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 Irlanda: immagini di una lotta di liberazione

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Razumichin

Razumichin


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MessaggioTitolo: Irlanda: immagini di una lotta di liberazione   Irlanda: immagini di una lotta di liberazione Icon_minitimeVen Gen 04 2008, 00:28

Buon anno a tutti!

ho trovato questo documentario, diviso in due parti, che tratta, in modo conciso ma non lacunoso, della storia dell'IRA.
Ho pensato che valesse la pena postarlo (soprattutto per le immagini) con una traduzione/adattamento per chi non conosce l'inglese.
Ecco quindi la prima parte.


http://it.youtube.com/watch?v=rbKkbEb0CQU

Óglaigh na hÉireann (Esercito Repubblicano Irlandese) è considerato uno tra i primi -nonché il più 'professionale' e di maggiore successo- tra i movimenti di guerriglia del XX secolo ed è stato d'ispirazione per altre lotte di liberazione nel mondo. Anche i nemici, come testimoniano alcuni documenti segreti, a suo tempo sottratti, affermano che l'IRA è un'organizzazione composta da combattenti preparati e devoti, troppo radicata a livello popolare per essere sconfitta socialmente e militarmente. Negli ultimi tren'tanni l'IRA ha combattuto con successo una guerra di guerriglia contro uno dei più potenti Stati europei. Ma cos'è questo esercito e come si è formato?

L'Irlanda fu la prima colonia europea ma non l'ultima -molti popoli hanno sofferto il giogo britannico- e quasi ogni generazione di irlandesi si è ribellata. Oggi il paese è pieno di rovine di fortezze costruite per controllare gli indomiti irlandesi. Nei primi anni del Novecento, nella Pasqua del 1916, scoppiò la rivolta più importante organizzata dai militanti dell'IRA che portò alla proclamazione della Repubblica d'Irlanda libera dal dominio britannico. L'insurrezione ebbe però vita breve. I capi della rivolta furono arrestati, imprigionati ed in seguito uccisi. Ma il loro sacrificio toccò le corde più profonde del popolo irlandese e fu d'ispirazione per le nuove generazioni. Nella campagna di guerriglia che seguì, l'IRA -dotatasi di una nuova organizzazione- si scontrò con gli inglesi ad ogni livello. Nelle campagne le "flying columns" (colonne volanti) inflissero pesanti perdite e nelle città gli uomini dei servizi segreti britannici furono identificati ed uccisi. La guerra di guerriglia finì nel 1921; sotto la minaccia armata dei protestanti lealisti del Nord-Est d'Irlanda la Gran Bretagna divise il paese. Nel nord fu creato uno stato protestante per gente protestante nel quale i cattolici nazionalisti irlandesi non avevano voce in capitolo. I "B Specials" una nuova milizia di Stato appena formata avviò una sanguinosa campagna settaria contro di loro. Nei successivi quindici anni, i nazionalisti cattolici irlandesi vissero come cittadini di seconda classe -nello stato unionista che governava nel loro paese- vivendo in case fatiscenti, soffrendo per la discriminazione nel lavoro e senza godere del diritto di voto. Nel 1968 iniziò una campagna organizzata per ottenere i diritti civili fondamentali e la risposta dello stato fu la stessa di sempre: furono assaliti i manifestanti, occupati i quartieri cattolici, bruciate case ed intere strade.

Gran parte della popolazione, il numero più grande dalla fine della seconda guerra mondiale, fu costretta a fuggire per cercare salvezza. Ma la rabbia non fu facile da controllare: armati con bastoni, sassi e bombe molotov, chi rimase iniziò una battaglia sulle strade e respinse fuori dai quartieri le ben armate RUC e B-Specials. Con la milizia e la polizia sotto pressione, lo stato chiamò l'esercito britannico e venne reintrodotto l'arresto senza processo sulla falsariga di quello applicato negli anni '20, '30, '50 e '60. Centinaia di giovani nazionalisti furono imprigionati, molti di loro torturati, altri ancora protestarono contro l'internamento e furono picchiati nelle strade. Quando picchiare non fu più sufficiente, si passò alle armi contro l'intera popolazione. A Derry City, il 30 gennaio del 1972, una domenica pomeriggio, quattordici persone furono uccise nelle strade dai paracadutisti britannici. Lo stato unionista del Nord ed il governo britannico avevano di fatto dichiarato guerra ai nazionalisti... che reagirono.

