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| Res communes omnium e patriottismo nazionalitario socialista | |
| | Autore | Messaggio |
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sankara
Numero di messaggi : 416 Data d'iscrizione : 14.04.07
| Titolo: Res communes omnium e patriottismo nazionalitario socialista Sab Gen 02 2010, 22:15 | |
| - alekos18 ha scritto:
- (...)Quest'anima si chiama patriottismo socialista. Sentirsi parte di una patria comune da costruire, mai vista effettivamente in questo paese, in quanto tale ispirata radicalmente ai principi della sovranità di chi abita questa terra e del socialismo, e con ambiti (le res communes omnium, i beni comuni collettivi) inevitabilmente comunistici.
- ..... ha scritto:
- Sì, ma la sanità, il sistema pensionistico, la stessa giustizia e l'istruzione non sono beni di questo tipo.
Parliamone... | |
| | | alekos18
Numero di messaggi : 1117 Data d'iscrizione : 04.04.07
| Titolo: Re: Res communes omnium e patriottismo nazionalitario socialista Dom Gen 03 2010, 03:03 | |
| - sankara ha scritto:
- alekos18 ha scritto:
- (...)Quest'anima si chiama patriottismo socialista. Sentirsi parte di una patria comune da costruire, mai vista effettivamente in questo paese, in quanto tale ispirata radicalmente ai principi della sovranità di chi abita questa terra e del socialismo, e con ambiti (le res communes omnium, i beni comuni collettivi) inevitabilmente comunistici.
- ..... ha scritto:
- Sì, ma la sanità, il sistema pensionistico, la stessa giustizia e l'istruzione non sono beni di questo tipo.
Parliamone... Prima di arrivare agli ambiti sociali che richiami, e per comprendere i nessi, è da aver chiara in estrema sintesi la premessa, un assunto –come dire– nazionalitario, appunto: l'ambiente è secondo noi da intendere come complesso di beni naturali e culturali la cui rilevanza accomunante attiene alla qualità della vita. Un concetto unitario quindi, quello di bene ambientale, che al suo interno si articola in una serie di singoli beni. Data la loro rilevanza essi dovrebbero essere assunti come beni giuridici ambientali sottoposti a tutela collettiva nella duplice dimensione di leggi particolari ad hoc e di un'autorità preposta alla loro tutela. Ora, la costruzione di una teoria della proprietà collettiva dell'ambiente inteso come bene unitario, collettivo, se in un sistema capitalistico è strutturalmente assente perché inconcepibile, è invece, in tutta evidenza, parte essenziale di una progettualità nazionalitaria di liberazione. Da tradurre sul piano dell'iniziativa politica e, a sovranità nazionale acquisita, da tradurre sul piano anche dell'iniziativa giuridica. Trattandosi di un bene complesso formato da più beni particolari, tale costruzione necessita di una cornice generale e poi di una trattazione analitica, ambito per ambito. Ora le res communes omnium, i beni comuni collettivi (l'aria, le acque, le energie naturali, la luce, il calore solare, i boschi, i monti, i beni minerari, eccetera) sono la prima e più semplice categoria di beni in proprietà collettiva. In astratto patrimonio in usufrutto (e da ri-trasmettere) dell'umanità, in concreto patrimonio in gestione delle nazioni. Li potremmo definire beni naturali per distinguerli da altri beni definibili come culturali. Fermo restando l'importanza dell'individuazione di detti beni, tutti questi sarebbero quindi parte di quella nozione di ambiente quale complesso di beni naturali e culturali di rilevanza/interesse collettivo e in quanto tali incommerciabili. Un patrimonio collettivo, un bene complesso che (a ben vedere; direi piuttosto: di per sé) non è soggetto alla valutabilità secondo qualsivoglia stima di mercato. Un breve ma significativo inciso che andrebbe ulteriormente trattato: questo patrimonio collettivo configura un soggetto collettività e, in stretta relazione con una teoria nazionalitaria dello Stato da sviluppare, una proprietà-legittimazione dello Stato o, per esso, di enti pubblici, che in concreto devono difendere gli interessi in questione e gestire non nell'interesse proprio di ente, ma nell'interesse proprio della collettività. Insomma, una proprietà formale che individua l'ente che agisce in rappresentanza e per conto della collettività. In assenza di questo, tutto rimarrebbe in balìa degli animal spirit del privato interesse, individuale o 'comunitario' che sia. Necessita un ente che abbia a cuore interesse e fini generali, oltre gli egoismi possibili di singoli o gruppi. Ora, se il diritto all'ambiente, che ingloba un essenziale e centrale principio biocentrico, si rivela in quanto tale diritto fondamentale e sociale, di fruizione collettiva, come non vedere che quei diritti-beni sociali che sopra richiami (sanità, sistema pensionistico, giustizia, istruzione) non possono essere separati, scissi, da quel diritto-bene ambientale di cui sono parte? Il diritto alla salute, ad esempio, è diritto fondamentale del singolo e allo stesso tempo interesse della collettività. E' parte delle res communes omnium ed è (al pari di altri) diritto spettante al singolo non solo in quanto tale, ma anche in quanto membro della collettività di appartenenza, nazionale (concetto culturale) e statuale (concetto giuridico). Con il che ribadisco che la declinazione concreta del riconoscimento di diritti propri del genere umano, se non vogliono essere astratti ed incompiuti, vanno affermati in un quadro di rapporti sociali socialisti incernierati in un quadro protetto di sovranità nazionale. Altrimenti soggiacciono alla logica privatistico-commerciale interna e/o estera che sia. Ho cercato di essere, caro puntini puntini, il più sintetico possibile e tracciare solo delle linee orientative. Si tratta, si sarà capito, di un percorso culturale e teorico in corso d'opera, alla cui definizione peraltro invitiamo a collaborare. | |
| | | .....
