Porre semplici ma scomode domande nella più "grande democrazia del mondo" significa rischiare di essere torturati se non addirittura la vita stessa. Nel 2007 uno studente, dopo aver posto dei quesiti al "democratico" ed ex candidato alle elezioni presidenziali del novembre 2004 John Kerry, è stato torturato con la famigerata pistola elettrica Taser, prodotta dall'omonima società USA.
Diverse organizzazioni umanitarie e di medici (e persino l'ONU) da tempo sottolineano la pericolosità di queste armi in teoria "non letali", ma che in realtà hanno già fatto centinaia di morti in USA ed in Canada. Nel novembre 2007 l'ONU ha equiparato l'uso di Taser ad una forma di tortura, e ne ha sconsigliato l'assunzione alle forze dell'ordine portoghesi. Ciò nonostante le pistole a scarica elettrica si diffondono tra le forze di polizia: da Washington a Parigi e Londra.
Per quanto riguarda l'Italia, il ministro degli interni Maroni ha dichiarato oggi che intende applicare in tutte le città italiane la "tolleranza zero" ideata a New York. Anche il Taser dunque presto in dotazione delle "forze dell'ordine"? È forse molto pretendere una Polizia al servizio dei cittadini che non reprimi e torturi gente indifesa così come verificatosi al G8 di Genova (luglio 2001)?
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