Amos Spiazzi è un generale dell'esercito italiano inquisito durante gli anni '70 - '80 in qualità di partecipante al cosiddetto "Golpe Borghese" ("Cospirazione della Rosa dei Venti"), poi prosciolto con formula piena in Cassazione.
Un articolo di Gianluca De Feo per l'ultimo numero de L'Espresso ripropone stralci del libro-intervista di Sandro Neri, "Segreti di Stato" (edizione Aliberti, febbraio 2008). Un libro contenente dichiarazioni a dir poco clamorose, che costituiscono una conferma delle tesi (sostenute da vari lavori di "controinformazione", anche dell'epoca, sulla "strategia della tensione") sulle stragi di quel periodo (anni '70 - '80, appunto) come "stragi di Stato" obbedienti a direttive made in USA .
"La tesi di fondo del libro è che la strategia della tensione sia servita "a creare un'offensiva contro la destra e la sinistra per attuare un regime forte, tutelato da leggi eccezionali, garanzia di una particolare politica". Sul tentato golpe del dicembre 1970 guidato dal principe nero Junio Valerio Borghese, Spiazzi dichiara -smentendo Licio Gelli- di essere stato lui a fare la telefonata che fermò i congiurati e li spinse alla ritirata. "Capii che a Borghese era stata tesa una trappola e che, anche in nome dell'amicizia e dell'ammirazione che mi legavano a lui, dovevo avvertirlo".
Ma quali erano le finalità della strategia della tensione? "Una verità va ribadita a grandi lettere: le stragi furono volute e organizzate da servizi segreti stranieri. Eravamo vittime di un gioco più sporco e più grande, voluto da interessi internazionali e da direttive nazionali". Spiazzi afferma a chiare lettere che le stragi rispondevano a strategie statunitensi: "Gli interessi erano quelli americani, le direttive rispecchiavano in pieno la sudditanza italiana all'Alleanza atlantica. Le forze più legate e devote agli Stati Uniti volevano e dovevano continuare a governare il paese a qualunque costo. Le minacce di colpi di Stato erano un pericolo inventato".
Secondo quanto riporta il succitato articolo de L'espresso, il libro-intervista a Spiazzi contiene altre chicchette. Il colonnello della "Rosa dei Venti" afferma ad esempio che Gladio non è stata ancora sciolta "perché praticamente siamo ancora nella NATO. Anzi, direi che sotto certi punti di vista potrebbe essere pienamente attiva anche oggi. In funzione anti islamica, per esempio". Nel libro si parla dei gruppi addestrati per tutelare il dominio USA nella penisola con la scusa del pericolo comunista: oltre a Gladio c'era la "Rosa dei venti" di Spiazzi, che in realtà si chiamava OS, "Organizzazione di sicurezza", il cui fulcro erano "i legionari: militari della riserva, selezionati e pronti a tutto. Ma in tutti i reparti delle forze armate esistevano liste segrete di coscritti e ufficiali su cui contare in caso di disordini. Uomini di fiducia che poi gravitano su Ordine nuovo, Avanguardia nazionale, Fronte nazionale e altre sigle di quella stagione. Mentre dalla sua galassia cattolico tradizionalista fanno capolino gli alfieri della Lega Nord, i veneti di Fabrizio Comencini e persino Mario Borghezio", riporta nel suo articolo De Feo.
Un articolo che si conclude con una frase alquanto ambigua ed inquietante: "Il fascismo è sparito, il compromesso storico ha annacquato e poi dissolto il PCI, i nuovi equilibri hanno imposto strategie e obiettivi diversi... Ma oggi è di nuovo tempo di alzare la guardia (...) Non è finito tutto con la caduta del Muro". Cosa vorrà intendere il generale?