- tadiottof ha scritto:
- Non sono militarista.
La mia insegnante al liceo precisava che il servizio militare, prima di essere un dovere, e’ un diritto: i cittadini devono essere capaci di difendere la patria e in questi ultimi tempi, soprattutto Lega e PDL, compreso Napolitano, non fanno che riempirsi la bocca di patria e di inno nazionale. Ipocriti.
Questa mattina sono intervenuto a Prima Pagina e il giornalista di turno mi ha risposto che non si puo’ ripristinare il servizio militare per via del nonnismo. Un’altra balla. Il nonnismo era alimentato dagli stessi ufficiali che si divertivano a vedere questi deficienti aggredire le reclute.
Durante la naia i ragazzi imparavano a lavare i piatti e a lavarsi le mutande.
2000snlp
Prendo spunto da questo e altro post, per fare un accenno non di bamboccioni, ma di un altro problema emerso, ossia il servizio militare, la funzione dell'esercito in uno stato .... al servizio di chi ... ?
Per portare avanti le mire imperialiste della democrazia occidentale occorrono nuovi eserciti.
Eserciti di professionisti, mercenari che non combattono per la difesa della patria e dello Stato, ma per gli interessi economici internazionali. Sganciato dalle istituzioni e dalla politica nazionale.
Per quale motivo l’esercito di leva, voluto dalla nostra Costituzione, creato per difendere la “nostra” nazione, pone nel rifiuto della guerra una della basi della sua esistenza, per quale motivo questo esercito non andava più bene?
Perché l’esercito di leva era considerato arretrato, lento, formato non da professionisti ma da cittadini, legato alla nazione e alla sua difesa, poco spendibile sui fronti internazionali, poco efficace ed efficiente. In sostanza inadeguato alla politica interventista e imperialista portata avanti negli ultimi anni dal governo degli Stati Uniti e dai suoi alleati.
La riforma dell’esercito è una richiesta imposta, fatta sulla base di esigenze di operatività, di prontezza, di professionalità, sempre più manifeste non solo in tutta Europa, vedi la guerra nel Cossovo, ma anche in Medio Oriente, e in Africa.
La riforma dell’esercito, ebbe inizio con il governo D’Alema nel 1999 con un disegno di legge, e successivamente col governo Amato nel 2000 venne approvata a grandissima maggioranza, la legge 14 novembre 2000, n.331, e si decise con questa legge la trasformazione dell’esercito in senso professionistico.
Si tratta in tutta evidenza, di un provvedimento di stampo militarista e guerrafondaio, pianificato per sostenere i dichiarati appetiti interventisti, egemonisti dei dominanti americani.
Con questa nuova legge, (n.331) la leva non è abolita ma solo sospesa, in quanto è previsto il suo immediato ripristino in caso di “guerra o crisi di particolare rilevanza”, opzione con la quale lo Stato si riserva comunque il diritto di disporre del popolo da mandare allo sbaraglio nelle guerre imperialiste, nel caso non gli bastasse più l'esercito mercenario. In questo modo è stato aggirato anche l'articolo 52 della Costituzione, che sancisce il “servizio militare obbligatorio”.
Vediamo le tappe legislative:
3 settembre 1999 Il Consiglio dei Ministri (Governo D’Alema) approva il Disegno di legge che deve avviare il processo per giungere alla fine della coscrizione obbligatoria. Il provvedimento viene presentato alla Camera dei Deputati l'8 ottobre 1999 quale Disegno di legge n. 6433 “Delega al Governo per la riforma del servizio militare”.
24 ottobre 2000 Viene approvata con grandissima maggioranza quella che sarà la legge 14 novembre 2000, n.331 “Norme per l’istituzione del servizio militare professionale” (www.camera.it/parlam/leggi/00331l.htm).
4 aprile 2001 Il Governo, che secondo la precedente legge del 2000 è tenuto a disciplinare entro un anno tramite decreto legislativo la graduale sostituzione, approva il Decreto Legislativo 8 maggio 2001, n. 215 “Disposizione per disciplinare la trasformazione progressiva dello strumento militare in professionale”.
29 luglio 2004 La Camera dei Deputati (Governo Berlusconi) approva definitivamente il disegno di legge Martino concernente la “sospensione anticipata del servizio obbligatorio di leva e disciplina dei volontari di truppa in ferma prefissata”.
Come si può ben vedere gli obiettivi dei governi di destra e sinistra coincidono nelle gestione dei modi e dei tempi della questione. Ciò che accomuna i due schieramenti è evidente: tutta la classe politica italiana, è servilmente ansiosa di partecipare alla corsa imperialistica del dominante americano, per proiettarsi anche militarmente all'estero, approfittando delle situazioni di crisi.
Saluti