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 Appello per la libertà d'espressione e di ricerca storica

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alekos18
Harm Wulf
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Harm Wulf




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MessaggioTitolo: Appello per la libertà d'espressione e di ricerca storica   Appello per la libertà d'espressione e di ricerca storica Icon_minitimeSab Mag 12 2007, 19:22

Dal sito http://www.mastermatteimedioriente.it/

Viva la libertà!

Apprendiamo che il prof. Robert Faurisson è stato invitato a svolgere una conferenza all'Università di Teramo. Senza entrare nel merito dell'analisi dei fatti proposti dallo studioso francese, crediamo che i principi di libertà di opinione, libertà accademica, libertà di ricerca storica garantiti dalla Costituzione italiana, dal Trattato costituzionale europeo e dalla Dichiarazione universale dei Diritti dell'Uomo, rendano pienamente legittima questa iniziativa didattica.


Claudio Moffa (Univ. Teramo), avv. Augusto Sinagra (Univ. Roma “La Sapienza”, Roma), avv. Francesca Fragale (Roma), avv. Nino Marazzita (Roma), avv. Mauro Mellini, avv. Antonino Smiroldo (Univ. di Teramo), avv. Giuseppe Marazzita (Univ. di Teramo), avv. Elvio Fortuna (Teramo), avv. Giovanna Lombardi (Roma), avv. Pasquale Vilardo (Roma), avv. Andrea Benzi (Milano), avv. Luca Tadolini (Bologna), Paolo Matthiae (Università di Roma “La Sapienza”), Franco Cardini (Univ, Firenze), Umberto Melotti (Univ. Roma La Sapienza), Umberto Bartocci (Univ. Perugia), Domenico Caccamo (Univ. Roma La Sapienza), Claudio Zanchì (Univ. Roma La Sapienza), Giulio Vignoli (Univ. Genova), Andrea Catone, Antonio Caracciolo (Univ. Roma La Sapienza), Paolo Bargiacchi (Univ. Palermo), Gianfranco La Grassa (ex Univ. Venezia), Luigi Copertino (Associazione Identità Italiana di Franco Cardini), Alessandro Aruffo (studioso dell'Islam, saggista), Mauro Manno (studioso del Medio Oriente, saggista), Giancarlo Paciello (studioso del Medio Oriente, saggista), Claudio Rossano (Univ. Roma La Sapienza), Anna Lucia Valvo (Univ. Kore Enna), Massimo Panebianco (Univ. Salerno), Angela Di Stasi (Univ. Salerno), prof. Domenico Sebastianelli, Gianfranco Lami (Università di Roma “La Sapienza”), Alberto Marino (Univ. Teramo), Massimiliano Ferrara (Dottore di Ricerca Univ. Siena), Enrico Galoppini (Università di Torino), Amb. Mario Scialoja (Roma), Hamza Roberto Piccardo (studioso islamico, editore), Luigi Copertino (giornalista pubblicista, respons. per l'Abruzzo dell'Associazione Culturale Identità Europea, presidente Franco Cardini), Tiberio Graziani (Univ. di Perugia), Susanne Scheidt (giornalista, Milano), Dott. Saverio Ciraci (dirigente industriale), Giulio Bonali (medico), Vincenzo Cialini (studente universitario/lavoratore, direttivo della sezione di Giulianova del Partito dei Comunisti Italiani), Fernando Pelino, Marco Massignan (studente), Alessandro Bellucci (Siena), Costanzo Preve (studioso di filosofia, Torino), Davide D'Amario e Manuela Graziani (Teramo), Sebastiano Cosenza (libero professionista), Daniele Scalea (studente universitario), Carlo Cruciani, Giovanni Palmulli, Nico Perrone (Univ. di Bari), Dominique Bendo Soupou (Univ. di Salerno), Paolo Pioppi (www.pasti.org), Laura Ciacci e Andrea Del Grosso (Siena), amb. Mario Napoletano, Pascal Junod (avvocato, Parigi), Renato Pallavidini (insegnante di filosofia e storia), Marcello Bernacchia (psicologo), Federico Roberti (Bologna), Eduardo Zardelli (editore), Sergio Finardi (ricercatore e saggista, collaboratore de il manifesto), Antonio Fino (giornalista), Franco Damiani (insegnante), Stefano Taddei (consulente - Ass. Identità Europea di F.Cardini), Francesco Mario Agnoli (magistrato, Ravenna), Adolfo Moranti (psicoterapeuta Rimini - Ass. Identità Europea), Daniela Gambini (Univ. di Perugina - Ass. Identità Europea di F.Cardini), Claudio Mutti (editore di Faurisson in Italia), Daniela Braceschi (docente Scuola superiore Piacenza - Ass. Identità Europea), Delio Napoleone (vicepresidente nazionale Piccola Industria, Pescara - Ass. Identità Europea), Gilberto Moretti (Ass. Identità Europea – Rovigo), Salvatore Torre (psichiatra, Vicenza - Ass. Identità Europea), Stefano Gussoni (Busto Arsizio - Ass. Identità Europea di F.Cardini), Matteo Sabba (studente . Ass. Identità Europea), Stefania Gallicchio (impiegata - Ass. Identità Europea), Simona Garruppa(Ass. Identità Europea), Giovanni Mariscatti (dirigente scolastico, Piacenza - Ass. Identità Europea), Giovanni Poggiali (imprenditore - Ass. Identità Europea), Luigi Pedrone(dipendente P.A - Ass. Identità Europea), Stefano Gussoni (operatore socio-culturale, Busto Arsizio - Ass. Identità Europea), Stefania Gallicchio (impiegata - Ass. Identità Europea), Maria Cristina Ceoldo (Ass. Identità Europea), Angelica Ceoldo (Ass. Identità Europea), Alessandro Angelucci (laureato in storia, Pescara - Ass. Identità Europea), Tommaso Alberto Figliuzzi, Antonio Grego (studente Univ. Terni), Andrea Carancini, Fausto Razzi (compositore), Matteo Carbonelli (Univ. di Roma “La Sapienza”), Giancarlo Scotuzzi (giornalista), Gianni Scarsi (master E.M. in Medio Oriente), L. Kervoas (agregè Università), avv. Lorenzo Borré, Maurizio Neri, Joe Fallisi (tenore), avv. Francesco Menicocci, Pietro Cappellari (ricercatore storico), Simona Carucci (Identità Europea, Lazio), Francesca Gandolfo (archeologa), Rene