| | Roma, 7 giugno. Contadini rivoluzionari del Sud | |
| | Autore | Messaggio |
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alekos18
Numero di messaggi : 1117 Data d'iscrizione : 04.04.07
| Titolo: Roma, 7 giugno. Contadini rivoluzionari del Sud Sab Giu 04 2011, 01:12 | |
| martedì 7 giugno ore 20.30 Roma, via Pullino, 1 (fermata Metro B "Garbatella") presso Circolo Arcobaleno
Arcobaleno e Rivista "Indipendenza" presentano: "Contadini Rivoluzionari del Sud" un libro di Pino Fabiano sulla figura di Rosario Migale, il Mao Tse-tung della Calabria. L'avvincente racconto va dalla partecipazione alla Resistenza alle lotte per la terra e il lavoro contro il latifondo calabrese. E' storia della militanza comunista che, con l'irruenza del carattere, gli procurarono la galera, ma su altro fonte l'amicizia e la stima di Pasolini e di Angiolo Gracci, intellettuale e partigiano che condivise con lui battaglie e impegno politico. La serata sarà introdotta e conclusa dalla musica di Roberta Parravano (voce e tamburello) Stefano Fraschetti (lira calabrese) Elisa Viola (chitarra battente) La lira Calabra è uno strumento tipico dei contadini calabresi, una sorta di viola da gamba rustica intagliata nel legno tenero. Stefano Fraschetti è da anni studioso e cultore di questa tradizione Roberta Parravano, oltre a ottima cantante, è ballerina e insegnante di danza, per cui concluderà la serata mostrando ai presenti i passi base della famosa "tarantella calabrese" che, chi vuole, potrà poi ballare. ottimi vini e ristorazione presso la buvette del Circolo ingresso libero ma consigliata prenotazione | |
| | | tadiottof
Numero di messaggi : 621 Data d'iscrizione : 04.08.08
| Titolo: Re: Roma, 7 giugno. Contadini rivoluzionari del Sud Sab Giu 04 2011, 16:32 | |
| E' bello e consolante ricordare le glorie passate, ma la campagna oggi ha altri connotati. Ancora fino al 1950 l'economia in Italia era basata sull'agricoltura. Oggi l'agricoltura rappresenta il 5 - 6% del PIL e gli occupati sono meno di 1 milione, cioe' circa il 5%. Il lavoro nei campi e' meccanizzato e non si suda piu'. E' cambiato tutto. I miei zii fino al 1960 avevano nel cortile un centinaio di polli, galline, tacchini e anatre. Oggi le famiglie contadine il pollo lo comprano in negozio. Non curano nemmeno l'orto: si sono imborghesiti. Le mogli, trovate in citta', hanno schifo delle lumache nell'insalata. E' cambiata anche l'industria: prima occupava il 65% dei lavoratori oggi a malapena il 35% e calera', vedi Fincantieri. Siamo nell'era post-industriale- 2000snlp | |
| | | alekos18
Numero di messaggi : 1117 Data d'iscrizione : 04.04.07
| Titolo: Re: Roma, 7 giugno. Contadini rivoluzionari del Sud Dom Giu 05 2011, 14:58 | |
| Il mondo dei campi è certamente cambiato ma le condizioni dell'agricoltura, anche nel sud Italia, sono a ben vedere peggiorate. Si tratta di un ambito decisivo per la vita e la sovranità di ogni popolo: la sovranità alimentare ha le sue radici nei campi ed anche nella politica.
La storia pluridecennale ad oggi di tutto il comparto agroalimentare, particolarmente nel Sud, è quella di un degrado produttivo e di un meccanismo di razzie, di carrozzoni consociativi assistenziali che ha dato lucro a clientele partitiche, a truffatori e al malaffare di ogni tipo e categoria, in un contesto di parassitismo e truffe internazionali, che è stato ed è anche risultante di scelte di sopravvivenza, nel vuoto progettuale di un'agricoltura nazionale mandata alla deriva, svalorizzata. Il colonialismo interno si è saldato con la dipendenza estera, euroatlantica. Non solo in questo comparto, peraltro. Gravano specificamente, per l'agroalimentare, gli indirizzi e la ragion d'essere della Politica Agricola Comune (PAC) di Bruxelles, con i suoi conti iniqui, il suo groviglio di regole vessatorie e di interessi che si intrecciano con banche e transnazionali, con il suo assurdo meccanismo di quote e di penali, con lo squilibrio non casuale (per il controllo e la dominanza) della distribuzione delle risorse agricole tra i vari settori produttivi e le regioni d'Europa, che da molti anni penalizza l'agricoltura mediterranea rispetto ai prodotti continentali, ed in ultima istanza l'insieme di questi a quelli anche geneticamente modificati delle multinazionali di settore statunitensi. Una questione che non riguarda solo i produttori e chi lavora nei campi, ma anche i consumatori, la qualità stessa del cibo che arriva sulle tavole, sempre di più inondate di prodotti adulterati, pesticidiati, geneticamente mutati.
