La vicenda di Cipro crea un precedente e 'insegna': si possono mettere le mani sui depositi e farne l'uso che si crede. Addirittura sfacciatamente, essendo oggi –la motivazione– quella di coprire buchi speculativi delle banche. La troika euroatlantica (Unione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale) può farlo.
Un precedente gravissimo che non è attenuato dal fatto che vengono toccati depositi sopra i 100mila euro per circa il 30%. Si parte sempre da precedenti che appaiano accettabili ai più, per poi 'allargarsi'.
Intanto, però, Cipro è vincolato ad un programma di consolidamento conti, riforme e privatizzazioni. Ergo, si colpisce anche 'in basso'. Ancora una volta il processo (in corso) integrazionista europeo serve per scardinare diritti acquisiti, oltre che per smantellare (attraverso privatizzazioni/svendite e deindustrializzazione) tutto ciò che potrebbe consentire una politica autonoma a tutto campo.
L'agenzia di rating staunitense Moody's comunque chiarisce e scrive nel suo "Credit Outlook": Cipro rimane a rischio default anche se dovesse approvare e applicare le misure chieste dalla Troika. La solita, vecchia storia coloniale euroatlantica...