Louis Berclaz (Francia), Mario Consoli (giornalista), Mauro Manno (insegnante, studioso del Medio Oriente) che ha raccolto le firme di: Alice Bever (regista teatrale), Laura Lepre (arredatrice), Giuseppe Oberto (bancario), Vincenzo Di Meo (insegnante di Storia e Filosofia), Paola Santa Maria (terapista), Carla Manno (studentessa universitaria), Evelina Murino (insegnante), Antonio Pantano, G.L. Maddalena (Vicenza), Carlo Cruciani (Ascoli Piceno), Luciano Garofoli (Ascoli Piceno), Maria De Rosa (studentessa Univ. Federico II di Napoli), Cesare Saletta, Carlo Pernafelli (Università della Tuscia, Viterbo), Giovanni Palmulli, Yvonne Schleiter (Francia), Alessandra Colla (Milano), Maurizio Murelli (Milano), Fabrissi Vielmini (esperto di Asia centrale, collab. de il manifesto e di Limes), Paolo Bogni, Enrico Viciconte (provincia di Roma), Luigi Cascioli, Gianfranco Spotti, ing. Luciano Zippi, Giuseppe Roscioli (Ass. Culturale “Nuove Sintesi – Pensiero Ribelle”, Teramo), Michel Dor (Bretagna, Fr), Andrea Forti (laureando in Lingue, Istituzioni, Societa' ed Economie dell'Eurasia e del Mediterraneo presso l'Università di Ca'Foscari), Carmen Tiezzi Magi (studentessa Univ. di Siena), Alessandro Pallini (Univ. di Siena), Irma Santagata (insegnante), Clelia Fabbricatore (insegnante), Basile Maria (insegnante), Luca Izzo (insegnante), Anna Camardo (insegnante), Anna Raimo (insegnante), Francesco Pisano (insegnante di religione), Assunta Iescone (studentessa), Nicola Leone (studente), Michele Maioli (studente, Rimini), avv. Sergio Novelli (Ancona), Marina Salvadore, Giannetto Bordin (Torino), Ugo Gaudenzi (Rinascita), Alessandro Rapinese (studente universitario, Chieti), Luigi Roberti (Montefalcone nel Sannio), Giampiero Giampietro (laureato Scienze Politiche prof. Adolfo Pepe), Roberta Simini (Facoltà Teologica Pugliese), Angela Lano (giornalista e orientalista), Giorgio Vitali (rivista Eurasia), Luca Amorello (studente Pordenone), Laura Pugliese (insegnante), Carla Scognamiglio (insegnante di Storia e Filosofia), Raffaele Iandolo (ass. Tecnico), Patrizia Duchên (insegnante di storia dell'arte), Bruno Di Leo (studente), Edoardo Sorge (studente, tesserato PRC), Walter Jannuzzi (studente), Andrea Consalvo (studente), Luca Lauri (studente), Alberto D'Aria (studente), Roberto Galizia (studente), Emanuele Boccardi (studente), Andrea Bianco (studente), Alessandro Autore (studente), Luciano Marinelli (un compagno di Teramo), Paolo Signorelli, Pierlugi Carissimi (Bologna), Alessandro Misson (giornalista, Teramo), Franca Di Ferisco (casalinga-comunista), Claudio Lanti (giornalista), Agostino Sanfratello, Rinaldo Metrangolo
Studenti dell'Università di Teramo:
Leonardo Antonio (Giurisprudenza), Marilena Cascegna (Giurisprudenza), Maurizio Abrigata (Giurisprudenza), Federica Di Properzio (Scienze della Comunicazione), Fabio Mele (Scienze della Comunicazione), Beatrice Merlini (Giurisprudenza), Sabrina Altamura (Giurisprudenza), Luca Mancini (Giurisprudenza), Vincenzo Malvaso (Giurisprudenza), Federico Di Francesco (Scienze della Comunicazione), Valeria Misero (Scienze Politiche), Paola Monaco (Scienze Politiche), Luca Rocini (Scienze Politiche), Diana Mistichelli (Scienze Politiche), Roberto Di Crescenzio (Scienze Politiche), Alessandro Frattaroli (Scienze Politiche) , Luca Fantozzi (Scienze Politiche), Luca Ciafardoni (Scienze Politiche), Elena Crocetti (Scienze Politiche), Valentina Di Luca (Scienze Politiche), Gisella D'Ambrosio (Scienze della Comunicazione), Angela Di Marco (Scienze della Comunicazione), Lorita Salini (Scienze Politiche), Mario Zulli (Scienze Politiche), Valeria Di Luciano (Scienze Politiche), Alessandro D'Alonzo (Scienze Politiche), Daiana Di Rocco (Scienze Politiche), Paolo D'Amico (Scienze Politiche), Valeria Faenza (Scienze Politiche), Valentina Franciosi (Scienze Politiche), Federica Pompilii (Scienze Politiche), Massimiliano Liberale (Scienze politiche), Giovanni Aretusi (Scienze della Comunicazione), Laura di Giustino (Scienze della Comunicazione), Piera Lullo (Scienze della Comunicazione), Antonio Zinilli (Scienze Politiche), Federica Tagliente (Sc. Comunicazione), Margherita Longo (Sc. Comunicazione), Simona Troia (Scienze Politiche), Luciana Matassa (Scienze Politiche), Emanuel Bonanni (sc. Politiche), Marco Russo (sc. Politiche), Domenico Di Paolo (sc. Politiche), Maria Pia di Francesco (Sc. Politiche), Tania Borrelli (Sc. Politiche), Michele della Franca (Sc. Politiche), Cristian Tritella (Sc. Politiche), Simona Scartozzi (Scienze delle Comunicazioni), Marta Volpe (Sc. Politiche), Emanuele Pincelli (Sc. Comunicazione), Erica Verzieri (sc. della Comunicazione), Sabina Di Pancrazio (sc. Politiche), Lara D'Amario (Sc. Politiche), Filippo Calvaresi (Sc. delle Comunicazione), Sabina Di Pancrazio (sc. Politiche), Lara D'Amario (Sc. Politiche), Filippo Calvaresi (Sc. delle Comunicazione), Alessandra Di Mattia (Sc. Comunicazione), Ines Marinelli (Sc. Comunicazione), Carlos Garcia (Sc. Comunicazione), Federica Feliziani (Sc. Politiche), Antonella Chiodi (Sc. Comunicazione
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alekos18

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MessaggioTitolo: inquietudini...   Appello per la libertà d'espressione e di ricerca storica Icon_minitimeDom Mag 13 2007, 01:57

Libertà d'espressione. Certo, un diritto che va garantito, ma non si capisce -da questo comunicato- che cosa venga minacciato.

