Gentiloni annuncia l'imminente "missione" italiana in Niger. Una parte dei militari italiani in Iraq sarà spostata in questo Paese africano. Motivo? Contrastare il "traffico degli esseri umani"! Ma come, e l'invasione pianificata, quel "facciamoli venire tutti" che, secondo taluni, albergherebbe nelle volontà strategiche euroatlantiche e quindi anche nel caravanserraglio dei sub-dominanti italofoni?
Per rendere 'seria' la cosa, Gentiloni ha evocato pure la lotta al terrorismo, of course. Sì, la lotta a quel jihadismo salafita-wahabita, sostenuto -al seguito degli 'alleati' atlantici, in primis gli USA, e delle 'alleate/amiche' petromonarchie del Golfo- in Libia contro Gheddafi e poi in Siria contro Assad.
Se l'immigrazione è un punto credibile, molto meno (per niente?) lo è quello contro il suddetto terrorismo. Però, si sa, dirsi contro l'immigrazione e contro il terrorismo è un binomio che spiana i consensi di tanti (poco accorti ed informati) e non fa porre domande...
In Niger, che da sempre la Francia considera sotto la propria sfera di influenza, opera già la Germania (il più grande dispiegamento tedesco all'estero è proprio qui). Pure loro interessati a fermare i flussi migratori e a combattere il terrorismo?
O c'è dell'altro?