|
| L'importanza del Tempo | |
| | Autore | Messaggio |
---|
alekos18
Numero di messaggi : 1117 Data d'iscrizione : 04.04.07
| Titolo: L'importanza del Tempo Mer Ago 27 2008, 11:09 | |
| "Comportati così, Lucilio mio, rivendica il tuo diritto su te stesso ed il tempo che fino ad oggi ti veniva portato via, o ti veniva sottratto, o ti sfuggiva, raccoglilo e fanne tesoro. Convinciti che è proprio così come ti scrivo: certi momenti ci vengono portati via, altri sottratti e altri ancora si perdono nel vento. Ma la cosa più vergognosa è perdere tempo per negligenza. Pensaci bene: della nostra esistenza buona parte si dilegua nel fare il male, la maggior parte nel non far niente e tutta quanta a fare altro. Puoi indicarmi qualcuno che dia un giusto valore al suo tempo, che apprezzi l'istante, che abbia coscienza di morire ogni giorno? Ecco il nostro errore: vediamo la morte lontana, davanti a noi. Gran parte di essa, invece, è già alle nostre spalle; tutto il tempo trascorso lo tiene in pugno la morte. Dunque, Lucilio caro, fai quel che mi scrivi: abbraccia ogni minuto; sarai meno schiavo del futuro, se ti impadronirai del presente. Tra un rinvio e l'altro la vita se ne va. Niente ci appartiene, Lucilio, solo il tempo è nostro".
Così Seneca. Questo è l'inizio delle "Epistulae ad Lucilium". La chiave di lettura, che ne dò, è che non si tratta affatto di una chiusura individualistica, così come leggo da taluni commentatori. Mi pare piuttosto, e coerentemente con il punto di vista stoico di Seneca, che sia l'indicazione di un cammino verso la sapienza e che quello (il cammino) e questa (la sapienza) debbano iniziare con la riappropriazione di sé. A mio modo di vedere si tratta di un'indicazione culturale e politica assolutamente decisiva. Sempre. E forse tanto più oggi. Che ne pensate?
----------- P.S. Per chi mastica il latino mi sembra importante che presti attenzione al testo originario e alle corrispondenze di significato delle parole, perché non le trovo per niente casuali. In relazione all'argomento, piuttosto, sono esse stesse attivatrici di ulteriori osservazioni e riflessioni. ["Ita fac, mi Lucili: vindica te tibi, et tempus quod adhuc aut auferebatur aut subripiebatur aut excidebat collige et serva. Persuade tibi hoc sic esse ut scribo: quaedam tempora eripiuntur nobis, quaedam subducuntur, quaedam effluunt. Turpissima tamen est iactura quae per neglegentiam fit. Et si volueris attendere, magna pars vitae elabitur male agentibus, maxima nihil agentibus, tota vita aliud agentibus. Quem mihi dabis qui aliquod pretium tempori ponat, qui diem aestimet, qui intellegat se cotidie mori? In hoc enim fallimur, quod mortem prospicimus: magna pars eius iam praeterit; quidquid aetatis retro est mors tenet. Fac ergo, mi Lucili, quod facere te scribis, omnes horas complectere; sic fiet ut minus ex crastino pendeas, si hodierno manum inieceris. Dum differtur vita transcurrit. Omnia, Lucili, aliena sunt, tempus tantum nostrum est"]. | |
| | | kamo
Numero di messaggi : 271 Data d'iscrizione : 10.05.07
| Titolo: Re: L'importanza del Tempo Gio Ago 28 2008, 12:32 | |
| - alekos18 ha scritto:
- "Comportati così, Lucilio mio, rivendica il tuo diritto su te stesso ed il tempo che fino ad oggi ti veniva portato via, o ti veniva sottratto, o ti sfuggiva, raccoglilo e fanne tesoro. Convinciti che è proprio così come ti scrivo: certi momenti ci vengono portati via, altri sottratti e altri ancora si perdono nel vento. Ma la cosa più vergognosa è perdere tempo per negligenza. Pensaci bene: della nostra esistenza buona parte si dilegua nel fare il male, la maggior parte nel non far niente e tutta quanta a fare altro. Puoi indicarmi qualcuno che dia un giusto valore al suo tempo, che apprezzi l'istante, che abbia coscienza di morire ogni giorno? Ecco il nostro errore: vediamo la morte lontana, davanti a noi. Gran parte di essa, invece, è già alle nostre spalle; tutto il tempo trascorso lo tiene in pugno la morte. Dunque, Lucilio caro, fai quel che mi scrivi: abbraccia ogni minuto; sarai meno schiavo del futuro, se ti impadronirai del presente. Tra un rinvio e l'altro la vita se ne va. Niente ci appartiene, Lucilio, solo il tempo è nostro".
