"Grande Crisi" e "Grande Depressione". Vi siete chiesti come mai...
Domande: vi siete chiesti come mai la "Grande Crisi" e la "Grande Depressione", che si vorrebbero mondiali, colpiscono in realtà e in modo particolare tutti quei paesi che sono agganciati al sistema liberista americano? Vi siete chiesti come mai gli Stati Uniti, il paese con il ruolo di dominanza
centrale nel mondo capitalistico, da questa crisi stanno -all'ingrosso- uscendo mentre peggiorano in linea inversamente proporzionale le condizioni economiche e sociali nei paesi/aree legati agli Stati Uniti storici da vincoli di subalternità, in primis l'Unione Europea, pur con differenziali interni? Infine, i pochi informati al riguardo si saranno chiesti come mai ci sono altri paesi che sono solo marginalmente toccati dalla "Grande Crisi" e dalla "Grande Depressione"?
Sì, "i pochi informati", perché di quest'ultimo punto in Italia non si parla. Figurarsi discuterne.
Si è superinformati -con aggiornamenti e riproposizioni continui di fatti, accadimenti e/o particolari anche i più morbosi- su annessi e connessi, premesse e conseguenze, ipotesi e ricostruzioni più o meno fantasiose di dinamiche e motivazioni di tragicomiche vicende personali (necessità sessuali di Berlusconi) o tragiche vicende che la grancassa massmediatica impone all'attenzione generale. Ultime in ordine di tempo (tra quelle scelte) le vicende che hanno visto vittime Melania Rea o Sarah Scazzi. Operazioni mediatiche, anche seducenti nelle modalità di 'costruzione', funzionali a 'fare audience' e allo stesso tempo intrattenere le menti, concorrere alla loro saturazione e indurre al distoglimento da 'altro'.
In questo 'altro', per le esistenze e le vite di milioni di persone, ci sta anche l'essere informati (tanto per cominciare) su come, in alcuni paesi, ci si riesca a sottrarre alla "Grande Crisi" e alla "Grande Depressione" e di conseguenza alle grandi macellerie sociali che, nelle nostre lande (e dintorni), vengono fatte passare per inevitabili e necessarie.
Tocchiamo l'ultimo degli interrogativi posti, da cui poi si potrebbe percorrere a ritroso la catena dei perché. I paesi che sono marginalmente toccati dalla "Grande Crisi" e dalla "Grande Depressione" guarda caso hanno adottato misure protezioniste. Perché non si vanno ad analizzare quali politiche abbiano adottato questi paesi per scoraggiare o addirittura fermare la delocalizzazione all'estero delle imprese? Come abbiano frenato fortemente, se non imbrigliato, la "mano libera" che tendono ad avere le grandi imprese ed i grandi gruppi affaristico-speculativi? Come siano riusciti ad invertire la tendenza alla perdita di posti di lavoro e alla crescita della disoccupazione? In che modo riescano a tenere contabilità e bilancio sotto controllo?
Parliamo di paesi in cui si sia compiuta o sia in atto una rivoluzione sociale? No, perlomeno non necessariamente a questo 'livello'. Parliamo di Argentina, Brasile, Cina, ad esempio. Si scoprirebbero aspetti singolari e ci si renderebbe conto che le cose non sono condannate ad andare per forza in un certo modo, come vuol lasciare intendere il martellamento massmediatico 'di casa nostra', cassa di risonanza dei dominanti esteri e dei servili sub/dominanti interni di questa nazione. Semplicemente si registra una forte presenza e ruolo dello Stato che esercita sovranità. Dopo di che ci si può dividere sugli sviluppi dell'esercizio (natura e modalità) di questa sovranità. Strade anche radicalmente divergenti. Non solo in termini di giudizio ma anche sul piano della prassi. Ma questa è un'altra storia, conseguente alla premessa. (Ri)conquistare la sovranità, l'indipendenza, è l'indispensabile premessa.