Ripropongo qui un interessante scambio di riflessioni dal gruppo facebook Indipendenza.
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Luciano Del Vecchio
Dai filmati trasmessi in televisione, non ho visto bandiere tricolori. Questo può essere segno che l'idea di sovranità politica ed economica non si è ancora sufficientemente diffusa nelle menti degli Italiani. Mandare via Monti non basta; morto un virus , se ne riforma un altro; se la manifestazione si è limitata a uno sfogo contro Monti, è stata completamente inutile, anche se invece di 150.000 fossero stati tre milioni. La vera posta in gioco è la sovranità politica, cioè il recesso dai Trattati europei.
Rivista Indipendenza Prima che partisse il corteo, sventolavano alcune bandiere tricolori, non nel gruppo di cui eravamo parte. Ci trovavamo un po' lontani, al punto di incontro, e da lì abbiamo potuto vedere. Poco dopo, quando ci siamo andati a posizionare nel corteo, abbiamo saputo da una di queste persone che ci ha avvicinato, che erano stati creati problemi alla presenza del Tricolore da persone che non ha saputo indicare se facenti parte di qualche organizzazione o se semplici partecipanti. Quanto scrivi, particolarmente in conclusione, è da noi condiviso nel modo più assoluto. Anche l'uso simbolico del Tricolore è importante, esprimendo un significato politico che dò per scontato sia chiaro. Considerato che si trattava della prima volta che uno spezzone sovranista, patriottico, scendeva in piazza con un suo striscione inequivocabile e che le decine di persone che vi si sono riconosciute erano lì in quanto parte di gruppi diversi (Mmt, Indipendenza, Ars) e a titolo individuale, ad esempio in conseguenza del lavoro informativo che abbiamo sviluppato sulla rete, si è preferito -adesso, ieri...- non determinare tensioni, di comprendere le motivazione (sbagliate) di altri, di 'mediare' la portata politica della nostra presenza. Il fine dev'essere quello di far capire e aggregare tanti che, per svariati motivi, nutrono un senso di estraneità se non di ostilità all'idea stessa del Tricolore. E' necessario far capire la valenza comunistica, di una bandiera nazionale, contro l'uso strumentale e 'privatistico', oligarchico, subalterno a dominanti esteri (in questa fase storica, euroatlantici) che ne fanno ascari, funzionari e soggetti delle diverse frazioni di sub/dominanti italofoni. Non considerare la particolare situazione di ieri (comprensiva di fattori che qui non ha senso trattare), avrebbe rappresentato secondo noi -parlo a nome di Indipendenza- una forzatura politicamente non intelligente. Autogratificante, semmai, ma politicamente non intelligente. Noi stiamo lavorando anche -non solo, quindi- per determinare le condizioni in cui nei cortei vi siano componenti numericamente consistenti che sappiano stare in un corteo, ben organizzati sotto più punti di vista, e con una marea di tricolori oltre che bandiere di altri Stati (Cuba, Venezuela, ad esempio) e movimenti di liberazione nazionali (a partire da quelle basche, irlandesi, bretoni, sarde, catalane, còrse, galiziane, ecc.). Quella di ieri, per i tanti contatti che abbiamo preso, per le conoscenze che abbiamo fatto, per lo spirito che serpeggiava in quello spezzone di corteo, per vari discorsi avviati e che avranno un seguito in termini di azione politica non solo a Roma, ha ai nostri occhi significato molto, non solo un precedente storico di cui, come Indipendenza, andiamo fieri.