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 articolo sul sistema carcerario

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tadiottof




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MessaggioTitolo: articolo sul sistema carcerario   articolo sul sistema carcerario Icon_minitimeDom Ago 01 2010, 09:59

Vi giro questa lettera che ho mandato a Polizia e Democrazia a commento di un articolo di Lorenzo Baldarelli.
Potete trovarlo sul sito della rivista http://www.poliziaedemocrazia.it/live/index.php?domain=archivio&action=rivista&idRivista=136
2000snlp


Ho letto il suo interessante articolo "prigioni, detenuti e polizia giudiziaria".
Espone tesi ed elenca categorie e situazioni.
Dovrei rileggere tutto per trattare con completezza.
Mi limito invece a considerare i tipi di reato: contro il patrimonio e contro la persona.
Credo che solo una nuova valutazione del patrimonio e della persona permetterà di rivedere le pene previste.
Per quanto riguarda il terrorismo.ricordo che per combattere le Brigate Rosse lo Stato spese 200 mila miliardi di lire.
Se avesse usato quei soldi per scopi sociali avrebbe tolto di mezzo le ragioni che muovevano i brigatisti.
Purtroppo furono spesi per azioni militari e per i processi.
Le Brigate Rosse erano perdenti in partenza: per far fronte al contrasto avrebbero dovuto compiere rapine per 200 mila miliardi di lire, il 20% del PIL di allora: impossibile.
Ma quando il legislatore delibera per sperperare i soldi dei contribuenti non commette un reato contro il patrimonio?
Non verremo a capo del sovraffollamento finché non ci sara' giustizia sociale, quindi i luoghi di detenzione saranno sempre più grandi e, dal momento che non potremo fare un carcere del mondo intero, chi soffrira' di piu' saranno i cittadini che stanno in mezzo tra i trasgressori e lo Stato.

Nel libro “Origine della famiglia della proprietà privata e dello Stato”, Engels ci chiarisce lo scopo delle prigioni.
Il patrimonio al sorgere della società civile era una necessità per la sopravvivenza e il suo possesso, irrinunciabile.
Il raccolto di un campo di grano doveva essere questione di vita o di morte.
Oggi il possesso non è fondamentale: una "società per azioni" si controlla con i patti di sindacato e, con una minima percentuale di capitale azionario, è possibile determinare la politica industriale e la distribuzione delle plusvalenze.
Vale anche nella "res publica": i soldi distribuiti dallo Stato con le sue leggi sono raccolti con le tasse, ma la scelta della loro destinazione è decisa dai vertici, che non hanno riguardo delle regole della democrazia.
I reati contro il patrimonio possono recare lesioni alla persona.
Il fenomeno del terrorismo internazionale, non il precedente, non quello degli anni di piombo, al tempo della guerra fredda, comprende reati contro il patrimonio e contro la persona.
Per comprendere il terrorismo internazionale dobbiamo aver presente lo scenario strategico.
Gli Stati Uniti sono rimasti gli unici a governare il pianeta; hanno il compito di gendarmi, e sono gli unici a poter portare sull'obiettivo le bombe nucleari.
La Russia odierna non ha peso o poco, non controlla più i paesi satelliti; la Cina ha problemi di fonti energetiche per crescere; l'India problemi legati alla sua religione primitiva.
Gli altri Paesi non possono intromettersi.
Gli Stati Uniti, pur avendo una capacità militare terribile, sono impastoiati, hanno nemici interni, ovvero parti politiche in competizione, e nemici storici, che avversano la loro organizzazione sociale e visione del mondo.
Il mondo è privo di leadership; gli Stati uniti hanno un compito difficile.
Per fortuna il presidente degli Stati Uniti è una persona saggia.
Quindi il terrorismo internazionale solo come azione di disturbo, perché non ha nessuna speranza di sostituire il loro potere.
I signori del terrorismo, che non hanno l'arma atomica o non possono portarla sul territorio americano, ne hanno però una altrettanto formidabile: i Kamikaze, così tengono la popolazione occidentale sempre sotto minaccia.
Americani e alleati non hanno uno strumento analogo e, del resto, non sapremo come utilizzarlo.

Non sono filo-occidentale; troppi errori, troppe ingiustizie e contraddizioni
Sono comunque favorevole alla leadership americana per evitare il caos.
Non mi sento in contraddizione.
Mi spiego con un esempio: non sono credente, mi dichiaro ateo convinto, ma al tempo stesso mi sento cristiano.
Cristo e' stato il primo uomo sulla Terra che abbia predicato la pace.
Cristo non era un terrorista come Barabba; avrebbe accettato la convivenza, la coesisenza pacifica con i Romani. Aveva compreso che ai Romani si sarebbe sostituito un altro invasore e che la guerra non sarebbe mai finita.
Purtroppo le chiese cristiane hanno tradito il loro fondatore e i fedeli non se ne sono accorti.
I fedeli dovrebbero rifondare le chiese e richiamare i loro capi al compito storico di pacificatori.
I cappellani militari sono un insulto.
29/7/2010
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