Mentre scuola e università piangono miseria, Berlusconi firma con Sarkozy un accordo di cooperazione nucleare che fa felice l'industria francese, alla disperata ricerca di clienti, e promette ulteriori drenaggi di fondi pubblici ed inquinamento per l'Italia. Non esiste il nucleare pulito, né tantomeno quello economico, reggendosi solamente in virtù dell'assistenza statale, senza contare la dipendenza tecnologica dalla Francia.
Anche il premio nobel italiano in Fisica Carlo Rubbia rileva che in America l'ultimo reattore nucleare è stato costruito nel 1979. Fa notare che il nucleare nella produzione energetica francese conta appena il 20% (la Francia ha 59 reattori). Inoltre, l'uranio si sta esaurendo proprio come il petrolio. In più c'è il problema delle scorie (Intervista la Repubblica, 30 marzo 2008). Ma Rubbia è ora in Spagna a sperimentare il solare termodinamico, cacciato dall'Enea proprio dal passato governo Berlusconi. In Italia i soldi si trovano per nucleare ed inceneritori, non certo per il solare e la raccolta differenziata.
Per gli interessati, segnaliamo la pubblicazione di due scritti sul n. 24 di "Indipendenza" (cartaceo): il primo "Dal petrolio al nucleare: analogia di una dipendenza - proposte per un'indipendenza energetica nazionale"; il secondo: "A volte ritornano. Le mistificazioni sul nucleare - intervista ad Angelo Baracca". Un tema, quello energetico, che "Indipendenza" torna a trattare nel prossimo numero (il 26) in un articolo in cui si parla pure di un progetto di nucleare relativamente autonomo (e fortemente osteggiato) portato avanti negli anni Sessanta da un ingegnere napoletano, Felice Ippolito. Una vicenda significativa sui vincoli di dipendenza che impediscono una politica autonoma (non solo) nel campo energetico e che va compresa in inter-relazione con altri eventi di sudditanza di "storia patria"...