Sembra un'operazione mediatica per gridare "al lupo, al lupo" e farsi pubblicità. Una pubblicità che mi sembra vada oltre il caso o le tesi discutibili del signor Faurisson. Sembra un'iniziativa per sponsorizzare figure e realtà inquietanti del neofascismo o destra radicale o affini. Scorro nomi del mondo dell'estrema destra, nomi di gente legata a riviste come Orion, Eurasia, Comunità e Resistenza (ex Comunitarismo, ex Rosso e Nero, ex tanti nomi, che ora fanno / si dicono "comunisti comunitaristi nazionalitari"...) confusi con nomi di qualche intellettuale di sinistra o marxista.

Personalmente provo molta inquietudine. Capisco essere contro il sionismo, resto contrario alla giudeofobia propria dell'estremismo di destra al di là stesso delle tesi del signor Faurisson.
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MessaggioTitolo: inquietudini...   Appello per la libertà d'espressione e di ricerca storica Icon_minitimeDom Mag 13 2007, 02:26

Chiaro, preciso e sintetico. Ben detto, Alekos.
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Harm Wulf




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MessaggioTitolo: Arrivano i censori   Appello per la libertà d'espressione e di ricerca storica Icon_minitimeLun Mag 14 2007, 02:26

Arrivano i censori....

Al Magnifico Rettore dell´Università di Teramo, ch.mo prof. Prof. Mauro Mattioli,
al Preside della Facoltà di Scienze Politiche, ch.mo prof. Adolfo Pepe,
e, p.c., al Ministro dell´Università e della Ricerca Scientifica, dr. Fabio Mussi,

alle redazione de: "Il Corriere della Sera", "La Stampa", "La Repubblica", "L'Unità", "Il Manifesto", "Il Riformista", "Il Foglio", "Libero", "Il Giornale", "Liberazione", "Europa", "L´Avvenire", "Il Messaggero", "Il Secolo XIX", "Il Sole - 24 ore", Agenzia di stampa "ANSA"

