Rivistaindipendenza.org
Vuoi reagire a questo messaggio? Crea un account in pochi click o accedi per continuare.
Rivistaindipendenza.org

Il forum della rivista
 
IndiceIndice  CercaCerca  Ultime immaginiUltime immagini  RegistratiRegistrati  Accedi  

 

 Nuova aggressione imperialista USA in Yemen?

Andare in basso 
2 partecipanti
AutoreMessaggio
kamo

kamo


Numero di messaggi : 271
Data d'iscrizione : 10.05.07

Nuova aggressione imperialista USA in Yemen? Empty
MessaggioTitolo: Nuova aggressione imperialista USA in Yemen?   Nuova aggressione imperialista USA in Yemen? Icon_minitimeSab Gen 02 2010, 22:30

Mi sa che gli USA vogliono aprire un nuovo fronte di guerra imperialista in Yemen. E' da collegare con i rovesci che proprio in questi giorni stanno registrando in Somalia? Riporto sullo Yemen dal notiziario di novembre curato da "Indipendenza".
Un inizio per saperne di più e capire bene...

Yemen. 15 novembre. Il presidente del parlamento iraniano, Alí Lariyani, denuncia l’ingerenza USA in Yemen e l’individua come nuovo punto caldo. Lariyani ha accusato ieri gli USA di ingerenza e di sostegno ai bombardamenti dell’Arabia Saudita sui ribelli sciiti nello Yemen, secondo quanto informa il sito della Camera. Il presidente del parlamento iraniano, rivolgendosi ai deputati, ha parlato di «accadimenti deplorevoli intensificatisi in queste due ultime settimane», di «incredibile ingerenza» e di «ripetuti bombardamenti aerei sulla popolazione». Lariyani ha parlato di «informative che dimostrano che l’amministrazione statunitense coopera con questi atti oppressivi».

Yemen. 15 novembre. Il governo di Sana'a, che sta cooperando con USA e Arabia Saudita, ha accusato mercoledì Teheran di ingerenza nei suoi affari interni, dopo che lo stesso giorno il responsabile della diplomazia iraniana, Manuchehr Mottaki, ha messo in guardia, senza nominarne alcuno, i paesi della regione dall’intervenire in Yemen. All’agenzia Saba, una fonte del ministero yemenita degli Esteri, ha respinto «categoricamente, in risposta alle dichiarazioni di Mottaki, qualunque ingerenza nei suoi affari interni da qualunque parte provengano». L’Arabia Saudita è intervenuta apertamente il 3 novembre nella guerra che vede protagonisti dall’11 agosto i ribelli zaiditi, un ramo dello sciitismo minoritario in Yemen, ma maggioritario nella parte nord di questo paese arabo, e l’Esercito yemenita. Il pretesto: la morte di una guardia di frontiera saudita per mano dei ribelli sciiti che avevano sconfinato. Gli sciiti sono maggioranza in Iran e mantengono un’atavica ostilità con la monarchia wahabita saudita, tradizionale alleata degli Stati Uniti nella regione del Golfo Persico o Arabico.

Yemen. 24 novembre. Cessare il conflitto in Yemen è interesse di tutto il mondo islamico. Il ministero degli Esteri iraniano si è pronunciato per l’ennesima volta negli ultimi giorni chiedendo alle parti in conflitto in Yemen di porre fine immediatamente ai combattimenti nell’interesse dell’intero mondo islamico. «Il conflitto fa paura al mondo arabo e islamico. Per questo invitiamo le parti alla moderazione ed alla soluzione dei problemi esistenti attraverso il dialogo», ha ribadito il portavoce del ministero degli Esteri, Ramin Mehmanparast. «Questa guerra non fa altro che danneggiare gli interessi del mondo islamico e portare beneficio ad alcune potenze ambiziose presenti nella regione», ha precisato il portavoce. Teheran ha già espresso piena disponibilità per collaborare con il governo yemenita e con altri paesi della regione per la stabilità e la sicurezza dello Yemen. Lo scorso 11 novembre in un’intervista alla tv satellitare al-Arabiya, il ministro degli Esteri Manouchehr Mottaki ha invitato tutti a uno sforzo comune per appianare e risolvere lo scontro tra il governo di Sana'a e i combattenti sciiti.