La linea della battaglia era chiaramente segnata: gli irlandesi repubblicani volevano una repubblica democratica socialista, libera dall'interferenza inglese; la Gran Bretagna voleva mantenere lo status quo in Irlanda. Per fare questo dovette incrementare la repressione, costruire più prigioni, più postazioni militari, più caserme, dispiegare più truppe e polizia. Il governo inglese tentò, inoltre, di negare che stava cercando di sopprimere una lotta anticoloniale centenaria. I volontari catturati venivano trattati come criminali comuni e non come prigionieri politici, ma questi combatterono nelle prigioni e resistettero ad ogni tentativo di criminalizzazione. Fuori, intanto, l'IRA si era notevolmente trasformata.

Si era organizzata in piccole unità con un sistema di comando centrale che diventò ancor più segreto, più efficiente e più efficace. Quanto efficace fu presto evidente il 27 agosto del 1979, quando l'IRA uccise diciotto paracadustisti in un'elaborata azione militare causando all'esercito britannico il più alto numero di vittime dall'invasione israeliana dell'Egitto nel '56 dove subirono la perdita di ventidue soldati. In prigione la protesta dei volontari toccò il suo apice nell'80 e nell'81, quando iniziò lo sciopero della fame. La comunità li sostenne, come sempre, con numerose manifestazioni. Durante lo sciopero uno dei volontari, Bobby Sands, fu eletto al parlamento britannico; un altro volontario, Kieran Doherty, fu eletto al parlamento irlandese. Non bastò a salvare loro la vita, dieci morirono prima che le loro richieste venissero accettate.

I funerali portarono alla più grande manifestazione di nazionalisti dalla rivolta di Pasqua del 1916 ed ebbero un impatto anche fuori dall'Irlanda. Negli Stati Uniti si marciò a New York, Boston, Chicago e San Francisco. Lo stato del Rhode Island dichiarò un giorno di lutto (...). Lo stato e le forze militari furono sorpresi e scioccati da un così aperto sostegno popolare ai guerriglieri. Non essendo in grado di identificare e catturare i volontari, attaccarono, con pallottole di plastica e munizioni d'ordinanza, la popolazione che li sosteneva uccidendo sedici persone durante il periodo dello sciopero della fame, cinque erano bambini. Nel maggio 1981 era un susseguirsi di spari di pallottole di plastica, una dietro l'altra, a distanza di pochi secondi, durante ogni manifestazione. La risposta dell'IRA non si fece attendere: otto soldati, quattordici membri della RUC e sei membri della milizia locale, UDR, furono uccisi durante quell'estate. Lo stato fu scosso alle sue fondamenta: non soltanto doveva confrontarsi con la lotta armata, ma anche con una massiccia presenza di popolazione -organizzata politicamente- nelle strade. Nelle elezioni, lo Sinn Féin, il partito politico del Movimento Repubblicano ottenne un grande successo. Lo stato rispose con più repressione. Rappresentanti eletti dello Sinn Féin furono banditi dalle trasmissioni radiotelevisive, dozzine le persone imprigionate.
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Razumichin

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MessaggioTitolo: Irlanda:immagini di una lotta di liberazione (seconda parte)   Irlanda: immagini di una lotta di liberazione Icon_minitimeVen Gen 04 2008, 00:33

Ecco la seconda parte del documentario storico sull'IRA.