Ch.mo prof. Mattioli,
ch.mo prof. Pepe,
da tempo, sia in quanto studiosi sia in quanto cittadini siamo assai preoccupati di quanto sta avvenendo nell´Ateneo e nella Facoltà di cui siete a capo nell´ambito del "master `Enrico Mattei´ in Medio Oriente", coordinato dal prof. Claudio Moffa.
Ufficialmente, a quanto si legge sul sito dell´Università di Teramo (http://www.unite.it/Offerta_Formativ...ed_ori_pri.htm) obiettivo del master stesso sarebbe: "fornire una coscienza multidisciplinare della complessità della regione medio-orientale e mediterranea, e dei sui conflitti, al fine di preservare, potenziare e sviluppare in ogni campo professionale il dialogo fra civiltà e fra Paesi diversi per cultura, storia, religione e sviluppo economico", nell´ottica di formare: "esperti destinati all´attività politico-diplomatica; cooperanti in operazioni di peace keeping; giornalisti e corrispondenti dalla regione mediterranea medio orientale; esperti in immigrazione e interculturalità; esperti in questioni energetiche e relative al
mercato del petrolio".
In realtà, ben lungi dal porsi nell´ottica di sviluppare nei giovani un pensiero ad un tempo critico e consapevole delle vicende che hanno attraversato il secolo scorso e si prolungano in quello attuale, il master "Enrico Mattei" è diventato da tempo una tribuna dove si spaccia per legittima critica alla politica dello Stato di Israele la negazione della Shoah; dove si attribuisce a quelli che il grande antichista Pierre Vidal Naquet ha definito: "gli assassini della memoria", i negatori dell´Olocausto, lo statuto di "storici"; dove si consigliano ai corsisti iscritti al master stesso, quali sussidi didattici, le opere di Carlo Mattogno, autore di testi in cui si mette in dubbio l´uso criminale delle camere a gas di Auschwitz; dove si organizzano convegni, come quello svoltosi alla metà di aprile scorso, in cui, nascondendosi sotto il drappo, quanto mai improprio in quell´occasione, della "libertà di parola" sono state prese le difese dei negazionisti, considerati quali "storici che
negano uno o più tasselli della versione `ufficiale´ dello sterminio degli Ebrei nella II guerra mondiale" (dal sito del master "Mattei", http://www.mastermatteimedioriente.it/). È invece a tutti noto che costoro non negano questo o quell´aspetto della Shoah, ma sostengono che essa non sia mai avvenuta. Dar loro la parola in una sede scientifica sarebbe come pretendere che sostenitori del sistema tolemaico intervengano ad un convegno di astronomi!
Va da sé che le sedi universitarie debbano essere spazi di libertà di pensiero, tuttavia in esse la serietà, il rigore metodologico e scientifico devono rappresentare un elemento di discrimine irrinunciabile; ci pare invece che nel master "Enrico Mattei" la tendenziosità abbia prevalso su qualunque minimo criterio di scientificità, svilendo così anche la credibilità di un importante ateneo italiano.
Non per caso, sempre in nome di una malintesa "libertà di parola", il prossimo 18 maggio è annunciata, presso la sala lauree della Facoltà di Scienze Politiche dell´Ateneo teramano - così si legge sul sito del master "Enrico Mattei" - una conferenza di Robert Faurisson, un ex professore di letteratura francese presso l´università di Lione - non quindi uno storico - noto propugnatore delle tesi che negano lo sterminio degli ebrei d´Europa per mano dei nazisti e delle forze collaborazioniste, ragion per cui di alcuni milioni di esseri umani si sarebbero perse le tracce senza che si sappia bene il perché...
Permettere che in un luogo deputato alla ricerca scientifica si proclamino assurdità del genere è come chiedere che ad insegnare geografia vadano persone convinte che la terra sia piatta.
Come studiosi, intellettuali, donne e uomini di cultura troviamo estremamente grave che tesi insostenibili e falsificatorie come
quelle sostenute e diffuse da Faurisson e dai suoi seguaci,
dimostratesi false e pretestuose nonché contrarie ai risultati di
decenni di ricerche condotte da storici specialisti di tutti i
paesi, e perciò frutto rigorosamente di malafede e partito preso
(non esente da sfumature a nostro giudizio antisemite), ottengano
a legittimazione implicita nel fatto che vengano enunciate in
un´aula universitaria, così come è assai preoccupante che le
posizioni espresse da Claudio Moffa e da chi ne condivide il punto
di vista siano veicolate da un master universitario, e quindi
ricevano, inevitabilmente, una patente di legittimità
scientifica, che non meritano in alcun modo perché viziate
irreparabilmente da ignoranza e malafede.
Ignoranza perché - come è noto anche solo ai lettori delle monografie sulla Shoah - su tempi, modi, cause prossime e remote, luoghi, cifre è in atto da più di mezzo secolo un dibattito vivacissimo, che ovviamente parte però da un indiscutibile dato di fatto: lo sterminio degli ebrei d´Europa si è fattualmente verificato e ed il numero delle vittime ammonta a cinque - sei
milioni. Questo è incontrovertibile, sul resto ci si sforza di arrivare progressivamente più vicini alla verità, come è dovere di ogni studioso degno di questo nome.
Malafede perché i personaggi i cui curricola sono sottoposti ai corsisti e le cui tesi vengono loro esposte fino ad invitarne addirittura uno dei capifila perché parli nel luogo dove la Facoltà di Scienze Politiche dell´Ateneo teramano laurea i suoi dottori, non si limitano certo a criticare questo o quell´aspetto
dell´imponente massa di studi che dal 1945 ad oggi si è
accumulata, in tutte le lingue del pianeta, sulla Shoah, ma negano puramente e semplicemente che essa sia mai avvenuta.
Per tutto ciò chiediamo al ministro dell´Università e della Ricerca ed agli organi dirigenti l´Ateneo e la Facoltà di esprimersi pubblicamente sul valore formativo e sui contenuti culturali che informano il master "Enrico Mattei", a nostro giudizio inferiori agli standard minimi di scientificità che devono valere in una Università della Repubblica; contestualmente proponiamo al MIUR, all´Ateneo teramano ed alla sua Facoltà di Scienze politiche di rendersi disponibili ad organizzare a Teramo un seminario, aperto agli studenti, che abbia al centro da un lato l´analisi del negazionismo e del suo uso politico,
dall´altro le vicende di persecuzione e poi di deportazione che travagliarono l´Abruzzo nel periodo 1938-1945.

Cordialmente,

12 maggio 2007

NB: ad oggi hanno sottoscritto questa lettera-appello 270 tra
docenti universitari, insegnanti, giornalisti, donne e uomini di
cultura, cittadini consapevoli.

Per ulteriori adesioni rivolgersi al prof. Brunello Mantelli ai seguenti recapiti:

tel: 011/3825076;
cell: 3384287137
e-mail: brunello.mantelli@unito.it
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Harm Wulf




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MessaggioTitolo: Re: Appello per la libertà d'espressione e di ricerca storica   Appello per la libertà d'espressione e di ricerca storica Icon_minitimeLun Mag 14 2007, 02:26

LA LOBBY SI SCATENA.


MA
LA LIBERTA’ DI INSEGNAMENTO, DI OPINIONE
E DI RICERCA STORICA NON SI TOCCA


Al Rettore dell’Università di Teramo, prof. Prof. Mauro Mattioli,
al Preside della Facoltà di Scienze Politiche, prof. Adolfo Pepe,
Al Ministro dell’Università e della Ricerca Scientifica, dr. Fabio Mussi
alle redazioni de: “Il Corriere della Sera”, “La Stampa”, “La Repubblica”, “L’Unità”, “Il Manifesto”, “Il Riformista”, “Il Foglio”, “Libero”, “Il Giornale”, “Liberazione”, “Europa”, “L’Avvenire”, “Il Messaggero”, “Il Secolo XIX”, “Il Sole – 24 ore”, Agenzia di stampa “ANSA”



Libertà va cercando che è si cara, come sa chi per lei vita rifiuta




Dante Alighieri, Purgatorio, canto I, vv.71-72
.


Eccola, la preannunciata e “temibile” lista degli “storici” contro la lezione che il prof. Paul Faurisson svolgerà il 18 maggio prossimo a Teramo. Una lista di nomi speditami da Brunello Mantelli, docente a Torino, che già ci provò a sobillare il mondo accademico nel gennaio scorso, al primo attacco del Pezzana, il gestore del centro di diffamazione permanente che svolge azione di terrorismo psicologico contro giornalisti, professori e intellettuali italiani che deviano dal suo pensiero malato di pasdaran dell’Olocausto. Mantelli non provi a smentire il fatto, perché è assolutamente vero. Il master Enrico Mattei è sotto osservazione banditesca ben prima di adesso, e anche ben prima del gennaio scorso: fin dal suo inizio,prima edizione, 16 novembre 2005, quando un tal Emanuele Ottolenghi si produsse in un clamoroso falso niente meno che sul web inglese di un tal Institute for Jewish History. Tutte cose provate, come documentato riga per riga, citazione per citazione, nel sito www.mastermatteimedioriente.it. La menzogna reiterata per affossare la ricerca della verità e la libertà di insegnamento.

