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| Perché l’Italia non alza la testa? | |
| | Autore | Messaggio |
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Hoffa
Numero di messaggi : 181 Età : 51 Localisation : Italia Data d'iscrizione : 01.10.10
| Titolo: Perché l’Italia non alza la testa? Lun Mar 28 2011, 11:53 | |
| Perché non ci ribelliamo? In Italia la disoccupazione giovanile è al 29%, la più alta d’Europa. Tutti noi genitori abbiamo il problema dei figli, quasi sempre laureati, che non trovano lavoro o che devono accettare ingaggi precari molto al di sotto del loro titolo di studio, senza nessuna prospettiva per il futuro (questo è stato uno degli elementi scatenanti della rivolta tunisina innescata da un ingegnere costretto a fare il venditore ambulante e, impeditagli anche la bancarella, si è dato fuoco).
Tutti gli scandali più recenti, dal “caso Mastella” in poi, ci dicono che la classe dirigente italiana, intesa come mixage di politici, amministratori pubblici, imprenditori, finanzieri, speculatori, esponenti dello star system, piazzano i propri figli, nipoti, generi, amici degli amici, in posti di lavoro ben remunerati e sicuri. Del resto nemmeno un chirurgo, nel nostro Paese, può fare il chirurgo se non ha gli agganci giusti con questa o quella banda di potere. Perché il sistema clientelare di Mastella non è il “sistema Mastella” è il sistema dell’intera classe dirigente italiana. Se non altro Mastella ha lo spudorato coraggio e la spudorata onestà di non farne mistero.
I ceti popolari sono stati espulsi da Milano e mandati nell’hinterland, in “non luoghi” direbbe Biondillo, che hanno il nome di paesi ma non sono paesi, perché non hanno una piazza, una chiesa, un cinema, un luogo di aggregazione. Le deportazione dei ceti popolari ha distrutto Milano, città interclassista dove nei quartieri del centro, Brera, Garibaldi, Pirelli abitava accanto al suo operaio, il primo, naturalmente, in un palazzo di Caccia Dominioni, il secondo in una casa di ringhiera. Questa interfecondazione dava alla città una straordinaria vivacità che è andata inesorabilmente perduta. Oggi una giovane coppia non può trovar casa a Milano, né in affitto né tantomeno in proprietà nemmeno con mutui che impegnino tre o quattro generazioni.
Quando ci si lamenta che certe zone periferiche, come via Padova, sono state occupate più o meno illegalmente dagli immigrati, si sbaglia perché se non altro hanno restituito un po’ di vita, e in particolare una vita notturna a una città che non ne ha più se non in quei quattro o cinque bordelli di lusso, a tutti noti, che ogni tanto vengono chiusi per eccesso di escort e di droga. In questi posti senti uomini fra i quaranta e i sessanta fare discorsi di questo tipo: “Domani parto per New York, poi faccio un salto a Boston e ritorno in Italia via Thailandia dove mi fermerò una decina di giorni”. Se per caso ti capita di parlargli e gli chiedi: “Scusi, lei che lavoro fa?”, le risposte son vaghe. In genere si dicono finanzieri, intermediari, immobiliaristi. Quando agli inizi degli anni ’70 era già cominciata la deportazione dei milanesi verso l’hinterland, lo Iacp, Istituto Autonomo Case Popolari, non dava i suoi appartamenti alla povera gente, ma a politici, amministratori locali, giornalisti, in genere socialisti perché, prima del ribaltone della Lega, Milano, è stata governata da sindaci del Psi (Aniasi, Tognoli, Pilliteri, gli ultimi). È ovvio che il centro di Milano, depauperato dei suoi ceti popolari, sia abitato oggi solo dai ricchi. Noi milanesi le case di piazza del Carmine, di via Moscova, di via della Spiga, di via Statuto possiamo solo sfiorarle e occhieggiarne i lussuosi androni. Meno ovvio è che il Pio Albergo Trivulzio, la Baggina come la chiamiamo noi, che ha accumulato un ingente patrimonio immobiliare, grazie a dei benefattori che intendevano, con ciò, non solo alleviare la condizione dei vecchi soli e invalidi ma anche che i loro quattrini avessero un utilizzo sociale, svenda questo patrimonio, con affitti o vendite “low cost” come si dice elegantemente oggi, a politici, amministratori, manager, immobiliaristi, speculatori, modelle, giornalisti, che di questo “aiutino” non avrebbero alcun bisogno, sottraendo risorse a chi il bisogno ce l’ha.
