Nella calura agostana e nell'assordante silenzio mediatico il Governo sta per produrre il più grande licenziamento di massa nella storia della Repubblica. Da settembre ci saranno quasi 17 mila cattedre in meno per gli insegnanti precari. Tra pochi giorni, contando anche il taglio dei bidelli e degli amministrativi, ci saranno più di 20.000 disoccupati ad aggiungersi all'esercito crescente dei senza lavoro italiani. Il tutto in un sostanziale silenzio.
Un ulteriore tassello nell'abbassamento di qualità di una scuola già fortemente colpita dalle riforme anti-nazionali e liberiste significativamente accentuatesi con Luigi Berlinguer (centrosinistra) nel 1996 e proseguite con il centrodestra sino ad oggi. Pensiamo alla riforma dei cicli e al più generale ridimensionamento (monte-ore e livello di 'qualità') della preparazione soprattutto in materie strettamente collegate alla formazione della capacità analitico/critica.
Chi controlla la scuola, controlla la formazione, in un modo o in un altro, delle generazioni. Controlla l'anima di una nazione.