Quanto alla lista costituisce nei fatti la reazione emotiva, dogmatica, pericolosa per le libertà civili in Italia e in Europa ad una iniziativa didattica del tutto legittima, ai sensi della Costituzione Italiana e della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Primo, i docenti universitari sono solo 43, una minoranza infima della ben più ampia comunità degli storici e intellettuali italiani. Secondo, i sottoscrittori sono quasi tutti ebrei, e questa cosa va detta, senza mascherarsi dietro ipocrisie presuntamente antirazziste o simili, per contestualizzarne il significato: si tratta di persone emotivamente coinvolte, o che antepongono gli interessi della propria comunità etnico-religiosa di appartenenza a quelli supremi della libertà di pensiero e di ricerca storica, come Finkelstein insegna. Terzo, il testo dell’appello è come una Bolla papale: impone una verità storica acquisita una volta per sempre, il che costituisce la negazione del mestiere di storico, che è continua revisione. Secondo Mantelli infatti “in atto da più di mezzo secolo un dibattito vivacissimo (!! Ne sanno qualcosa Irving, un anno, e Zuendel, 5 anni di galera!!), che ovviamente parte però da un indiscutibile dato di fatto: … il numero delle vittime ammonta a cinque - sei milioni. Questo è incontrovertibile, sul resto ci si sforza di arrivare progressivamente più vicini alla verità, come è dovere di ogni studioso degno di questo nome”.
Cifra stabilita una volta per sempre? Ma quando mai, se la lastra commemorativa all’ingresso di Auschwitz ha subito il defalcamento della cifra iniziale di 4 milioni di vittime a un milione e mezzo! Quando mai, se la questione delle cifre è notoriamente complessa in ogni conflitto dell’età contemporanea, dalla Jugoslavia all’Iraq al Darfur!!! In realtà la Bolla di Mantelli pretende di imporre alla comunità degli storici la visione religiosa degli stermini di Ebrei nella II guerra mondiale – non è un caso che parli di Olocausto e di Shoah, senza virgolettare – e non una verità storica scientificamente e laicamente accertata.

Infine, l’appello viene trasmesso dal Mantelli con alcuni nomi sottolineati, simbolo evidente del suo ultimo significato e valore: i nomi, in particolare, di due o tre “testimoni” del cosiddetto Olocausto e quello, indubbiamente autorevole dal punto di vista politico-mediatico, del presidente della Comunità Ebraica italiana Renzo Gattegna.
Ma i testimoni sono fonte attendibile solo in parte, solo se comprovati da altre fonti, solo se vagliati con attenzione, come insegna la corretta revisione storiografica delle “fonti orali” come presunta “storia dei vinti” di voga negli anni Sessanta, in campo non solo contemporaneistico e africanistico, e come ogni storico serio e persona di buon senso sa: la testimonianza del nazista Hoss al processo di Norimberga non ha in sé alcun valore, è il corrispettivo storiografico delle deposizioni dei “pentiti di mafia” di casa nostra.Il caso Limentani, l’anziano ebreo che accusò un politico italiano di essere figlio del suo picchiatore in gioventù (ma il padre di quel politico avevaall’epoca 13 anni! Un errore clamoroso), la dice lunga sulla validità di certe dichiarazioni frutto di emotività eccessiva. Perché del resto, mute fino agli anni Settanta, queste testimonianze si sono moltiplicate negli ultimi due decenni, parallelamente allo sviluppo della “industria dell’Olocausto”, e alla crescita esponenziale del potere di condizionamento di Israele in tutti i paesi del mondo?
Infine, il nome del Presidente dell’UCEI Renzo Gattegna:la sua evidenziazione in grassetto, è il vero ultimo significato della Bolla Mantelli: un documento non culturale, ma eminentemente politico, non laico, ma finto laico, pronto ad attaccare ad ogni piè sospinto Pio XII, ma prono all’integralismo ebraico. Renzo Gattegna, il presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche, già uscito sostanzialmente sconfitto dalla sua sortita del 21 aprile scorso, ripresa da pochissimi giornali, nella quale accusava falsamente il convegno la storia imbavagliata di essereun convegno “negazionista”, sta evidentemente mobilitando le sue truppe. Ma non ci sarà alcuna guerra. Semplicemente si terrà il 18 maggio prossima una normale lezione di un ex professore universitario della Sorbona, Paul Faurisson, perseguitato dal 1981 con processi a catena, e ancor più sotto pressione dopo l’approvazione dell’infame legge liberticida voluta dal socialista ebreo Fabius epromossa dal “comunista” Gayssot, con i quali il sottoscritto – come già detto in altra occasione – non vuole avere nulla a che fare nonostante la propria collocazione politica di sinistra.

Due ultime annotazioni riguardano la radiografia effettiva del master Enrico Mattei in Medio Oriente, e la contestualizzaizone di questo grave attacco alla libertà di insegnamento e di libertà d’opinione in Italia ad opera della Comunità ebraica italiana del suo appello. Sul primo punto, ecco alcuni dei nomi che hanno partecipato al master Enrico Mattei in medio Oriente, incuranti degli attacchi ripetuti al corso di studi: i giornalisti Morrione, Ferdinando Pellegrini, Al Qaryouti, Irace, Massimo Fini, Ugo Traballi; i giuristi Sinagra, Bargiacchi, Ainis, Manetti, Siclari, Rosati di Monteprandone, gli avvocati Mellini e Barletta Caldarera, il sociologo Melotti; storici e politologi come Cardini, D’Orsi, Dan Segre, Losurdo, Aliboni, Strika, Marzano, Bagnato, Aruffo, islamisti come Bono, Barbero e Scarcia, operatori in Medio Oriente come Fabio Alberti, l’antropologa Gallini, gli ambasciatori Scialoja e Napoletano, l’archeologo di fama internazionale Paolo Matthiae etc etc. Sono stati invitati inoltre, Sarfatti, Pezzetti, Gattegna e l’ambasciatore israeliano. Come è possibile sostenere, se non pregiudizialmente e faziosamente, che questo master non garantisce un’offerta formativa pluralista (i docenti sono di tutte le tendenze) e valida?

