Il candidato Amato dagli USA. Secondo il politologo Edward Luttwak “in questo momento la figura ideale per Washington è Giuliano Amato, che può seguire l'esempio di Napolitano. È il migliore, è uomo del PD ma vicino a Berlusconi. Ci vuole un presidente che unisce, non che divide".
Sono parole che potrebbero lasciare intravedere pressioni statunitensi verso quel “Governissimo” PD-PDL-Scelta Civica sponsorizzato dal presidente Napolitano e sostenuto da alti quadri del PD come D’Alema, Franceschini e Gianni Letta. Prospettiva che Bersani, dopo dichiarazioni ostili e tattica ricerca dell’appoggio del M5S in Parlamento, aveva accettato sostenendo, d'intesa con il PDL, la candidatura di Franco Marini alla presidenza della Repubblica, pur conscio di andare –come si è poi manifestato (forse inaspettatamente solo nelle proporzioni)– contro i voleri della base e dei quadri intermedi del partito, da due decenni “educati” all’antiberlusconismo e non preparati all’esplicito inciucio di governo con l’odiato Cavaliere nero.
Al "placet" di Luttwak per Amato non sono sicuramente estranee considerazioni geopolitiche più ampie. Allo stesso modo di Ciampi, Monti, Napolitano e Prodi, Amato è già dai tempi di Craxi personaggio di riferimento dei “poteri forti” statunitensi e fine mediatore e mente giuridica piuttosto attenta e sensibile all’avanzamento del processo di integrazione europea, come riscontrabile nella sua nomina (2002) a vicepresidente della Convenzione Europea e dagli articoli in tema pubblicati negli anni anche sul Sole 24 Ore.
L’ennesimo segnale di come in questa fase gli USA pretendano in Italia un governo che, sul piano economico-sociale, proceda sulla falsariga di quello Monti (e chi meglio di colui che nel 1992, come capo del governo, in una notte rubò il 6 per mille dai conti correnti, vent’anni prima di quanto accaduto a Cipro…) e che sul piano politico, nei confronti in particolare della Germania, si faccia portatore delle pressioni di Washington per la prosecuzione dell’integrazione politica europea, viatico per lo “Stato transatlantico” in cantiere…
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