Le ambiguità del 'patriottismo costituzionale'
Il 'patriottismo costituzionale' è storicamente una rivendicazione ed un concetto politico liberale. Nell'età contemporanea il filosofo Jürgen Habermas (nella foto a destra, con il presidente francese Emmanuel Macron), strenuo fautore di un'Unione Europea federale, ne è stato un grande sostenitore e teorico.
Tra i suoi 'allievi italici' abbiamo avuto, tra gli altri, Scalfaro e soprattutto Ciampi. Presso costoro, l'idea del 'patriottismo costituzionale', veicolato nella estetica celebrazione dei fasti 'unitari' della nazione, si è caratterizzata –ed è servita– per accreditare (il primo preliminare al secondo) il 'mito della Costituzione' in sé (senza soffermarsi su forma, 'spirito' e 'fattualità' della stessa…) e il grande sogno della 'Costituzione Europea' che, sul continente, avrebbe contenuto i migliori afflati di tutte le altre 'nazionali', trascrescendole.
La Costituzione italiana del 1948 nacque dall'intesa di tre 'grandi famiglie' politiche e culturali: quella cattolica, quella socialista/comunista, quella liberale.
Questo significa rigettare una sua valenza rivendicativa? No, ma senza farne un feticcio, senza farne un surrogato, una scorciatoia di un progetto di società (“tutto è scritto lì”), senza dimenticare cosa è stata l'Italia di quegli anni nonostante “la Costituzione più bella del mondo” e che con quella Costituzione e con le classi dirigenti della Prima Repubblica l'Italia ha concorso a preparare (certo, su forti pressioni USA) il terreno e poi è entrata in questa gabbia da incubo che è l'Unione Europea.