Quanto alla contestualizzazione dell’attacco, è duplice: nel microcosmo dell’Ateneo di Teramo, esso investe una serie di colleghi che si nascondono dietro un inesistente “Collegio consultivo”, inventato da Pepeper dare veste formale ad una classica azione di mobbing, che nasce soprattutto dall’invidia di chi registra con suo dispiacere il successo incredibile del master Mattei in Medio Oriente. Colleghi che hanno provato con i loro master e sono andati a buca. O colleghi proni al “vertice” quale che sia, sempre e comunque: come quel cattolico, sembra collaboratore di cardinali, che si è fatto eleggere a carica istituzionale omaggiando il cubo, i triangoli e gli esagrammi simboli dell’Ateneo di Teramo. Vergogna! Quanto a Pepe,dopo aver fatto tutto di nascosto, ieri mi fa al telefono, con voce imbarazzata: “come stai Claudio?” . Ma come stai tu, Pepe! Come stai tu che già ti inchinasti due anni fa di fronte ai soliti “poteri forti” in un convegno sul contributo degli ebrei – secondo breve cronaca giornalistica – alla storia del socialismo, entrando in contatto allora con uno dei recenti denigratori del master! Come stai tu, che sei presidente di una Fondazione intitolata al grande Di Vittorio, chesi starà rivoltando nella tomba a vedere come tratti la memoria di Luciano Lama, il segretario della CGIL contestato negli anni Settanta perché avrebbe agito non come sindacalista, ma come statista, e che nonostante questo, finì non presidente del Senato ma sindaco di Amelia, forse perché aveva osato rimproverare nel 1982 gli ebrei italiani, dicendo loro: “ebrei, uscite dal ghetto!”.
Assassino della memoria della CGIL. L’appello di Lama vale ancora oggi, nei confronti dei firmatari della bolla Mantelli-Gattegna!

Ma queste sono beghe accademiche, anche se non secondarie visto che una recente sentenza del tribunale di Teramo ha espresso “allarme e preoccupazione” per lo stato della legalità e dell’autonomia dei docenti nell’Ateneo abruzzese.
L’altra contestualizzazioneè ben più importante: il mio nome è mediaticamente ben poco rispetto alla nomeadi ministri e politici, ma non esito egualmente a dire che la battaglia di libertà culturale stiamo portando avanti, assieme a decinee decine di giuristi, avvocati, docenti universitari, gente “di popolo” di tutti gli orientamenti, è il corrispettivo di quella politica di Berlusconi, assaltato dal kapo’ Shultz all’inizio del suo mandato di governo, di Bertinottioltraggiato in Israele, e di D’Alema sotto costante attacco da parte degli ebrei italiani; sarebbe dunque, per i politici (così come per i giornalisti liberi), un errore formidabile non capire la partita che si sta giocando, e usare la cavia Teramo sperando di placare la belva liberticida, per guadagnare qualcosa in altro campo.
Non lo dico per mia autodifesa, ma per fredda analisi della realtà. Il problema di fondo è in effetti lo stesso: è la violenza che minaccia tutti, vera (gli assalti ai ragazzi con la kefiah i cui cortei transitano a Roma per Piazza Venezia) minacciata (Agnoletti, la sede di Rifondazione, la presentazione di un libro nella sede della Provincia di Roma) psicologico-mediatica (le telefonate alle radio private o a Prima pagina, gli email minacciosi) della Comunità ebraica italiana e dei suoi sostenitori acritici nei confronti di chiunque, nel suo campo professionale, non accetti il diktat di una verità e di una opinione precostituite. Una violenza esplicita che si accompagna a ricatti e pressioni nelle carriere di ciascuno, come io so per certo, e come credo sappiano bene alcuni “autorevoli” colleghi di Teramo.

Molti hanno paura di questo “potere forte” nell’Italia democratica del III millennio: il vero fascismo della nostra epoca, di fronte a cui il più cretino e violento dei naziskin è nulla. Anch’io ho qualche paura, visti peraltro i segnali di possibili minacce di morte che ho ricevuto negli ultimi anni, l’ultimo qualche giorno fa. Ma prima di aver paura sono serenamente furibondo. Non ci sto. Non accetto che 290 firme possano valere più di 250 firme, o anche di una sola firma pro-lezione di Faurisson, per il semplice motivo che nessuna maggioranza può imporre il bavaglio alla libertà di pensiero a nessun individuo.
Non accetto che venga leso il mio diritto di docente universitario e di libero intellettuale garantito dalla Costituzione. Non accetto che un messaggio accademico contro le leggi liberticide che infangano l’Europa delle libertà borghesi e socialiste, venga obnubilato da una gazzarra indecente attorno ad un tranquillo ed educato signore francese, di cui tutti sparlano ma nessuno – a cominciare dai sottoscrittori della Bolla Mantelli – saverosimilmente un tubo.
Potranno a questo punto essere ritirate per paura tutte le 250 firme dall’appello pro-lezione di Faurisson pubblicato sul sito mastermatteimedioriente.it. .Mi aspetto di tutto. Comunque. per conto mio, la lezione di Faurisson, si svolgerà: fossi anche io l’unico “studente”presente in aula a sentireil professore francese dire la sua verità sugli stermini nazisti di ebrei nella II guerra mondiale.


Claudio Moffa


320 0892770 - 06 33266662 (anche fax)


www.claudiomoffa.it


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Roma 13 maggio 2007
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alekos18

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MessaggioTitolo: inquietudini doppie...   Appello per la libertà d'espressione e di ricerca storica Icon_minitimeLun Mag 14 2007, 23:31

Innanzitutto, "Harm Wulf", vai a postare polemiche in una rubrica che si chiama "iniziative". Sei fuori luogo. Abbi rispetto quantomeno per chi gestisce il forum nel limitarti a segnalare i link dei comunicati. Postati di questo tipo sono inopportuni nella sede e nel merito: un elenco di firme per un appello molto generico ed incomprensibile quanto a fatti.

