L'idea di democrazia è senz'altro centrale nell'elaborazione di un progetto nazionalitario. Certo la democrazia rappresentativa mostra dei limiti evidenti giacché, in parte, risente delle capacità economiche che partiti e candidati riescono a dispiegare per acquisire consenso tanto che, in alcuni paesi, l'altissima percentuale di astensionismo è un segno chiarissimo di sfiducia verso questa forma di governo. Tuttavia non credo se ne possa prescindere. Prendendo però spunto dall'esperienza del Venezuela di Chavez, si potrebbe però pensare ad inserire dei contrappesi per renderla, laddove è possibile, quanto più 'partecipativa'.
Dato che nelle nazioni popolose la demografia ha il suo peso, e che la rappresentanza resta inevitabile pena lo scadere inconcludente nell'assemblearismo falsamente democraticista, si potrebbe pensare ad un mix di rappresentanza e partecipazione da individuare negli ambiti e nelle modalità. Quindi prevedere delle forme di sempre più consistente limitazione del meccanismo rappresentativo a tutto vantaggio del popolo delegante, quali la revocabilità del mandato, tramite verifica popolare dopo un lasso di tempo (ad esempio a metà mandato), in caso di mancato adempimento degli impegni assunti; precisi vincoli al rappresentante con immediata revoca dell'incarico in caso di palese (da definire) venir meno ai suoi impegni, anche dopo breve tempo dall'assunzione dell'incarico; studiare forme di verifica e avallo popolare delle decisioni assunte (un avallo che riscontri consenso a seconda del livello, del tipo di questione in gioco, della valenza locale o nazionale), eccetera.
A questo proposito chiedo ad Annalisa ed a tutti i partecipanti del forum come pensano debba sostanziarsi la democrazia per rispondere alle esigenze di governo del popolo e difendere gli interessi reali della nazione.