Io bazzico bar frequentati da impiegati, da piccoli manager, da lavoratori del terziario e un’antica piscina meneghina, la Canottieri Milano, dove si sono rifugiati, come in uno zoo per animali in estinzione, i cittadini di una Milano che fu, gente anziana. Tutti schiumano rabbia impotente di fronte a queste storie dei figli delle oligarchie del potere che hanno il posto assicurato o delle case del centro occupate “low cost” da queste stesse oligarchie o dai loro pargoli (nello scandalo del Pio Albergo Trivulzio c’è un nipote di Pilliteri, una figlia di Ligresti). Queste cose li colpiscono più dei truffoni di Berlusconi perché toccano direttamente la loro carne. Schiumano rabbia ma non si ribellano. Perché? Le ragioni, secondo me, sono sostanzialmente due. In questo Paese il più pulito ha la rogna. Quasi tutti hanno delle magagne nascoste, magari veniali, ma ce l’hanno. Non che sia gente in partenza disonesta. Ma, com’è noto, la mela marcia scaccia quella buona. Se “così fan tutti”, tanto vale che lo faccia anch’io. Così ragiona il cittadino. Per resistere a quel “tanto vale” ci vuole una corazza morale da santo o da martire o da masochista. La seconda ragione sta in una mancanza di vitalità. Basterebbe una spallata di due giorni, come quella tunisina, una rivolta popolare disarmata ma violenta disposta a lasciare sul campo qualche morto per abbattere queste oligarchie, queste aristocrazie mascherate che, come i nobili di un tempo, si passano potere e privilegi di padre in figlio, senza nemmeno avere gli obblighi delle aristocrazie storiche. Ma in Tunisia l’età media è di 32 anni, da noi di 43. Siamo vecchi, siamo rassegnati, siamo disposti a farci tosare come pecore e comandare come asini al basto. Solo una crisi economica cupissima potrebbe spingere la popolazione a ribellarsi. Perché quando arriva la fame cessa il tempo delle chiacchiere e la parola passa alla violenza. La sacrosanta violenza popolare. Come abbiamo visto in Tunisia e in Egitto, come vediamo in Libia o in Bahrein (in culo al colossale Barnum del Circuito di Formula Uno, che è, in sé, uno schiaffo alla povera gente di quel mondo).
Il Fatto Quotidiano, 22 febbraio 2011
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/02/22/perche-non-ci-ribelliamo-in-italia-la/93334/ | |
| | | tadiottof
Numero di messaggi : 621 Data d'iscrizione : 04.08.08
| Titolo: tesi velleitarie Mar Mar 29 2011, 05:03 | |
| tesi velleitarie In Libia gli insorti sono bombardati. E poi gli insorti libici chi saranno se non gli ex amici di Gheddafi? In Egitto, dopo i primi entusiasmi, e' in atto la restaurazione: promesse di aumento di stipendio, di "maggior" democrazia, che fanno sempre calmare gli animi. Cosi' in Barhein, in Tunisia, in Marocco ecc. La gente che sta al governo non vuole perdere lo stipendio. In Italia c'e' ancora chi acclama Berlusconi all'uscita dal Tribunale. E la Polizia da che parte stara'? e l'Esercito? Ribellarsi? E dopo una settimana in piazza senza il pur misero stipendio, dove saranno i soldi per comprare da mangiare, pagare l'affitto, le bollette, le multe per divieto di sosta? 2000snlp | |
| | | Hoffa
Numero di messaggi : 181 Età : 51 Localisation : Italia Data d'iscrizione : 01.10.10
| Titolo: Re: Perché l’Italia non alza la testa? Mar Mar 29 2011, 10:19 | |
| - tadiottof ha scritto:
- tesi velleitarie
In Libia gli insorti sono bombardati. E poi gli insorti libici chi saranno se non gli ex amici di Gheddafi? In Egitto, dopo i primi entusiasmi, e' in atto la restaurazione: promesse di aumento di stipendio, di "maggior" democrazia, che fanno sempre calmare gli animi. Cosi' in Barhein, in Tunisia, in Marocco ecc. La gente che sta al governo non vuole perdere lo stipendio. In Italia c'e' ancora chi acclama Berlusconi all'uscita dal Tribunale. E la Polizia da che parte stara'? e l'Esercito? Ribellarsi? E dopo una settimana in piazza senza il pur misero stipendio, dove saranno i soldi per comprare da mangiare, pagare l'affitto, le bollette, le multe per divieto di sosta? 2000snlp Infatti uno dei leader ribelli è un ex ministro di grazia e giustizia di Gheddafi | |
| | | cub vetro
Numero di messaggi : 7 Data d'iscrizione : 22.01.11
| Titolo: Re: Perché l’Italia non alza la testa? Mer Mar 30 2011, 01:27 | |
| a Milano è da 30 anni in atto l'espulsione coatta dei ceti popolari dal centro,oserei dire anche dalla periferia visti i costi.in parte siamo anche noi colpvoli.l'ambizione,il bombardamento mediatico lasciano il segno...e piuttosto di accontentarsi di un trilocale modesto al Goambellino,vogliamo la villetta a schiera fuori Abbiategrasso ecc | |
| | | alekos18
Numero di messaggi : 1117 Data d'iscrizione : 04.04.07
| Titolo: Re: Perché l’Italia non alza la testa? Ven Apr 01 2011, 11:17 | |
| Il problema, Hoffa, secondo me, prima ancora che interrogarsi sul perché in questo paese non ci si ribelli, sta in questo: ribellarsi in nome di cosa e per fare cosa? In Italia si sono avute situazioni anche di rivolta prolungata (pensa agli anni Settanta) e ai nostri giorni si sono registrati momenti forti di piazza su questioni generali (scuola, FIAT, ecc.) o anche locali (NO TAV, rifiuti, base USA "Dal Molin", ecc.), ma si è trattato di fiammate che hanno prodotto esiti certamente differenti, non tali però da innescare un processo significativo di cambiamento.
