Oltre 7 mila lavoratori a rischio di perdere il posto di lavoro. Berlusconi si vanta di aver risolto la questione Alitalia tagliandola in due ed assegnando la parte buona (le rotte, la struttura avviata, eccetera) a qualche “potere forte” (la cordata di “Compagnia aerea italiana”, guidata da Colaninno). Alla collettività, come nella migliore tradizione del capitalismo italiota, vengono scaricate debiti e perdite.
Dopo che il governo Prodi intendeva (s)vendere Alitalia ad AirFrance - KLM, con “soli” 2100 esuberi (annunciati), i sindacati fecero fuoco e fiamme. Oggi il piano ne prevede più di 7.000 e la CISL ha espresso la sua disponibilità a trattare. Che ne pensano i lavoratori Alitalia? C’è chi li accusa di essere una categoria “privilegiata”, di avere un contratto di lavoro “tutelante” e "ricco" di vantaggi economico-sociali, come se lavorare debba comportare di per sé usura e penalizzazioni. C’è magari, con chi più cognizione di causa, li accusa di aver pensato solamente ai propri interessi e di non aver curato una contrattazione collettiva di categoria che coinvolgesse anche i non dipendenti Alitalia. Di certo, senza una prospettiva di indipendenza nazionale e liberazione sociale, questo Paese è sempre più destinato a condizioni economiche-sociali da “Terzo mondo”.
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