Numero di messaggi : 236 Data d'iscrizione : 29.05.09
| Titolo: Re: Res communes omnium e patriottismo nazionalitario socialista Dom Gen 03 2010, 18:06 | |
| Quanto detto da Aleikos è inoppugnabile. E' proprio la natura-radice dei beni comuni-terrestri.
Il problema dell'uso del termine natura , come materia o fisica comportano un grado di confusione che possono portare a disfunzioni materialistiche ( marx ) od idealistiche ( da rintracciarsi a mio parere nella scolastica tardo medievale ).
Quel che io ravviso come problema è proprio l'inciso ossia allo stato. Trovandoci in una situazione di stallo e comunque non ri-voluzionaria, è bene confrontarcisi. Io discuto semplicemente la possibilità che il verticalismo classista possa venir bloccato dalla stessa entità che lo germoglierà al suo interno. Di contrappunto si rinfaccia il caos dell'assenza di organizzazione, lasciato in balia di spontaneismo ( qual pia illusione ) o libero volere, quindi infine crimine ( ossia il devasto ).
Risultato: alla fine nel caos ci siamo già! Questo sarebbe da spiegare a molti anarco-comunisti, possibili padri putativi (insieme a molti altri nel lungo elenco che sarebbe da stilare) della società di oggi.
E' alquanto bizzarro poiché classismo verticalista equivale a barbarie ed al caos. Sarebbe doveroso riproporre L'ordine in vista della Libertà, noi lo vediamo come oppressione. Idem per L'autorità, vista come classismo.
Tornando a noi, io consiglio già da ora di non inventarsi diritti che non esistono, come il diritto all'istruzione , alla casa, alla famiglia, all'assistenza, all'aiuto, il diritto al lavoro, il diritto alla salute ecc. Non esistono. Invito a non inventarli e valutarli giusti poiché , notando l'affinità che c'è tra queste pretese e le ingiunzioni clericaliste, io che le conosco. D'altronde bruciare un eretico è un diritto?
Non scrivo che io sappia quale sia argomento certamente sotto tutela del Diritto, né quale non sia difendibile da questo. Mi accorgo soltanto che le pretese fondamentaliste sono equivalenti ( non identiche ) lì come qui, con connotati differenti è evidente. Quel che però mi si presenta davanti agli occhi è che mentre ci si può illudere delegando irrazionalmente la responsabilità a ciò che è ingiudicabile ed inappurabile, in casi come il diritto alla salute manca anche questo.
Io appoggio inevitabilmente ed ovviamente il comunismo dei beni collettivi. D'altronde lo sfruttamento dell'uomo deriva dallo sfruttamento della natura; sò anche io che deve esistere un ente che difenda tali beni, come altri enti devono esistere per assicurare i servizi di altro ambito-livello che ci coinvolgono. Far però coincidere - appunto come fai - la nazione all'ente che dovrebbe garantire i beni comuni ( oltretutto con tutti quei prolungamenti a mio dire illegittimi ) è per me insensato. Ugualmente già ho manifestato come il monopolio è l'origine del classismo. Ciò è pericoloso. Dal versante opposto uscire dai binari dell'etica è l'origine del classismo. Ognuno nasce dall'altro a sconferma di Hegel.
Cosa dev'essere lo stato , io non lo so. Sò soltanto che ci furono stati migliori o peggiori in valore assoluto, o relativamente a particolari questioni.
Se c'è da studiare, od esprimere opinioni, io ci sto. Se quindi dobbiamo farlo questo stato abbiamo tre elementi + 1 da saldare ma prima risolvere:
-etica -non monopolismo -diritto
- luoghi in cui lo stato deve/può intervenire
una ulteriore confusione la abbiamo per via del termine pubblico.se i beni comuni li abbiamo descritti come fatto, ed introduciamo inoltre il concetto di pubblico associato allo stato ingeneriamo una conflittualità dovuta alla contraddizione che ha, ad oggi, lo stato. Monopolio è coercizione, ed è qualcosa per definizione privata. Come ci furono i buoni imperatori, buoni dittatori, buoni re, ugualmente potremmo avere uno stato buono, alla nazionalitaria. Diamo solo tempo al tempo...
p.s. giustamente non ho spiegato il perché io ritenga non di dritto quel che ho elencato.Adesso non ne sono in grado e sarei solo superficiale.Ma ciò non è scisso dai 4 punti che ho messo. Ringrazio Sankara per aver aperto la discussione.
