Roubini: Europa, basta con l'austerità, occorre puntare alla crescita.
A prima vista potrebbe sembrare una notizia positiva (tralasciando di entrare nel merito di cosa si intenda per "crescita") e ci si potrebbe felicitare per quella che potrebbe apparire una benvenuta rettifica: anche i geni dell'economia come lo statunitense Nouriel Roubini si sono resi finalmente conto degli effetti recessivi delle manovre di austerità.
E se ci stessero invece ingannando anche adesso?
Quando Roubini parla di "crescita", lo fa tendendo presente un contesto "europeo", cioè quell'Unione politica europea sponsorizzata da Washington come viatico per l'Unione transatlantica, cioè l'annessione pura e semplice agli USA da realizzare a medio termine.
Si promuove l'austerità a livello stato-nazionale, si gestisce in loco una devastante ristrutturazione produttiva a suon di fallimenti e disoccupazione, si lascia avvitare gli "Stati-peccatori" nella spirale del debito per poi presentare il progetto di Unione politica europea come unica possibilità di "salvezza", cercando di superare le resistenze della "cattivella" Germania...
Una bella trama per un film hollywoodiano, non c'è che dire, a parte il particolare che per i cittadini degli Stati dell'Unione Europea non è previsto il lieto "happy end"...
http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/roubini-altro-che-fiscal-compact-qui-serve-un-growth-compact-un-patto-per-la-54094.htm