Ora, questo degrado, storicamente, si è accompagnato, particolarmente ancora nel Sud, all'emigrazione. Non è un caso che la seconda grande migrazione meridionale –tra il 1948 e il 1973 (la prima fu tra il 1883 e il 1914, a toccare 1/3 della sua popolazione)– parta nel 1948 all'indomani di quel fenomeno, diffuso nel Sud già sul finire del secondo conflitto mondiale, quale le occupazioni delle terre. La presenza di enormi estensioni di latifondo, incolte o comunque mal coltivate, strideva fortemente con la situazione economica di migliaia di contadini poveri, senza terra, con il bisogno perenne di mezzi di sussistenza. Da qui la volontà di mettere in discussione un sistema fondiario parassitario e feudale, mutare i rapporti di produzione e di forza nelle campagne contro gli agrari e l’apparato repressivo che li proteggeva. Ingiustizie ed interessi di dominio connessi al possesso della terra che si mantennero inalterati, anzi, furono rafforzati (in quanto parte della sua refenza politica sub/dominante) già a partire dall’invasione anglo-americana e poi dallo stretto e pervasivo controllo esercitato dagli Stati Uniti sul nostro paese.
Concludendo. L'intento dell'iniziativa non è quello cui, Tadiottof, garbatamente alludi ("E' bello e consolante ricordare le glorie passate"). Al di là di un omaggio e di un richiamo alla memoria di figure d'eccezione e di lotte che meritano di essere ricordate (nella fattispecie Rosario Migale e Angiolo Gracci), c'è la volontà di individuare filamenti che, passando per quegli anni, arrivano ai giorni nostri. Non è nostro costume, quando ci occupiamo di questioni storiche, farlo senza avere consapevolezza anche delle sue ricadute, a vario titolo, sul presente. Il tema in oggetto ci parla di problematiche sociali antiche e di modalità di lotta, di partigiani che esprimono la consapevolezza che la resistenza e la liberazione patriottica da un'occupazione dovesse concretarsi nei rapporti sociali e di produzione della nuova Italia da costruire. Il tema in oggetto ci parla anche del ruolo di partiti come innanzitutto il PCI, ci parla della manovalenza neofascista, ci parla dei loro padroni politici, e cioè degli interessi delle classi sub/dominanti nostrane, in primis nel Sud quelle agrarie ma con intrecci con quelle industriali del Nord, e degli interessi e relative pesanti interferenze, non solo ad ogni livello politico ma anche sul piano delle repressioni e delle mattanze, di organismi militari e di agenzie legate o direttamente espressione degli Stati Uniti. "Contadini rivoluzionari del Sud" dice molte cose ed evoca pure molto di più. Anche se non lo si trova scritto... | |
| | | tadiottof
Numero di messaggi : 621 Data d'iscrizione : 04.08.08
| Titolo: Re: Roma, 7 giugno. Contadini rivoluzionari del Sud Lun Giu 06 2011, 08:22 | |
| Caro Alekos anche se non trovo scritti gli obbiettivi che sono alla base della manifestazione, tuttavia li riconosco e li conosco. Tiri in ballo il tradimento del PCI. I traditori sono presenti in ogni associazione. Compito dei militanti e dei simpatizzanti sarebbe quello di sostituirli. Purtroppo per mancanza di democrazia interna questo non avviene e gli elettori votano una volta a destra e una volta a sinistra per cambiare i personaggi, senza capire cosa sia la destra e la sinistra. Il problema dell'agricoltura non e' il latifondo, ne' gli OGM, ma i governanti che pontificano sulle soluzioni del problema. Anche loro non conoscono i dati del settore. Nel 2009 ho incontrato un corteo di contadini che risaliva via XX settembre con buoi e trattori. Ho chiesto a qualcuno se avesse saputo quanti erano i contadini in Italia. Non non lo sapevano e non gli interessava di saperlo. Allora sono andato in testa al corteo e ho fatto la stessa domanda a persone ben vestite che guidavano il corteo. Nemmeno loro lo sapevano e mi hanno rimproverato perche' secondo loro il problema non sta nel numero, nel peso economico del settore, ma nella partecipazione alla "lotta". Coi forconi? Intanto hanno fatto spendere centinaia di euro per portare le mucche in piazza, per il carburante dei trattori e fatto perdere giornate di lavoro. 2000snlp | |
| | | kamo
Numero di messaggi : 271 Data d'iscrizione : 10.05.07
| Titolo: Re: Roma, 7 giugno. Contadini rivoluzionari del Sud Ven Giu 10 2011, 02:56 | |
| Bella iniziativa, compagni, davvero una bella iniziativa... | |
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| Titolo: Re: Roma, 7 giugno. Contadini rivoluzionari del Sud | |
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| | | | Roma, 7 giugno. Contadini rivoluzionari del Sud | |
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