delle nostre pressioni si è rivelata infine impossibile. La
"relazione con i movimenti" si è rovesciata nel loro abbandono (si
pensi al voto su guerra e Dal Molin dopo soli quattro giorni dalla
grande manifestazione del 17 febbraio); non si è minimamente riusciti a
incrinare la subordinazione di questo governo al Vaticano su temi come
i diritti civili, la scuola e così via.

Se la scelta del governo è stata proposta all'insegna del "vuoi vedere
che cambia davvero" - con un errore di analisi che si è rivelato
tragico - dopo qualche mese la stessa ipotesi di una "riduzione del
danno" si è tradotta nel suo contrario, nell'accettazione di
provvedimenti persino peggiorativi rispetto a quelli adottati dal
precedente governo.

Il caso del Pacchetto Welfare e del Decreto Sicurezza ne costituiscono la dimostrazione.

Sul Welfare, Rifondazione si è spinta fino a promuovere una grande
manifestazione il 20 ottobre che è stata vanificata dall'accettazione
piena del provvedimento siglato da governo, Confindustria e sindacati.
Una sconfitta che non sarà recuperabile a breve. Sulla sicurezza,
invece, si è abdicato persino al ruolo di "presidio democratico"
accettando un provvedimento dalla logica aberrante e, soprattutto,
restando in silenzio nei giorni in cui il paese era lasciato in pasto a
una isteria xenofoba alimentata dallo stesso Partito Democratico.

La "maggiore visibilità" del partito si è tradotta nell'apparire ai
nostri elettori come i maggiori responsabili (e i più elettoralmente
puniti) del carattere antipopolare del governo Prodi e della sua
ipocrisia di fronte al programma. Responsabilità che viene di fatto
confermata dall'impegno ribadito a sostenere questa maggioranza fino
"all'approvazione delle riforme", termine dal quale ormai si può solo
temere. Anche questo passaggio rappresenta una torsione incredibile
rispetto alla nostra storia e al nostro ruolo. Ci siamo vincolati a un
programma di governo fortemente sbilanciato sul versante del liberismo
- si pensi al nodo dei parametri di Maastricht - nell'ossessione del
pericolo delle destre e ora lo stesso Berlusconi viene indicato come
l'architrave di una riforma necessaria, proponendo un inedito asse con
lui e Veltroni che ha Prodi come vittima sacrificale. E tutto per
ottenere una riforma elettorale in grado di realizzare la "cosa
Arcobaleno" e di reimpostare il patto con il Pd. Un esempio inedito di
cinismo politico e di spregiudicatezza tattica.

Di fronte al bilancio fallimentare dell'azione di governo il presidente
della Camera ha preferito distogliere l'attenzione chiamando in causa
il "fallimento di Prodi".

In realtà siamo di fronte al fallimento di Rifondazione che coincide con il suo snaturamento.

Quel partito anticapitalista, di lotta, fuori dai poli, distante dal
centrodestra e dal centrosinistra, oggi non esiste più. La logica
governativa, ancora una volta, ha travolto convinzioni forti e rigidi
paletti; la logica della mediazione ha preso la mano alla nitidezza del
conflitto. In questo contesto l'esigenza di unire la sinistra ha reso
impalpabile la chiarezza programmatica e la forza dei contenuti.

Non è un caso, dunque, che per non parlare del fallimento in atto si
sposti l'attenzione su un nuovo progetto, "la Sinistra, l'Arcobaleno" .
Quella in corso è sostanzialmente l'ipotesi di gettare il partito in un
calderone di "sinistra istituzionale" con forze che non intendono
mettere in discussione nè l'alleanza con il Pd nè l'appoggio al governo
Prodi, o che non hanno al centro delle loro preoccupazioni le
condizioni di vita dei lavoratori. Ma soprattutto è un'ipotesi che
chiude definitivamente con il progetto della "rifondazione" cioè con il
tentativo di rinnovare e ridare senso all'opzione comunista. Non
sappiamo se nella consapevolezza dei compagni e delle compagne c'è
questa constatazione: la rifondazione è stata sempre annunciata come
prossima a venire, anche se un dibattito serio non è mai stato
realizzato; è sempre stata l'aspirazione futura che ha però dato linfa
e speranza al nostro progetto collettivo. Oggi per la prima volta non
esiste nelle prospettive di domani, essendo ormai la "rifondazione
della sinistra", genericamente intesa, la preoccupazione dominante. Non
amiamo la discussione sui simboli nè li consideriamo dei feticci. Ma
non è un caso che ancora una volta sia proprio il simbolo della falce e
martello la vittima sacrificale di questo rimescolamento delle carte a
sinistra. Ancora una volta si verifica uno slittamento moderato e
ancora una volta a essere rimossi sono gli unici simboli viventi della
storia del movimento operaio.

