Ci mancava l'amianto nelle macchine. Vedremo se l’ipotesi sarà confermata dall’inchiesta del procuratore di Torino. Che ci possa essere del fondamento è desumibile dalla sollecitudine con cui la casa automobilistica interessata sta provvedendo alla rimozione dei pezzi interessati.
Alla fine dell’articolo si intendono esorcizzare paure su rischi in Italia. C’è da capire meglio perché la procura di Torino abbia, quindi, avviato l’inchiesta. Forse questo articolo non ce la racconta tutta. Inviterei a non accontentarsi e a cercare di saperne di più, di seguire gli sviluppi.
Al di là dell’esito dell’inchiesta, non è un mistero che rifiuti pericolosi anche esportati siano riutilizzati in parti di essi in beni poi immessi sul mercato. Una presa d’atto sugli effetti di ritorno e un pro memoria per chi guarda con benevolenza all'esportazione illegale di rifiuti pericolosi: una miope rimozione del problema...
Di pari importanza, inoltre, la necessità di un pieno ripristino di misure di controllo ed, in caso di necessità, protezionistiche contrastive alla liberalizzazione dei movimenti delle merci (oltre che dei capitali). Valutazioni sull’impatto sanitario, ambientale, sociale, economico devono tornare ad essere prevalenti sulle regole liberoscambiste imposte dai globalizzatori in casa d’altri.
http://news.supermoney.eu/salute/2014/02/auto-all-amianto-ecco-quelle-che-fanno-male-alla-salute-i-modelli-sotto-inchiesta-0065219.html