Esprimevo, nel mio precedente post, inquietudine. La rilancio. Deriva dallo scorrere sia nomi di personaggi dell'estrema destra, taluni anche molto ambigui oggi, che ritengo politicamente molto poco titolati a rivendicare diritti d'espressione, sia nomi di persone colluse in passato (e oggi?) con servizi segreti e massoneria. Il tutto con qualche spruzzata d'intellettualità di sinistra che forse, per ragioni di principio a mio avviso mal applicato in questo caso, ha sottoscritto l'appello. Comunque, alla lettura di quei polpettoni di comunicati che hai inoltrato, l'inquietudine è aumentata. Vado per punti:

1. I critici del convegno, quelli che chiami "censori", ne escono bene: esprimono perplessità sulla credibilità scientifica del signor Faurisson e lo fanno in relazione alla veste scientifica che par di capire dovrebbe caratterizzare il master sul Medio Oriente, peraltro finalizzato ad ambiti (discutibili o meno, poco importa) che in effetti non c'entrano niente con l'oggetto del tema che è chiamato a trattare il signor Faurisson. Non solo non si vede alcun taglio censorio, ma segue la proposta di un seminario sul negazionismo. Una cornice diversa, quindi. Auspicabilmente storica, la vedrei. Chi è fautore di certe tesi è lì che può misurarsi e misurare eventuali censure. Certo, se il problema dei negazionisti è un problema di numeri, di ridimensionamento dei gassati dai nazisti, per me il seminario non ha senso alcuno ed è bene che non parta mai.

2. Le argomentazioni di Moffa non sono convincenti. Per meglio dire, si ha l'impressione di una giudeofobia in questo caso sinistra additando qua e là la presenza dell'ebreo minaccioso e complottista. Forse ciò va oltre gli intendimenti di Moffa, ma personalmente ho avvertito forte questo taglio. Inoltre ho avvertito una qualcerta confusione di piani (storia e politica) con finalità peraltro poco chiare di strumentalizzazione della storia, il che, poi, comunque e per qualunque motivo avvenga, non fa mai un buon servizio alla cultura, alle coscienze, alla libertà. Qui, per me, non è in discussione il diritto di parola e il fatto di poter discutere su tutto, il che va difeso sempre e comunque. Ci vuole chiarezza degli ambiti in cui si parla, sedi appropriate, modalità di discussione serie. Ritenete legittime le argomentazioni del signor Faurisson? Bene, sfidate i vostri interlocutori a misurarvi con un incontro storico sul tema. Propongono un seminario? Raccogliete l'idea anziché sbraitare in modo indebito di censura e di restrizione delle libertà d'espressione. L'indebito "al lupo, al lupo", quando il (povero e bistrattato, nella favola, ahimé) "lupo" viene davvero, si paga caro.

3. C'è infine, e chiudo, un punto politico che mi lascia perplesso e preoccupato. Mi ricollego alle finalità e, non so perché, la mente corre a certi nomi inquietanti presenti nell'elenco. L'iniziativa pare una provocazione fatta apposta per piangere sulla censura, sulla violazione del diritto d'espressione, sulla mancanza di libertà. Può servire strumentalmente a realtà dell'estremismo e del radicalismo di destra che si rivendica come tale o che si presenta sotto altre vesti, adeguandosi ai tempi, eccetera, eccetera. Ma mi chiedo: è peregrino pensare che questa operazione finisca soprattutto con l'alimentare l'equazione antisionismo=antisemitismo che da tempo si cerca di far passare nelle coscienze e, da poco, anche nel codice penale? Non so se Moffa ritenesse, così facendo, di colpire quella "industria dell'Olocausto", quella "strumentalizzazione della sofferenza", quell' "arma ideologica" che denuncia Norman Finkelstein nel suo libro ("The Holocaust Industry", appunto) pubblicato per la prima volta nel 2000 (il suo essere ebreo la dice poi lunga su certe stupide e pericolose generalizzazioni giudeofobiche...), ma se così fosse, ho la sensazione di un risultato boomerang molto inquietante prima ancora che discutibile. Vogliamo dirla tutta? Mi sembra un'operazione anti-ebraica e filo-sionista! Con, in subordine, qualche minuto di notorietà vittimistica per i rosso-bruni (manifesti e mascherati) imbarcati...
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kamo

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MessaggioTitolo: inquietudini...   Appello per la libertà d'espressione e di ricerca storica Icon_minitimeMer Mag 16 2007, 00:14

Il discorso di Alekos dà veramente inquietudine ma non è affatto peregrino. In effetti basta scrivere il nome di Augusto Sinagra (il primo subito dopo Moffa, nell’appello...) in un motore di ricerca, e si può ad esempio leggere un articolo de L’Espresso che ne ricorda brevemente il curriculum: avvocato di Licio Gelli, iscritto alla P2 (tessera n. 2.234), avvocato difensore della Turchia contro il governo D’Alema per il caso dell’estradizione di Ocalan nel 1998. Per non parlare di inquietanti collegamenti con personaggi e realtà di estrema destra solo che si proseguano le ricerche. Non so quale “libertà d’espressione” abbia in mente un fautore del famigerato “Piano di rinascita democratica”. Il tutto è certo molto sinistro. E non è il solo nome inquietante…
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Razumichin

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MessaggioTitolo: antigiudaismo   Appello per la libertà d'espressione e di ricerca storica Icon_minitimeMer Mag 16 2007, 00:49

In effetti, la sensazione di Alekos che l'intervento di Moffa sia venato di antigiudaismo, è per me invece una certezza.
Non conoscevo l'esortazione di Lama, né so in quale occasione e per quale motivo si sia espresso nei termini riportati da Moffa. Tuttavia quale che sia la ragione è un esempio di falsità storica e bassezza morale.