Un saluto, auguri a tutti!!! | |
| | | .....
Numero di messaggi : 236 Data d'iscrizione : 29.05.09
| Titolo: Re: Res communes omnium e patriottismo nazionalitario socialista Gio Mar 04 2010, 00:48 | |
| Questa faccenda dei beni naturali ( a proposito... a ridurre la questione così si fà la fine del giusnaturalismo liberale ) - in cui vengono inclusi sanità, istruzione, pensionistica, magistratura , forze dell'ordine - non ha trovato sanamento. A mio giudizio non lo potrà trovare fin quando non si comprenderà la non appartenenza di questi in quelli.
d. | |
| | | iskra
Numero di messaggi : 224 Data d'iscrizione : 22.08.09
| Titolo: Re: Res communes omnium e patriottismo nazionalitario socialista Gio Apr 08 2010, 10:48 | |
| - ..... ha scritto:
- Questa faccenda dei beni naturali ( a proposito... a ridurre la questione così si fà la fine del giusnaturalismo liberale ) - in cui vengono inclusi sanità, istruzione, pensionistica, magistratura , forze dell'ordine - non ha trovato sanamento.
A mio giudizio non lo potrà trovare fin quando non si comprenderà la non appartenenza di questi in quelli.
d. Condivido quello che dice Alekos. Si tratta di beni comuni sociali. Naturalmente... | |
| | | alekos18
Numero di messaggi : 1117 Data d'iscrizione : 04.04.07
| Titolo: Re: Res communes omnium e patriottismo nazionalitario socialista Mer Giu 02 2010, 16:35 | |
| Energia, aria, acqua, terra (e a questi connessi direi anche l'alimentazione) sono i beni comuni principali. Sono alcune delle res communes omnium a livello di genere e di riproduzione dell'umanità. Ne includerei anche altri, come il bene salute e il bene istruzione, ad esempio. Si tratta di beni che andrebbero costituzionalizzati come diritti inalienabili, non privatizzabili e non modificabili nemmeno con voti di qualsivoglia maggioranza. Si tratta di diritti nazionali in quanto inveramento storico e politico della loro natura di diritti umani, altrimenti astratti ed eterei. La cornice di effettivo usufrutto di questi beni è infatti quella nazionale, indipendente e sovrana, che trova la sua effettiva ragion d'essere sulla base anche di quelle sopra indicate fondamenta comunistiche. In nome di questi valori va contrastato chi ha posto da tempo questi beni sotto attacco, puntando a mercificarli su scala intanto locale ed in prospettiva planetaria.
Per loro natura questi diritti muovono una pluralità di soggetti ed allo stesso tempo pongono in radicale discussione rapporti sociali dominanti e connessi criteri capitalistici e/o imperialistici di sfruttamento. Una pur opportuna operatività autonoma, negli specifici ambiti, dei singoli movimenti in lotta per i diversi beni comuni ha in sé, come necessità di prospettiva, una convergenza strategica sul Bene dei Beni comuni per eccellenza cioè la liberazione/riappropriazione nazionale, una prospettiva cui non ci si può sottrarre, se si vuole vincere una guerra per i diritti, e non una qualche battaglia che alla lunga risulti una vittoria di Pirro, cioè una sconfitta. Una riflessione che si porrà con più forza, con la forza dei fatti, se auspicabilmente, in questo paese, si incasserà una vittoria sulla battaglia dell'acqua che potrà far scuola e favorire condizioni migliori per lo sviluppo di altri movimenti seri sui beni comuni. | |
| | | tadiottof
Numero di messaggi : 621 Data d'iscrizione : 04.08.08
| Titolo: Temo che non sia cosi' Mer Giu 02 2010, 22:43 | |
| l'energia e' di chi la produce; l'acqua di chi, privato o pubblico, si impossessa delle sorgenti; la terra di chi la possiede. sembra che l'unico bene che ancora non si puo' sequestrare sia l'aria, ma forse non durera' per molto. Gli altri beni: energia, acqua, terra si possono ottenere o pagando o con la forza. Per la salute e l'istruzione si ricorre a chi ha studiato e questi vanno retribuiti. Gli insegnanti malpagati non insegnano e cosi' i medici. Si potrebbero esigere cure e insegnamento gratuito in una societa' comunista, che purtroppo nessuno vuole. Invece ci sono medici ricchi e poveri, avvocati ricchi, come Ghedini, e avvocati di campagna. 2000snlp | |
| | | iskra
Numero di messaggi : 224 Data d'iscrizione : 22.08.09
| Titolo: Re: Res communes omnium e patriottismo nazionalitario socialista Lun Giu 07 2010, 14:44 | |
| Costituzionalizzare i diritti ai beni comuni fondamentali? Che ne pensate come idea? Non potrebbe essere una rivendicazione che "Indipendenza" faccia propria? | |
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| Titolo: Re: Res communes omnium e patriottismo nazionalitario socialista | |
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