Yemen. 24 novembre. Secondo alcuni analisti il recente conflitto origina da tensioni socio-economiche all’interno della repubblica di Sana’a. Tensioni che sono sfociate in scontri tra fazioni islamiste; da una parte il al-Tajammu al-Yamani li l-Islah (Raggruppamento Yemenita per le Riforme), movimento wahabita finanziato da Riyadh, dall'altra il movimento zaidita dell’imam Yahya al-Houthi, appartenente allo sciitismo. Fu il presidente yemenita Ali Abdullah Saleh che dal 1994 armò e finanziò al-Houthi, inviandolo nella città di Saada, affinché contrastasse il diffondersi delle scuole wahabite. Col tempo le posizioni tra Sana’a e il movimento zaidita di al-Houthi mutarono, tanto che nel 2004 quest’ultimo ha iniziato a pretendere l’autonomia della provincia di Saada dall’autorità centrale. L’ultima campagna militare del conflitto è iniziata nell’agosto 2009, quando le forze governative hanno aumentato la pressione militare sui guerriglieri. L’offensiva, denominata "Terra Bruciata", ha provocato 3.800 morti e 16.000 feriti tra i militari e la popolazione civile, cui vanno aggiunti oltre 100.000 sfollati e vaste perdite materiali, secondo la Croce Rossa e le Nazioni Unite. Ciò ha spinto il presidente Saleh a chiedere l’aiuto dell’esercito saudita, per poter proseguire la campagna contro il movimento islamista zaidita. Da parte sua, l’Arabia Saudita è intervenuta non solo per aiutare Sana’a, ma anche per contrastare gli sconfinamenti del movimento di al-Houthi nella località montuosa del Jebel Dukhan. L’Arabia Saudita teme di trovarsi tra due fuochi: la sollevazione zaidita a sud e un’eventuale insurrezione della numerosa minoranza sciita nel nord, che risiede nelle regioni petrolifere del paese. Le milizie zaidite, secondo Al Sharq Al Awsat, avevano preso il controllo della regione di Qatabar, nella provincia di Saada, al confine tra Yemen e Arabia Saudita. Il regno saudita si è così sentito sotto attacco, poiché la regione saudita del Jabal Dokhan, confinante con la provincia yemenita di Sadaa, era stata occupata temporaneamente dalle milizie di al-Houthi; un’azione che è costata due morti alle guardie di frontiera di Riyadh. Già il 10 novembre l’Arabia Saudita aveva imposto il blocco navale alle coste yemenite sul Mar Rosso, nel tentativo di bloccare i rifornimenti ai ribelli. Inoltre, il presidente Ali Abdullah Saleh, per poter strappare il sostegno saudita, ha rinunciato ufficialmente a reclamare quei territori yemeniti che sono occupati dai sauditi dal 1934, che hanno un’estensione equivalente a quella della Siria.

Yemen. 24 novembre. Il movimento zaidita ha, invece, accusato l’aviazione saudita di aver bombardato le proprie postazioni e di aver permesso alle truppe governative yemenite di attraversare il territorio saudita, con lo scopo di accerchiare le milizie del movimento di al-Houthi. Risultano cruenti scontri al confine meridionale dell’Arabia Saudita, con le truppe di Riyadh che penetrano all'interno della provincia di Saada con la tolleranza del regime di Saleh. Questi atti e la rinuncia alle terre yemenite annesse dai sauditi hanno suscitato viva irritazione presso la popolazione locale, provocando la reazione dei partiti d’opposizione islamici, nazionalisti e di sinistra. Un’opposizione che ha una considerevole base popolare in tutto il paese e che, al termine di un incontro, ha emesso un comunicato congiunto che accusa il governo di aver violato la sovranità nazionale, per poter condurre le operazioni contro la provincia di Saada. Il presidente Saleh, per giustificare il suo operato e per garantirsi la legittimazione internazionale, soprattutto da USA ed emirati arabi del Golfo, adduce a fasi alterne un presunto coinvolgimento iraniano a fianco di al-Houthi, mai dimostrato, o la presenza di al-Qaeda sul territorio nazionale, anche se fu proprio lui ad arruolare migliaia di jihadisti da utilizzare nella guerra contro l'ex Repubblica Democratica Popolare dello Yemen, ora annessa al resto del Paese.