Innanzitutto starei attento a non enfatizzare ogni 'ribellione'. Gli eventi del nord Africa, ultimi significativi in termini temporali, mostrano che si può essere "ribelli", consapevolmente (in chi dirige) o meno (per chi s'accoda anche con qualche motivazione 'ragionevole' e condivisibile), per conto di interessi di frazione di classe (sub/)dominante propria e/o di riferimento e/o imperialista. In secondo luogo porrei al centro la necessità di avere consapevolezza, quantomeno 'a maglia larga', di un quadro d'insieme non solo ideale, come "progetto di società", ma anche delle condizioni reali del sistema di potere dominante e sub/dominante. Quindi serve avere/formare/formarsi come quadri e mettere in piedi strutture adeguate, per costruire radicamento, in forma autonoma e con capacità d'intervento e dialogo anche dentro luoghi/realtà sociali e politiche altre.
Altro si potrebbe dire, ma su una cosa invito a prestare attenzione, al rischio che, peggiorando le condizioni materiali di questo paese, possano anche registrarsi esplosioni forti, come forse ancora non le abbiamo viste, di rivolta, ma che finiscano con l'essere grandi fuochi di paglia ed in ultima istanza indirizzati secondo interessi particolari e/o generali di forze dominanti. Forse che in Tunisia ed in Egitto non sta accadendo qualcosa del genere?
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| | | tadiottof
Numero di messaggi : 621 Data d'iscrizione : 04.08.08
| Titolo: rivoluzione Lun Apr 04 2011, 07:34 | |
| dal sito dell'ANSA http://www.ansa.it/web/notizie/photogallery/primopiano/2011/04/03/visualizza_new.html_1527538956.html
ALGERIA, ANCHE GUARDIE COMUNALI PROTESTANO Pubblicato il: 03 aprile, 23:48
Con il sostegno della Polizia il successo e' piu' vicino. 2000snlp | |
| | | noname
Numero di messaggi : 121 Data d'iscrizione : 02.08.08
| Titolo: hehehehe Ven Apr 08 2011, 21:25 | |
| Perche l'Italia non alza la testa.... Perche voglia di lavorare saltami addosso ma tu Pigrizia mia non mi abbandonare Perche si sa la strada che si lascia ma non si sa quella che si trova E poi perche prima di parlare dell'Italia bisognerebbe parlare di noi ed appunto quanto siamo bravi nel sorvolare anche alle ingistuzie subite di persona. Come dire ,esiste il coatto che si ribella ad ogni cosa persino nel pagare il biglietto dell´autobus e quel colui coatto viene addirittura emarginato da chi coatto non ci si ritiene,mentre chi coatto non si ritiene crede che sia giusto far finta di nulla anche alle ingiustizie subite di persona...prima ancora dunque che la Politica o l'azione politica io penso che l'essere Umano dovrebbe riprendere la strada del cammino dell´evoluzione,individualmente non siamo più abituati nel rompere le righe quando mai lo potremo fare collettivamente se non istericamente o a modi fuochi di paglia come detto sopra !!!?? Ho detto tutto questo perche con la modesta onestà intellettuale che ritengo di avere devo ammettere di non essere capace di alzare la testa per le mie cose personali,tutto mi sta andando male ma impormi vorrebbe significare come cambiare vita e questo mi spaventa,mi spaventa a tal punto che per ora sopporto la non vita che conduco. Ciao,cosi, un po serio un po no ma non scrivevo da un sacco di tempo.... | |
| | | Hoffa
Numero di messaggi : 181 Età : 51 Localisation : Italia Data d'iscrizione : 01.10.10
| Titolo: Re: Perché l’Italia non alza la testa? Gio Giu 16 2011, 13:58 | |
| Forse una speranza c'è. I risultati delle amministrative hanno dimostrato che il popolo italiano ha rialzato la testa. | |
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| Titolo: Re: Perché l’Italia non alza la testa? | |
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