La nuova cosa Arcobaleno, dunque, si appresta a nascere dentro un
orizzonte timidamente riformista, di stampo governativo e con un
azzeramento di quel patrimonio non negoziabile rappresentato dal
conflitto sociale e dalla costruzione dei movimenti che ha
caratterizzato il Prc. Si appresta a nascere, cioè, affossando la
rifondazione comunista.

E fatto ancora più grave, questa scelta non viene sottoposta ad una
verifica seria da parte dei e delle militanti, dentro il dibattito
congressuale. Si sceglie invece la strada di una "consultazione"
(parola equivoca viste le precedenti esperienze) che avverrà solo sul
tema delle "condizioni per la continuazione della partecipazione al
Governo" e che espropria le compagne e i compagni che rappresentano
l'ossatura del partito della possibilità vera di decidere: questa è la
conseguenza del "colpo di mano" rappresentato dal rinvio del Congresso
alla fine del prossimo anno, quando ormai scelte e decisioni saranno
irrevocabili - e comporteranno la scomparsa del progetto di una
rifondazione comunista e rivoluzionaria (qualunque significato si
voglia dare a questo concetto).

La situazione che si è venuta a determinare, quindi, ci fa dire che la
nostra esperienza nel Prc è conclusa e che intendiamo avviare la
costruzione di un nuovo progetto politico.

Una separazione che nasce dalla presa d'atto che due progetti diversi
prendono strade diverse: da un lato Rifondazione chiude di fatto la
propria storia, sottraendo il congresso ai suoi militanti, per dare
vita a un nuovo soggetto politico, con un nuova identità, timidamente
riformista e a vocazione governativa; dall'altro, Sinistra Critica, con
forze certamente più modeste ma senza per questo rinunciare "all'utopia
concreta" e allo slancio politico delle sue compagne e dei suoi
compagni, propone di continuare a costruire una sinistra di classe,
anticapitalista, di opposizione, centrata sui movimenti e in grado di
riappropriarsi dello spazio teorico e pratico di una moderna sinistra
rivoluzionaria. Una sinistra all'opposizione, oggi, del governo
Prodi.Una sinistra a sinistra dell'Arcobaleno.

Una separazione, dunque, che nasce nel vivo di un passaggio di fase
molto importante e in un processo di rimescolamento generale della e
nella sinistra. E' questo, dunque, a conferire valore politico e
attualità alla scelta che noi oggi compiamo. Ma nel momento in cui la
compiamo, naturalmente non possiamo e non vogliamo dimentica la rottura
che si è operata con l'espulsione del nostro compagno Franco
Turigliatto, colpevole di essersi rifiutato di votare ciò che per anni
il partito aveva contrastato. Quella scelta l'abbiamo fatta nostra a
sua tempo e oggi la rivendichiamo e se c'è una distanza tra
quell'episodio e l'atto politico di oggi, questa testimonia della
volontà di dare ancora una possibilità al dibattito interno.
Possibilità che non è maturata e che le decisioni delle ultime
settimane hanno ormai reso illusoria.

A quei compagni e quelle compagne che vi hanno creduto e che pensano
sia possibile cambiare il corso delle cose diciamo oggi di riflettere
seriamente. Non vi diciamo, semplicemente, venite con noi e seguiteci
in questa scelta ma riflettete seriamente. Davvero, si rischia di
disperdere un patrimonio militante molto importante e si rischia di
dover ricominciare con forze molto esigue. Anche per questo abbiamo
parlato di "Costituente Anticapitalista" : rivolta a forze politiche e
sociali di movimento ma rivolta anche a tutti coloro che hanno militato
o militano ancora in Rifondazione, o in altri partiti della sinistra, e
che vogliono darsi una nuova occasione.

Vi comunichiamo dunque la fine della nostra presenza nel Prc. Lo
facciamo serenamente e senza settarismi, nella nettezza della polemica
politica, che non concede sconti, ma anche nella consapevolezza che non
mancheranno momenti di collaborazione e di confronto.

Ma è tempo di ricordare che in Italia sono sempre esistite due
sinistre; una moderata e riformista e l'altra anticapitalista e
rivoluzionaria. Nel momento in cui il Partito democratico sceglie il
centro, le due sinistre sono destinate a venire alla luce.

Fraternamente,

Matteo Bartolini, Sergio Bellavita, Salvatore Cannavò, Luigino Ciotti,
Lidia Cirillo, Danilo Corradi, Christian Dal Grande, Flavia D'Angeli,
Gianluigi Deiana, Nadia De Mond, Roberto Firenze, Aurelio Macciò, Elena
Majorana, Gigi Malabarba, Felice Mometti, Cinzia Nachira, Chiara Siani,
Nando Simeone, Franco Turigliatto

Roma 16 dicembre 2007
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