Yemen. 24 novembre. Secondo fonti yemenite e saudite, la milizia di al Houthi non appartiene più alla corrente sciita zaidita, tradizionalmente prevalente in Yemen, ma a quella duodecimana, prevalente in Iran. In un’intervista sul sito iraniano Ayandenews, l’imam Issam al-Imad, che sarebbe collegato al movimento di al-Houthi, sosterrebbe che loro non sono più zaiditi e che studiano esclusivamente su testi religiosi che proverrebbero da Qom, capitale religiosa dell’Iran. Al-Imad sottolinea l’influenza di Khomeini e di Hasan Nasrallah sulla leadership del movimento di al-Houthi, augurandosi che esso instauri una repubblica islamica nel territorio yemenita da loro occupato. Nel frattempo il ministro degli esteri iraniano Manouchehr Mottaki, si è offerto di cooperare col governo dello Yemen per «ripristinare la sicurezza» nel paese, ammonendo che «coloro che versano benzina sul fuoco devono sapere che non saranno risparmiati dal fumo che si alzerà». Intanto, secondo l’UPI del 18 novembre 2009, l’Iran ha inviato delle navi da guerra nelle acque dello Yemen, nel Golfo di Aden, con il pretesto di combattere i pirati somali che predano le principali rotte di navigazione. Il dispiegamento iraniano coincide con il blocco navale dell’Arabia Saudita nel Mar Rosso, che ha inviato tre navi da guerra dalla sua base di Yanbu, per intercettare le spedizioni di armi che, asserisce Riyadh, sono inviate dall’Iran e dall’Eritrea ai ribelli sciiti che combattono le forze saudite nello Yemen del nord. Le relazioni tra l’Eritrea e Yemen sono state tese per qualche tempo, e scontri di frontiera sono stati segnalati negli anni Novanta. Il regime di Asmara è accusato dai suoi vicini di aiutare i militanti islamici che combattono in Somalia. Il governo del presidente Saleh sostiene che anche gli iraniani armano i ribelli zaiditi. Il regime di Sana’a sostiene che la sua marina ha intercettato nel Mar Rosso, il 26 ottobre, una nave con equipaggio iraniano carica di armi. Il comandante dell’esercito iraniano, il maggior generale Hassan Firouzabadi, ha avvertito l’Arabia Saudita che il «terrorismo di stato wahabita» nello Yemen potrebbe avere conseguenze in tutta la regione. La stampa ufficiale saudita ha riferito che re Abdullah s’è incontrato con il direttore generale della Central Intelligence Agency, Leon Panetta, a Riyadh il 15 novembre 2009. A Washington, il capo del Pentagono, Robert Gates, ha incontrato il vice ministro della difesa dell’Arabia Saudita, il principe Khaled bin Sultan, per discutere di «questioni di sicurezza regionale».
Torna in alto Andare in basso
gian




Numero di messaggi : 41
Data d'iscrizione : 29.12.07

Nuova aggressione imperialista USA in Yemen? Empty
MessaggioTitolo: Re: Nuova aggressione imperialista USA in Yemen?   Nuova aggressione imperialista USA in Yemen? Icon_minitimeVen Gen 08 2010, 19:44

Citazione :
Mi sa che gli USA vogliono aprire un nuovo fronte di guerra imperialista in Yemen. E' da collegare con i rovesci che proprio in questi giorni stanno registrando in Somalia? Riporto sullo Yemen dal notiziario di novembre curato da "Indipendenza".
Un inizio per saperne di più e capire bene...

Hai ragione e concordo, la destabilizzazione dello Yemen serve ai dominanti imperialisti USA, anche per costruirvi l’ennesima base militare in territorio non suo, come viene riportato in questa notizia.

http://www.italianradio.ir/index.php/notizie/politica/10094-yemen-gli-usa-costruiranno-base-militare-a-socotra-la-russia-non-ci-sta.html

Come sarà la giustificata questa nuova aggressione ? Con l’ennesima e inflazionata “esportazione della democrazia ” ?

O questa volta si inventeranno l’esportazione della salute pubblica per accontentare un po’ tutti, comprese le cosidette “sinistre” ondivaghe del PdCI , o alla Ferrero e Vendoliane o quelle dell’ IdV ?

Ma a quanto sembra la Russia non vede di buon occhio questa intromissione extra-territoriale.
Saluti
Torna in alto Andare in basso
 
Nuova aggressione imperialista USA in Yemen?
Torna in alto 
Pagina 1 di 1
 Argomenti simili
-
» Sciacallaggio imperialista ad Haiti
» nuova economia pollitica (NEP)
» aggressione al premier - morale
» Quanto costa la guerra d'aggressione in Libia?

Permessi in questa sezione del forum:Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.
Rivistaindipendenza.org :: Politica internazionale-
Vai verso: