La precarietà cosa è? Una preoccupazione lavorativa ma anche esistenziale che incide nella nostra vita fiaccando lo spirito. In uno degli ultimi Angelus il pontefice Benedetto XVI si è ricordato della precarietà e ha detto "Chi oggi propone ai giovani di essere radicati e saldi? Piuttosto si esalta l'incertezza, la mobilità, la volubilità, tutti aspetti che riflettono una cultura indecisa riguardo ai valori di fondo, ai principi di base ai quali orientare e regolare la propria vita", il capo della cristianità parlava della fede cristiana e in questo caso fa il suo mestiere di pastore di anime. Ma per quanto riguarda la nostra vita nella società? Può bastare la fede in Cristo? La speranza nell'aldilà? Il lavoro nero, i contratti a progetto mascherati da carità? Intendiamoci la chiesa non può prendere sul groppone un compito che spetta alla politica però è anche vero che spesso e volentieri i vescovi si sono immischiati anche nella politica violando anche la Costituzione (come il finanziamento alle scuole cattoliche), mettendo il naso in faccende che non li riguardavano come la bioetica o la sorte dei poveracci che emigrando dalla loro terra e vivere meglio. Su una materia come la precarietà sul lavoro mi sarei aspettato dal Pastore tedesco un intervento più incisivo. Non credo sia chiedere troppo anzi mi pare che fu proprio Gesù che si scagliò contro i mercanti del tempio. Marchionne e la Marcegaglia sono riusciti a fare qualcosa che i padroni delle fonderie dell'ottocento non erano riusciti a fare cioè trasformare il lavoro in un'ossessione riducendo gli operai a delle pezze da piedi da sfruttare in modo forsennato come i topi da laboratorio. E questo non è immorale e anti cristiano? Oppure è morale condannare la vedova di Welby e il padre di Eluana Englaro?