Credo che il cambiamento epocale sia gia' stato.
Non nel governo del mondo, che era nelle mani degli Stati Uniti, anche durante la guerra fredda.
Il cambiamento, la rivoluzione, e' nel ciclo produttivo, nella cosiddetta era postindustriale.
Oggi si produce di piu' con meno personale e, quindi, non si possono creare nuovi posti di lavoro per fabbricare merci.
Al massimo si potrebbero creare posti per smerciare, ma con le nuove tecniche c'e' meno bisogno di commessi.
Le grandi industrie, con la scusa delle privatizzazioni, sono state smembrate.
L'ENEL, per esempio, resta il produttore monopolistico. Aveva decine di migliaia di dipendenti; ora ne ha un decimo, il resto, con minor potere contrattuale, e' occupato in piccole aziende di vendita . Cosi' le Ferrovie, i Trasporti pubblici, la Sanita', l'Assistenza agli anziani ecc.
Quindi i Governi inventano posti di lavoro mal retribuiti in nuovi settori: ONLUS, aziende che certificano la qualita', call center, il nuovo strumento di Giustizia con gli Operatori di Intermediazione, ecc.
Sono tutte occupazioni costose improduttive, che diminuiscono le poche risorse rimaste.
La crisi e' destintata a incancrenirsi
I governi mancano di soluzioni per la nuova epoca.
I sindacati non hanno capito o non vogliono capire.
I partiti di sinistra sono spariti.
Per intanto tengono a bada la gente con gli spettacoli TV, i concorsi a premi e i concorsi di bellezza.
2000snlp