http://it.youtube.com/watch?v=TS2uI-J3mrA&feature=related

Ma ormai neanche le prigioni erano in grado di fermare i guerriglieri. Nel settembre del 1983, dal carcere di Long Kesh, ci fu la più grande fuga mai verificatasi dalle prigioni inglesi: volontari armati dell'IRA presero il comando della sezione dei prigionieri e li fecero uscire dal carcere con un camion adibito al trasporto dei viveri. Ma fu a Brighton, in Inghilterra, nell'ottobre del 1984 che l'IRA mostrò le sue devastanti capacità con un attentato nell'albergo che ospitava il congresso annuale del partito conservatore; il primo ministro (Margaret Thatcher) ed altri dirigenti si salvarono per un caso fortuito. Nel comunicato rilasciato dopo l'attentato l'IRA dichiarò: "a noi basta avere fortuna una volta sola, voi dovete essere fortunati tutte le volte". La risposta britannica si basò sul terrore: chiunque fosse sospettato di essere un guerrigliero veniva ucciso sul posto, gli squadroni della morte lealisti vennero riarmati ed ottennero informazioni riservate sui repubblicani e sugli obiettivi da colpire nelle comunità nazionaliste. Perfino i funerali fornirono allo stato l'opportunità per ulteriori aggressioni. A mani nude, la comunità rispose agli attacchi, determinata nella volontà di seppellire i volontari con gli onori che meritavano. Anche l'IRA reagì: i pesanti mortai, costruiti artigianalmente, colpirono le caserme britanniche e della RUC; pattuglie con mezzi semoventi furono sottoposte ad assalti portati con missili e granate, quelle a piedi furono attaccate da cecchini. Nel cielo, le forze britanniche non potevano considerarsi inattaccabili e la vita normale in Inghilterra diventò un ricordo: autostrade, stazioni ferroviarie ed aeroporti furono chiusi perché fatti saltare dall'IRA o per paura di attacchi dei volontari; finanche il numero 10 di Downing Street, residenza del Primo Ministro, non fu più un posto sicuro.

La lotta armata, dispiegata su tutti i fronti, stava costando molto cara ai britannici (nel 1992 qualcosa come 3,4 miliardi di sterline); quando l'IRA fece saltare lo storico 'Baltic Exchange' nel cuore del centro finanziario di Londra, il costo non fu solo monetario, scosse la fiducia degli investitori stranieri, il mondo degli affari provava sempre più disagio e non si sentiva sicuro, protetto, a causa della guerra in Irlanda. In casa, lo Sinn Féin guadagnava consensi in ogni competizione elettorale. Il tentativo di sconfiggere la lotta armata era fallito e il governo britannico accettò infine di avviare un negoziato. Per facilitarne lo svolgimento l'IRA, da una posizione di forza e fiducia, dichiarò la sospensione di tutte le operazioni militari a partire dal 1° agosto del 1994. James Mulligan, leader unionista di quel periodo, definì l'iniziativa dell'IRA come il fatto più destabilizzante mai verificatosi nell'Irlanda del Nord; altri leader politici e di comunità si complimentarono con l'IRA per la coraggiosa decisione. Il governo conservatore di John Major, però, fu lento nel rispondere e le forze di sicurezza, il servizio segreto e la RUC, colsero l'occasione per attaccare la comunità nazionalista. Il 19 febbraio del 1996, l'IRA dichiarò la fine del cessate il fuoco con un grande attentato nel cuore di Londra; alcuni mesi più tardi, volontari dell'Esercito Repubblicano penetrarono nel quartier generale britannico dell'Irlanda del Nord e lo fecero saltare. L'anno seguente, il 1997, il partiro laburista vinse con grande scarto le elezioni, i negoziati con l'IRA ripresero e fu di nuovo decretato il cessate il fuoco. Seguirono quindi immediatamente i colloqui tra tutti i partiti che portarono alla firma dell'accordo del Venerdì Santo (Good Friday Agreement) nell'aprile del 1998. Un punto di questo accordo prevedeva il rilascio dei prigionieri politici, molti dei quali non erano neanche nati quando era cominciata la lotta armata.

La comunità repubblicana irlandese ha compiuto un lungo percorso. Oggi è orgogliosa, fiduciosa e con lo sguardo rivolto al futuro: è il risultato di tre decadi di dura lotta. Molte donne e uomini ordinari hanno contribuito a questa lotta, ispirati dalla dedizione, dal coraggio e dall'impegno dei guerriglieri -i volontari di Óglaigh na hÉireann- molti dei quali hanno dato la vita per il proprio popolo e per la Repubblica. Diversi fattori hanno contribuito al successo dell'IRA: la loro lotta anticoloniale è considerata legittima in Irlanda e all'estero nonostante i tentativi dei nemici di provare il contrario; i guerriglieri non sono mai stati separati dalla comunità in nome della quale combattono, sono le donne e gli uomini, le madri e i padri, le sorelle e i fratelli della loro comunità; molti degli stessi esponenti politici repubblicani erano un tempo volontari attivi ed altri avevano trascorso anni nelle prigioni. Tuttavia l'elemento più importante per il successo dell'IRA è l'acquisita capacità nel preparare armi ed esplosivi, il che la rende autosufficiente; grazie a queste conoscenze, di fatto, non potrà mai essere disarmata.

Sull'ultima immagine è scritto: La nostra attività continuerà fino a che non otterremo una Repubblica socialista e democratica.
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