“...Israele è lo stato ebraico e l’ebraicità è un’ideologia etnocentrica guidata dall’esclusività, l’eccezionalità, la supremazia razziale ed una propensione intrinseca alla segregazione.
Perché Israele e gli israeliani diventino un popolo come tutti gli altri, dovrebbe innanzitutto essere eliminata qualsiasi traccia di superiorità ideologica ebraica; perché lo stato ebraico diventi promotore di un’iniziativa di pace, Israele dev’essere desionizzato, smettere prima di tutto di essere lo stato ebraico. E analogamente, perché un primo ministro immaginario diventi fautore di pace, dovrebbe essere prima desionizzato.
Nelle condizioni attuali, lo stato ebraico è concettualmente incapace di portare la regione a riappacificarsi; gli mancano gli ingredienti necessari a pensare in termini di armonia e riconciliazione.
L’unico popolo che possa proporsi come promotore di pace è quello palestinese perché malgrado tutto la Palestina –nonostante la sua infinita sofferenza, umiliazione e oppressione– è ancora costituita da una società eticamente ed ecumenicamente orientata...”. (Gilad Atzmon, “L’errante chi?”)
[aprile 2013. Al centro della foto Gilad Atzmon, con il traduttore e l’editore del suo libro, nei Paesi Baschi, in una “Taberna Internacionalista Vasca”.
Al termine dell’incontro, lo scrittore e sassofonista israeliano, nonché attivista anti-sionista, da anni residente a Londra, ha detto che tornerà nella sua terra solo quando sarà Palestina].