"Sì ai dazi sociali, sì ai dazi per proteggere il made in Italy e l'economia italiana". Così Beppe Grillo, oggi, nel corso di una sua visita a La Maddalena, in Sardegna. Ha quindi aggiunto: "il Giappone ha un debito pubblico enorme, ma lo gestisce lo Stato, mentre da noi comandano le banche".
Lasciamo perdere il passaggio sul “potere” delle banche, che non focalizza adeguatamente quella che è la ‘catena di comando’ sovranazionale che esercita il suo dominio anche sull’Italia, con relativa e diversa funzionalità di enti ed organismi ad essa collegati. Il richiamo all’esempio del Giappone, con il rilievo sulla centralità decisionale dello Stato, e la necessità della reintroduzione dei “dazi sociali” per proteggere l’economia italiana sono sicuramente i passaggi più significativi.
Il punto è: sono solo affermazioni parziali atte ad evocare buon senso e consenso? Se di questo si tratta, eventuali interessi strumentali a parte, sono destinate all’isterilimento. Altrimenti è necessario comprendere la loro parzialità, il loro derivare dall’assunzione di una scelta politica di fondo quale la rivendicazione della sovranità e dell’indipendenza da autenticare in un progetto di liberazione.
Dal nostro punto di vista, limitandoci ai primi due punti dell’ass. “Indipendenza” (“Verso l’indipendenza. Otto punti”):
1) Uscita da euro, Unione Europea e annessi vincoli e trattati, nonché cancellazione dalla Costituzione delle modifiche di matrice liberista introdotte negli ultimi anni, quali la riforma del titolo V ed il pareggio di bilancio.
2) Riappropriazione da parte dello Stato delle leve di politica monetaria, fiscale, industriale, commerciale e doganale, e contestuale recupero di una piena capacità d’indirizzo del sistema bancario e dell’economia, nonché adozione di vincoli alla circolazione dei capitali in entrata e in uscita. Indispensabile dotarsi di una Banca Centrale pubblica (non autonoma, quindi), al servizio dello Stato e della collettività; reintrodurre la separazione tra banche commerciali e banche d'investimento, sottoposte a meccanismi regolativi della loro attività; promuovere misure finalizzate al protezionismo finanziario e commerciale, incluso il governo delle dogane e misure protezionistiche in senso stretto (barriere tariffarie e non tariffarie, contingentamenti, sussidi).