Senza dilungarmi nelle persecuzioni millenarie subite dagli ebrei, vorrei ricordare che fu la Chiesa Cattolica, nella seconda metà del XVI secolo, ad istituire il 'ghetto' (parola derivata dall' ebraico 'ghet' che signica 'disposizione di divorzio' a sancire, anche terminologicamente, la separazione dal mondo cristiano) per eliminare la presenza degli 'infedeli' dalla società cristiana. Il primo fu istituito a Venezia nel 1516 e fu poi Paolo IV che con la bolla 'Cum nimis absurdum' del 1555, riconfermò la schiavitù eterna imposta da Dio agli ebrei ed istituì il ghetto di Roma come luogo segregato e laboratorio violento dove operare per la conversione.
Agli ebrei era fatto ordine di vendere a prezzi stracciati le loro proprietà immobiliari, venne reintrodotto l'obbligo del berretto e dello scialle come segni distintivi, fu vietato l'utilizzo di servitù cristiana, fu loro vietato di lavorare in pubblico nelle festività cristiane e gli fu preclusa ogni forma di commercio tranne il prestito di denaro. Perseguitato in quanto usuraio, la chiesa lo considerava escluso dai progetti di salvezza e per queso l'autorizzava a praticare l'usura vietandola ai cristiani; un bel paradosso! Il luogo comune e razzista dell'ebreo attaccato al denaro più di ogni altra cosa ha, a ben vedere, un'origine ben precisa.

Come definire tutto questo se non una forma sottile di genocidio? La realtà sociale degli ebrei veniva profondamente colpita in tutti i suoi aspetti (familiari, culturali, religiosi) senza contare che le disperanti condizioni di vita e la nessuna protezione reale alle aggressioni fisiche portavano la morte all'interno del ghetto. Questa barbarie fu riconfermata da altre bolle papali del 1569 (Pio V) e 1593 (Clemente VIII). Fu solamente nel 1870, con l'ingresso delle truppe piemontesi a Roma, che gli ebrei ottennero l'emancipazione... altro che ebrei uscite dal ghetto!

Concordo, infine, pienamente con Alekos sul filosionismo, involontario, di Moffa. L'antigiudaismo non soltanto è sbagliato dal punto di vista etico e morale ma, proprio per le innegabili persecuzioni subite dai fedeli di questa religione, presta il fianco a giuste accuse che vengono poi strumentalmente usate dai filosionisti per bollare, con l'infamia del razzismo anti ebraico, chi invece combatte il sionismo e difende il diritto inalienabile del popolo palestinese a riavere la sua terra.
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sankara

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MessaggioTitolo: Ebraismo anti sionista   Appello per la libertà d'espressione e di ricerca storica Icon_minitimeSab Mag 19 2007, 16:07

Concordo con le riflessioni di Alekos e Razumichin. L’anti ebraismo è del tutto sbagliato. Culturalmente, filosoficamente, politicamente. Ci sono figure di ebrei, dentro e fuori Israele, assolutamente contrarie al sionismo. Mi limito ai nomi di Rah HaCohen, insegnante universitario in Israele, di Norman Finkelstein, ricercatore ebreo statunitense, figlio di sopravvissuti ai campi di sterminio ed autore de "L'industria dell'Olocausto", o al gruppo di rabbini di “Neturei Karta” (www.nkusa.org) o degli "ebrei non sionisti" (www.jewsnotzionists.org).

In questa sede vi voglio comunque postare le considerazioni di Paola Canarutto, espresse su il Manifesto del 9 maggio. Paola Canarutto è dell’associazione degli “Ebrei europei per una pace giusta”. A mio avviso, nel suo intervento ci sono pure dei passaggi discutibili, primo di tutti il fraintendimento tra i concetti di Stato e nazione, con la Canarutto che imputa al nazionalismo, definito «il più sanguinario degli idoli», quelle che in realtà sono pratiche colonialiste (talvolta anche imperialiste) di Stato. Il nome della sua associazione mi fa inoltre pensare al ruolo servile di quest’Europa, che con il blocco dei fondi per l’Autorità Nazionale Palestinese, così come disposto da USA ed Israele, è responsabile di un vero e proprio disastro economico e sociale nei “Territori occupati” (fattore che indubbiamente concorre ad alimentare la guerra civile tra Hamas e Fatah). Certo, l’insignificanza e la pericolosità dell’Europa, della sua idea geopolitica, non si ferma a questo. La questione meriterà di essere ripresa in un altro “topic” (argomento).

La presa di posizione della Canarutto, apprezzabile proprio perché proviene da una persona di religione ebraica, è esemplificativa di come sia sbagliato, prima ancora di essere un boomerang, demonizzare gli ebrei in quanto tali. Scrive: «Compito della sinistra è sostenere l’oppresso, non l’oppressore; l’occupato, non l’occupante. La nostra delusione non è solo etica: è anche politica. Se non si distrugge il Muro, se non si abbandonano le colonie (costruite contro la legge internazionale), non può nascere uno stato palestinese economicamente autosufficiente, ma solo un insieme di bantustan senz’acqua, sotto il controllo israeliano». Canarutto parla di «drammatica situazione del popolo palestinese, in Israele e nei Territori Occupati: molte migliaia di case distrutte, economia strozzata, oltre 10.000 prigionieri, fra cui centinaia di minorenni, molti dei quali senza formale incriminazione, spesso torturati (….) I cittadini israeliani arabi-palestinesi sono discriminati nella scuola, sul lavoro, l’accesso alla terra e il diritto alla proprietà».

La Canarutto non risparmia critiche pure a Fausto Bertinotti, che in viaggio in Medioriente ha definito i circa 2.500 soldati della Folgore impegnati in Libano nella Unifil «la vetrina migliore del paese», ed in relazione al "Muro dell’Apartheid" israeliano in Cisgiordania criticato anche dal suo partito, ha suggerito, di fatto, di abbatterlo quando ci sarà la “pace”: e nel frattempo centinaia di migliaia di palestinesi come potranno vivere? La Canarutto esprime delusione. «Da Bertinotti, noi della sinistra ebraica speravamo qualcosa di più: una parola chiara contro il Muro –costruito in gran parte in territorio palestinese–, contro i posti di blocco, che rendono impossibile ai palestinesi spostarsi e raggiungere il luogo di lavoro, contro la confisca di acqua, contro l‘uso di scudi umani, contro le torture in carcere, contro la politica di vietare (da 14 anni!) ai palestinesi senza il permesso dell'occupante di raggiungere Gerusalemme Est (territorio occupato!), e quella di rinchiudere (da 14 anni!) gli abitanti di Gaza in una prigione a cielo aperto».
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