VERSO IL 25 MARZO
Da un paio di anni lavorano sui punti di cui nell'allegato. Tecnicamente c'è anche un terzo documento ("Rapporto"), quello Böge-Beres sulla creazione di una capacità di bilancio autonoma per l’eurozona.
Per il 25 marzo, a Roma, nel sessantennale dei Trattati, si vuole annunciare in pompa magna, con una dichiarazione solenne, una riforma della UE la cui contropartita consiste in ulteriori, decisive e (nelle aspettative) definitive cessioni di sovranità nazionale.
I termini effettivi di quanto scaturirà da questi intendimenti riformistici, come da tempo sosteniamo nei nostri scritti e nelle numerose iniziative tenute al riguardo, sono però tutti da verificare alla prova dei fatti, considerando gli enormi interessi contrastanti in gioco.
Quanto si profila deve essere messo in relazione con gli orientamenti della nuova amministrazione Trump. Un nodo decisivo da sciogliere (non il solo, ma senz'altro il principale) è la confliggenza tra la volontà di riaffermazione egemonica di Washington sulle aspirazioni autonomistiche di potenza regionale della Germania che vedono al suo interno declinazioni non omogenee quanto a relazioni con gli States. In questo Trump mostra di procedere, con toni più duri, in continuità con l'amministrazione Obama, che negli ultimi 6 anni ha alzato in modo evidente e a tutto campo i livelli di ostilità contro la Germania. E lo scontro è anche dentro i documenti di riforma di cui sopra.
Il progetto di Europa Unita, che Washington ha avviato e sostenuto in modo ufficiale a partire dal maggio 1948, ha segnato un'accelerazione, sempre per impulso decisivo della Casa Bianca, ben prima della caduta del Muro di Berlino (1989) e dell'implosione dell'URSS (1991), per ingabbiare la Germania nel dispositivo euroatlantico subalterno alla Casa Bianca, in previsione dei nuovi scenari che si stavano materializzando. La riottosità di Berlino all'ingresso nel combinato UE-euro venne superata non contrastando l'unificazione tedesca, promettendo deroghe rispetto ai parametri di Maastricht (1992) e ventilando i vantaggi strategici che le sarebbero derivati dall'implodere di sistemi economico-commerciali concorrenti, in primis quello dell'Italia, con il combinato UE-euro.
Ben più significativi quelli che sono derivati agli USA.
In questi ultimi anni a Washington intendono arrivare al 'dunque' di questo processo di costruzione razionale, strategica, delle crisi inscritte nelle dinamiche innescate dai Trattati, ponendo la questione dello 'scioglimento' (e ridimensionamento) della potente Germania nella gabbia di detto combinato. Ma a Berlino c'è chi punta i piedi...
Di questi temi, e delle questioni connesse al che fare e al come declinare e radicare un movimento di liberazione nazionale in Italia, parleremo anche nella prossima assemblea dell'associazione “Indipendenza”, a Roma, domenica 26 marzo.
http://www.mfe.it/site/index.php/l-unita-europea/311-l-unita-europea-n-2016-6-novembre-dicembre/3565-punti-principali-dei-rapporti-verhofstadt-e-bresso-brok