philus
Numero di messaggi : 21 Data d'iscrizione : 05.05.07
| Titolo: Caso Englaro e significato politico Sab Feb 07 2009, 11:44 | |
| Attenzione! Il governo Berlusconi con il suo decreto "Salva Eluana" di ieri 6 Febbraio non solo ha agito in base alle convinzioni etiche che i media vogliono propugnarci. Lo scontro non è più sulla questione etica (comunque importante), ma si è spostato decisamente su quello politico. Con i fatti di ieri il governo è andato sfacciatamente contro la costituzione (ancora una volta) e, data la gestione degli eventi, possiamo dire che ha dato una grandissima spallata alla già traballante democrazia parlamentare, spingendo verso una sorta di regime presidenzialista. Infatti Berlusconi & co. hanno cercato di rigettare una sentenza della corte costituzionale e di superarla tramite decreto legge (anticostituzionale): come a dire che se la legge non va bene la cambiamo noi secondo le nostre esigenze. Davanti al rifiuto del capo dello stato di controfirmare il decreto si decide di riunire le camere (cosa che peraltro possono fare solo i presidenti di assemblea e non il governo) per varare una legge in pochissimo tempo che consentirebbe di "sistemare tutto"! Quindi il presidente della repubblica, garante della costituzione, viene de facto esautorato dai propri poteri, così come viene calpestata la carta costituzionale! Si potrebbe obiettare che la costituzione l'abbiano già calpestata cani e porci, ed è vero! Però in precedenza non era mai accaduto tanto sfacciatamente, si parlava di modificare la carta, si dichiarava (con falsità) il rispetto della costituzione e via dicendo. E ovvio quindi che Berlusconi sta facendo le prove per installare "democraticamente" un regime presidenzialista, dove la costituzione non ha valore, le leggi che non piacciono si possono cambiare per decreto (o, in altrnativa, farne di nuove in tempi brevissimi con la connivenza del parlamento) e le uniche norme che conteranno saranno quelle emanate dal consiglio dei ministri! Addio alla libertà costituzionale; addio alla tanto vituperata indipendenza della legislatura; addio a molte altre cose. L'Italia è destinata a fare passi da gigante per emulare la "Grande America"; il nostro piccolo Napoleone è già al suo posto di comando, ora chiederebbe cortesemente che ci chiniamo tutti a novanta gradi per poter procedere. | |
|
alekos18
Numero di messaggi : 1117 Data d'iscrizione : 04.04.07
| Titolo: Re: Caso Englaro e significato politico Dom Feb 08 2009, 15:44 | |
| Opporsi allo sciacallaggio politico sul caso Englaro. Cogliere la posta in gioco, essere conseguenti politicamente... Sulla tragedia di Eluana Englaro e della sua famiglia, alle destre non interessano affatto i risvolti umani ed etici di cui si sciacquano la bocca e tantomeno questioni correlate come il "diritto alla vita". Al di là (anche) della loro subalternità e complicità alle mattanze imperiali degli USA e dei suoi sodali regionali (in Iraq, Afghanistan, Palestina, ecc.), questo governo è lo stesso che ha fatto passare giorni fa, al Senato, un ignobile "pacchetto sicurezza" nel quale (tra l'altro) si chiede ai medici di denunciare quei cosiddetti "clandestini" che a loro si rivolgano per curarsi. L'ovvia conseguenza è che, a fronte del rischio di espulsione, questi si guarderanno bene dal farlo. Ci si disinteressa così non solo della loro vita, ma anche di quella dell'intera collettività esposta alla possibile incidenza di patologie e malattie che, se passasse, questo provvedimento determinerà su persone deboli che già si trovano a vivere in situazioni al limite della sicurezza sanitaria e di vita. La vicenda Englaro è solo un'ignobile operazione di sciacallaggio politico per strumentalizzare il sentimento cattolico quale grimaldello per intervenire sulla Costituzione. Lo 'scontro' con il Quirinale, che ha rigettato il decreto legge dell'esecutivo perché incostituzionale, ha come sfondo apertamente posto dal governo quello di voler riformare una Costituzione definita " vecchia, alla quale hanno contribuito persone influenzate dall'ideologia sovietica". Adesso ci si limita a dire di voler riformare le competenze che la Carta affida al potere esecutivo in materia di decretazione d'urgenza; in realtà l'obiettivo è di operare uno stravolgimento più ampio per ridimensionare l'attuale sistema democratico-parlamentare (già reso asfittico, anche tecnicamente, con riforme elettorali ad hoc, conniventi anche le sinistre) ed aprire la strada per la più volte annunciata trasformazione (autoritaria) dello Stato in senso presidenzialista. Lo sciacallaggio sul caso Englaro si inscrive in questa operazione politica, perché mira a coinvolgere sensibilità e forze altrimenti non (o poco) coinvolgibili nel loro insieme: il mondo cattolico, dal Vaticano a parte del Partito Democratico. Attenzione, però. Nelle frizioni tra componenti di (sub)dominanti istituzionali (governo da un lato, magistratura, Corte costituzionale e capo dello Stato dall'altro) non ci sono "poteri buoni". Tutti questi organi, nel loro insieme, sono corresponsabili dello svuotamento sostanziale della Carta costituzionale. Penso, solo come esempio, alla violazione reiterata dell'art. 11 –un principio fondamentale– che prescrive la non partecipazione dell'Italia a guerre d'aggressione. La sostanza di quell'articolo è da tempo svuotata di senso nei fatti, senza alcuna opposizione di alcun organo costituzionale. Non casualmente, del resto, in quanto riflesso (anch'esso) dei limiti della sovranità nazionale di questo paese, della sua natura subalterna e dipendente al dominio statunitense che dal dopoguerra condiziona e scandisce la vita (anche) di questa nazione. Allo strisciante tentativo di "golpe bianco", molto evidente oggi, si arriva non casualmente anche grazie alle connivenze della sinistra e alla subalternità dei partiti comunisti al centrosinistra. Questi hanno concorso ad "americanizzare" il sistema comunicativo, politico, sociale. Così, dopo le riforme elettorali per arrivare ad un bipartitismo formalmente antagonista, ma strategicamente convergente quanto a stabilità sistemica, ora è necessario formalizzare una trasformazione "americana" degli assetti istituzionali e della stessa costituzione. Presterei attenzione, poi, perché lo si tenga presente quando ci si mobilita, che la vicenda Englaro ha anche l'effetto, nell'attuale congiuntura politica, di spostare l'attenzione per via massmediatica dalle ragioni della crisi economico-finanziaria in atto e dalle sue conseguenze sociali a tutto campo, cui non sono estranei provvedimenti come il pacchetto-sicurezza. Che fare, quindi? Senz'altro ed innanzitutto opporsi al 'golpe bianco' strisciante del governo Berlusconi. Ma soprattutto aprire un grande dibattito culturale e politico, ad ogni livello e luogo, che abbia come passaggio intermedio di approdo la necessità di costituire comitati di liberazione nazionale in questo paese. Non un partito comunista, ma un movimento di liberazione nazionale e sociale, anti-capitalista ed anti-imperialista che sappia ricomprendere lotte frammentate che si attivano sull'onda emotiva di questa o quella situazione. Per rifiutare la situazione concreta di dipendenza di questo paese e l'esautorazione sociale che si sta consumando. Per una rivendicazione nazionale di una democrazia sociale effettiva in questo paese. Per uscire da uno scenario frustrante di proteste e rivendicazioni velleitarie ed inconcludenti, spesso prive di visione d'insieme. | |
|