Così Seneca. Questo è l'inizio delle "Epistulae ad Lucilium". La chiave di lettura, che ne dò, è che non si tratta affatto di una chiusura individualistica, così come leggo da taluni commentatori. Mi pare piuttosto, e coerentemente con il punto di vista stoico di Seneca, che sia l'indicazione di un cammino verso la sapienza e che quello (il cammino) e questa (la sapienza) debbano iniziare con la riappropriazione di sé. A mio modo di vedere si tratta di un'indicazione culturale e politica assolutamente decisiva. Sempre. E forse tanto più oggi. Che ne pensate?. Molto interessante questa riflessione sulla riappropriazione del Tempo. Forse non ci si pensa in modo adeguato, ma sarebbe un buon punto di partenza per riconsiderare il modo in cui si vive. Se penso al Tempo, vedo come questo sistema ci intervenga pesantemente per sfruttare i "tempi" di lavoro. Mi vengono in mente poi tanti altri modi con cui i meccanismi di funzionamento di questo sistema imbrigliano i "tempi" di vita di ognuno. E distolgono da altro, limitano fortemente, di fatto controllano, condizionano. E' un problema individuale e direi anche generale, sociale... | |
| | | noname
Numero di messaggi : 121 Data d'iscrizione : 02.08.08
| Titolo: Re: L'importanza del Tempo Gio Ago 28 2008, 15:29 | |
| Veramente un tema interessante, peccato che si tira dietro la questione della follia, il che complica in misura di tempo (hahehe) qualsiasi intervento. Io se volete riguardo a questo tema sono pronto nell'essere messo sotto osservazione, essere interogato se volete, ovviamente in termini di sapere e non di inquisizione. Anche se questo forum cosi da me conosciuto mi suggerisce che l'età dei partecipanti non sia poi cosi giovane, comunque ribadisco la mia età che è prossima ai 48 anni. Non ho figli, non ho moglie, convivo con una donna ma che io non considero "la mia donna" e suppongo che ben presto tornerò ad essere completamente solo con me ed il mio tempo . La moglie, i figli, come qualsiasi punto preso in osservazione, sembra ridicolizzare il tutto, infatti ogni singola cosa non sembra essere poi cosi drammatica, in fondo, in fondo..... In ogni caso, è proprio il mio rapporto con il tempo la causa della mia presunta diversità che è stato appurato non derivare dalla sfera sessuale. Io sono di una lentezza ad esempio, straordinaria, lentezza che non è esplicitamente mostrata nei movimenti, ma interiore, cioè nell'apprendere. Sono quindi un ritardato.....,secondo le tesi superficiali del Capitalismo, si . In realtà la mia lentezza nell'apprendere è data dalla libertà assoluta di far si che solo quello che io voglio si vada a posizionare sul nostro\mio personale disco rigido, disco rigido da cui poi partono tutte le azioni e reazioni spesso non volute ma scritte e determinanti appunto sul disco rigido. Infatti è proprio la fretta insità nel sistema sociale che ci comporta il costruire e costruirsi, prendendo mattoni diversi e che spesso non legano tra di loro, creando cosi delle costruzioni instabili, degl'individui instabili .
Non è uno scherzo, io mi ci sto giocando la mia esistenza che è fatta solo di presente, ho molti problemi o meglio, il mio essere è riuscito a crear casino anche in Olanda !!!!!! La mia diversità infatti palese ma profonda non si sposa con la diversità di facciata che vige nella "stupenda" e reazionaria Olanda !!! In ogni caso vorrei quì porre una fotografia che spero ci aiuti in termini di semplicità. Guidare l'Automobile ed essere seduto vicino al guidatore . Eliminando eventuali incidenti di percorso, comunque, sia il guidatore, sia il passeggero partono da un punto ed arrivano ad un altro punto che è lo stesso per entrambi ,quello che è totalmente diverso è il modo, lo stato d'animo e di azione che si vive per partire, arrivare ed il sapore stesso che si è masticato durante il viaggio, diverso appunto se si è stati guidatori o passeggeri . In un certo senso se si è passeggeri è meglio non stressare il guidatore, se si è guidatori invece, si deve seguire di più la guida che l'avvenire nell'abitacolo . Io non è che eviti di ricevere passaggi e vivermi cosi l'attimo da passaggero, solo che amo guidare.... Attualmente in questa civiltà vive meglio chi si adegua a fare da passeggero e come passeggero diventa conveniente non far caso alla guida, noi(specifici) siamo dei passeggeri rompi Balle, in altre parole( hahaheheh). Non far caso alla guida però appunto crea quella delega che arriva fino all'egemonizzazione del tempo . Tutti però dicono le stesse cose ed è quì che bisogna soffermarsi. Infatti cogliere l'attimo oggi come oggi non è proprio un atto rivoluzionario ma un atto abbastanza infame nei riguardi del prossimo, cogliere l'attimo infatti terra terra vuol dire che l'occasione fa l'uomo ladro. C'è quindi se se ne ha il coraggio, di ripartire da più indietro sia possibile per ricominciare .
Spero di aver detto qualcosa di buono, di stimolante. Saluti
noname | |
| | | alekos18
Numero di messaggi : 1117 Data d'iscrizione : 04.04.07
| Titolo: Re: L'importanza del Tempo Gio Ago 28 2008, 16:43 | |
| - noname ha scritto:
- (...) cogliere l'attimo oggi come oggi non è proprio un atto rivoluzionario ma un atto abbastanza infame nei riguardi del prossimo, cogliere l'attimo infatti terra terra vuol dire che l'occasione fa l'uomo ladro. (...).
Sì, hai ragione, ma non è tutto e con (in più) un importante distinguo da fare. Nell'ideologia dominante il senso del cogliere l'attimo, del "carpe diem", prima di tradursi, come tu dici, in " un atto abbastanza infame nei riguardi del prossimo...l'occasione fa l'uomo ladro", è innanzitutto l'indicatore di un modo di essere che sta prevalendo o ha prevalso in quel dato individuo. Quali che siano, tutte le nostre azioni ed anche i nostri pensieri, le nostre idee –che consciamente o meno presuppongono, impastano, le azioni– riflettono l'individuo, ogni individuo. La complessità di ognuno, l'essere unici ed irripetibili, non significa l'impossibilità di vedere la natura, la semplicità dell'essenza di ogni individuo. Basta saper osservare. Il "cogliere l'attimo", declinato secondo l'ideologia dominante, significa una certa conformazione antropologica da homo capitaliensis che porta poi, dopo sé, ad atteggiamenti e comportamenti lesivi nei confronti dell'altro-da-sé e, se c'è utilità, anche anti-sociali. L'individualismo (che distinguo dall'individualità, che è altra cosa soprattutto se "libera") è l'espressione negativa intrinseca di ogni uomo. Questa, se sollecitata ed educata (da "ex-ducere": "portar fuori"), si manifesterà in termini di opportunismo, di capitalistico egoismo, di consumismo, di nichilismo valoriale. E' il modo migliore per sradicare, svuotare, ogni aspirazione antagonistica al sistema, derubricata al massimo in conflitti interni, per mentalità e sbocchi, al Capitale. Tutto questo è il rovesciamento del "carpe diem" cui si richiama Seneca, che in termini temporali è un concetto pre-capitalistico, prima ancora che anti-capitalistico o anche a-capitalistico. Ha radici antichissime. Seneca si inscrive in un filone di pensiero di vecchia, imprecisabile data. La ricerca del significato dell'attimo si inscrive in una ricerca più generale di significato dell'esistenza, e quindi della vita. Un qualcosa che apre indubbiamente a diverse prospettive ed esiti, ma che certamente è insuscettibile alla sottomissione dei (dis)valori da homo capitaliensis, pena la sua stessa negazione. Culturalmente, quindi, si tratta di due modi di "cogliere l'attimo" assolutamente inconciliabili. In quello, per intenderci, anti-capitalistico e/o a-capitalistico, vi sono poi varianti. Ma questo ci porta ad aprire altri discorsi. | |
| | | tadiottof
Numero di messaggi : 621 Data d'iscrizione : 04.08.08
| Titolo: risposta a noname Sab Ago 30 2008, 17:10 | |
| a proposito della nozione del tempo suggerisco, se non l'hai gia' fatto, la lettura di alcuni libri: la montagna incantata di Thomas Mann, l'immortalita' di Milan Kundera, la strada di San Giovanni di Italo Calvino. Buona lettura. Anche a me piace guidare, ma per me la guida e' lavoro (ho fatto il camionista per una decina d'anni (ho cominciato a 12 anni) a fianco di mio padre e anche se ero bambino dovevo lavorare (allora i padri erano padroni). Il lavoro pero' non mi ha mai pesato) ed e' un lavoro (la guida) che non mi stressa (il cardiofrequenzimetro si assesta intorno ai 50 battiti). Tutti gli altri lavori, esercitati nei successivi 50 anni, non mi lasciavano cosi' sereno. Sul lavoro mi dispiace sbagliare e sbagliare mi stressa. Anche se, quando guido, a volte, sbaglio, lo ritengo implicito, in questo caso, nel lavoro (un proverbio dice appunto che chi non lavora, non sbaglia mai) | |
| | | Contenuto sponsorizzato
| Titolo: Re: L'importanza del Tempo | |
| |
| | | | L'importanza del Tempo | |
|
Argomenti simili | |
|
| Permessi in questa sezione del forum: | Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.
| |
| |
| |