Dalle urne di Francia e Grecia emerge un forte "no". Un "no" alla filiera di dominio UE-BCE-FMI, un "no" a questo sistema euroatlantico, a regìa USA, che sta ricacciando a livelli ottocenteschi, se non medievali, le condizioni delle classi subalterne, che sta annichilendo le pur limitate conquiste sociali ottenute, che cancella le sovranità per incatenare i destini delle collettività al ricatto permanente della flessibilità globale e della speculazione affaristica, imponendo politiche da lacrimogeni e sangue.
E' un "no" in parte anche confuso, quando trova sponde impresentabili in riformismi sistemici, compatibili, e in forze di estrema destra. Come se la Storia non avesse insegnato niente. Ma tant'è. Lo smarrimento a sinistra, in questa parte di mondo, sulla questione nazionale e sul nodo dell'indipendenza e della sovranità, produce pure queste mostruosità.
Il "no" all'euro e all'Unione Europea, al modello politico/economico capitalistico, fondomonetaristico, anglosassone dominante, sarà effettivo solo con la costruzione, pure in Italia, di un polo sovranista di sinistra, anticapitalistico ed antimperialista. Altrimenti il campo sociale sarà occupato e sostanzialmente gestito da differenti destre in conflitto tra loro. Non c'è tempo da perdere.